Marin Marais,nato a Parigi, 1656,figlio di un cordaio,ha un solo fratello che si fa prete,Marais è un violista da gamba alla corte di Luigi quattorcesimo,le sue suit in re,mi ,e la minore,compresa quella detta: “Le Labyrinthe” sono di un eleganza virtuosistica misurata.La sua forma da ampio spazio a riflessioni meditative che si allungano in un periodare intenso ed espressivo.L’esecuzione di Juan Manuel Quintana imprime loro una perfezione senza cedimenti,pulizia del suono in rallentandi misurati.Questo compositore che visse fino al 1728 si esprime in un barocco, privo di orpelli e abbellimenti inutili,sorretto da un lucido impianto compositivo con una specie di dialogo fra il meditativo e l’appassionato.Se,si ha la pazienza di ascoltarlo, vi si scorgono importanti motivi compositivi,nascosti all’ orecchio distratto e dall’uso della viola da gamba,accompagnata dal cembalo.Strumenti inusuali, in un tempo di rompicoglioni,tuttavia,la vitalita’ e la passione emergono nitidi nella sua scrittura, attraverso anche l’uso del pizzicato che si propone come una meditativa,imperiosa serenata.Ci si abbandona volentieri all’ascolto (per l’esecuzione ),ma, sopratutto per la densita’ di scrittura compositiva di Marais,vi si scorge,in questa scrittura l’originalita’ del sentimento e l’abilita’ descrittiva,descrittiva,non nel senso figurato,ma, descrittiva di un dentro tutto spirituale.Pare non sia piu’ tempo per questa roba,pare che nulla sia piu’ tempo per qualche cosa,eppure ,nel mare magnum della musica e della poesia, Marin Marais ha il posto che gli compete,alto per il suo magistero e l’abbondanza , la varieta’ ,la bellezza delle sue passioni in musica.Come qualche altro musicista (Bach) ha avuto diciannove figli,di dieci si è sicuri.
Bonito Oliva & C.
E’ tanto il desiderio di essere scopritori di cose nuove fra gli uomini,è tanto, e tale che ,molti attratti, per smisurato amore di sè stessi o, per farsi qualche fama, affermano di avere fatto scoperte importantissime,nuovissime.Scoperte che nessuno aveva mai visto prima,cosi’ sono i “critici” che dicono di vedere in un cesso,in una macchia di qualche gusto o, nei ghirigori di un alcolista,cose meravigliose,mirabolanti,arte mai vista prima ( ci credo).Purtroppo,sono solo macchie,cessi rovesciati,oggetti, fili, luci,immondizia,ingegnose ,penose giustificazioni che cercano affetto e, patente di intelligenza in chi le divulga e le professa.Tutto questo perchè costoro,non sapendo trovare piu’ nulla,o non conoscendo quello che cercano, s’attaccano al nulla,lo riepiono di parole-altro,e ,mostrando, una merda,dicono che vale quanto pesa,peso compreso,tradotto in oro!Bambini, che lungo una riva antica vanno per fossili ma, non trovandone si accontentano di vetri colorati e tappi di birra.Dimenticavo ,ma, i Bonito & C.non ricercano fossili,cercano “l’avanguardia”:vetri colorati e tappi di birra in un capo di fossili.
Marine Le Pen.
La Gruber è proprio una tedeschina,krukkina krukkina, con l’elmo e il chiodo fisso,ricordate gli elmi, che gli eserciti austroungarici portavano una volta?Quelli con il chiodo?Bhe!Il suo chiodo fisso è Berlusconi,non passa trasmissione che non chieda di lui all’ospite di turno,cosi’ è successo l’altra sera, anche con Marine Le Pen.Le Pen,una bella tigre per la gallina Gruber.
La valle di Noto apparteneva a un piacentino .(1296)
1296,Galvano Landi,figlio del Conte Ubertino,trovavasi nella Corte di Federico d’Aragona terzo Rè di Sicilia a cui venne donato per lui, e suoi successori il feudo di Casale di Curcurachia territorio di Augusta,nella valle di Noto,con le sue pertinenze,e giurisdizioni.Il che fu’ quasi presagio della futura grandezza,& immortale honore ch’era per aquistarsi fra non molto tempo,non solamente nella stessa valle di Noto,ma in tutta la sicilia,il Santo nostro Corrado:il quale,ancorchè nato fosse della Progenie Confaloniera,ad ogni modo stimandosi pure, che dal lato della madre tenesse parentado co’ i Landi,potè facilmente,se non nipote,esser almeno cugino di esso Conte Galvano,dal cui fratello,che si chiamava Corrado,trasse poi il suo nome questo gran Santo.
Fuori gli improvvisatori dal Carmine.
Ci vediamo costretti sempre piu’ spesso di scrivere su Piacenza,costretti ,per vicinanza e conoscenza,speriamo di non annoiare quel pubblico,che ci legge su altri argomenti.Finalmente la chiesa del Carmine,pare,dico,pare verra’ restaurata e, una volta restaurata che cosa vogliono fare questi dirigenti di tradizione agricola piacentini?Vogliono fare una bella mostra su Gio’ Pomodoro,mostra internazionale,visto che, Pomodoro,non si vede mai,occorre metterlo in evidenza anche a Piacenza,il mio amico Diego,malignando ,dice che la vogliono fare perchè Piacenza è capitale del pomodoro, una battuta,almeno si spera.Con tutto quello che abbiamo, proprio sul Pomodoro, dovevamo cascare,cominciamo col dire che una bella mostra sull’eta’ romana piacentina e di Velleja,facendoci prestare i lavori da Parma (sculture e arredi,che sono nostri) sarebbe tutta un altra cosa,e, sopratutto, riguaderebbe Piacenza,la sua storia (che molti piacentini manco sospettano).Fra i romani e i giorni nostri,tanti sono i giorni e gli anni, chi desidera pescare peschi,ma in casa nostra.E chi, proprio desidera vedere i “nostri” gioielli,cominci dal Panini,Bruzzi,Ghittoni,per finire poi con Cinello o Foppiani,mostre antologiche individuali esaustive,non accozzaglie ,ma autentetiche rassegne, che potrebbero dare un vero orizzonte al nostro territorio,alla nostra citta’.Mostre ben curate e allestite , degne di un Expo, e perchè no,proposte ad un pubblico internazionale.I piacentini devono imparare non solo a comprare ma vendere il proprio “prodotto”,mentre gli altri ci vendono anche la merda d’artista.Si vede, da questa prima proposta, che, i soliti piacentini non sanno specchiarsi,o, non hanno specchi in casa loro,intenti solo a scrutare parlottando,dalla finestra l’erba lontana e sconosciuta del vicino.Ma poi ,qualcuno, potrebbe spiegare cosa c’entra Gio’ Pomodoro con Piacenza e il Carmine?Forza “seduti”,alzatevi, datevi una mossa.
Politica fumetto.
Come Renzi anche Spider Man dichiara: lotta dura contro la burocrazia,no, mi son sbagliato,Spider Man combatte il crimine,perbacco il crimine.Il primo, ipocrita populista , burocrate di stato, Matteo Renzi, ha dichiarato ,lotta dura, contro sè stesso.La gente non deve sapere (forse non lo sa nemmeno lui), che combatte sè stesso per finta,nè, deve sapere, sopratutto, che l’ha detto anche Spider Man,che lo fa per davvero.L’uomo ragno, difensore della legalita’ , lotta contro il crimine,il secondo,nemico pubblico numero uno, ne segue la disegnata figurina taroccando il suo grido in:morte alla burocrazia! E lancia, il suo tosco grido, da un divanetto di stato,omaggiato,incensato da ogni burocrate sfuggito a Spider Man.La vittoria, dell’uomo ragno, secondo Napolitano, è inevitabile.
Sandra Vukelic’.
Lo spazio,il tenue colore di aurore boreali fanno da fondo ai fili e al segno che incide preciso, preciso sulla carta, con graffi sicuri e sereni.Lo spazio,il suo spazio, vuoto, terso ,di rarefatta spiritualita’, filtrato spaccato di sedie, sedie e alberi solitari.Nel tracciato spirituale del suo tessuto ,composto da piccoli, sicuri tocchi che s’incurvano,si attorciliano e, si precisano, nell’erba e nelle fronde dei suoi fogli con spiragli di stupefatto candore,stupore appagante ,di rara solitudine dove si coglie la sua pensante mano.Impronta,ombra di grazia leggiera, che si spande, dissolve, si aggruma, in forme che rimandano continuamente con un “noi” ,un altrove,e un dentro, che volentieri si sottomette,imbocca la strada,scioglie nodi e densi pensieri.Il suo: “Paesaggio fiaba” è torre di Babele che ha ritrovato l’alfabeto maestoso,alfabeto perso nell’asprezza del fraintendimento e dell’illusione.Si puo’,contemplando,quasi camminare per quel sentiero che s’attorcilia al cono, e sale , denso di giovinezza e grazia al sommo,termine alto di una Babele gioiosa ,Babele di giorni e ore felici,Babele, piena di umana, intrepida speranza.Anche l’orologio, si stratifica, marino d’azzurro e si dilunga ancora, nello spazio vuoto, segnato dal graffio della sua mano,graffio, fattosi nube o cielo,o firmamento,immobile, in eterna ora,in eterno giorno,accadimento immobile,nell’immobile sottile spazio curvo del tempo, svuotato dalle passioni.Fissato, per sempre,per sempre fermato in profondita’ che cancellano la carta,il supporto stesso su cui si imprimono e risiedono,finissimi,spirituali,misteriosi alfabeti , graffi, punti, torte visioni,gommose liquide immagini , contorsioni di occhi che sognano la realta’ negandola,traendola dal buio,illuminandola,poetizzandola.
Officina dell’arte,via Alberoni.
Cuminetti.
Morto l’avvocato Cuminetti, uomo buono,buono che ha fatto del bene.Ora riposa,dorme, con le scarne, poche parole, che i giusti meritano.
La fecondazione eterologa.
Siamo contrari alla fecondazione eterologa,tuttavia, è comprensibile il desiderio che molte coppie hanno verso la maternita’, ed è nella natura stessa dell’umanita’ e di tutte le specie create, questo dettato profondamente Divino.Ci viene da sorride di quante maternita’ “eterologhe”,nel passato sono state praticate,maternita’ senza interventi medici,nè scientifici,praticate in proprio,artigianalmente,nei luoghi piu’ segreti.Solo l’avvento e l’esame del DNA ha definitivamente (almeno negli stati piu’ industrializzati) messo a nudo,smascherato,sconfitto, questa diffusa pratica artigianale.L’umanita’ intera è stata rinforzata da pratiche eterologhe,e,certamente,anche noi con le nostre passate generazioni ne siamo stati,e ne siamo,eredi testimoni.In fondo questa pratica, eterologa, puo’ far solo bene all’evoluzione, ma, fin quando e dove, fosse favorita dal caso e dagli eccessi amorosi delle nostre donne ,poteva essere accettabile,accettabile o inevitabile,come la pioggia o le maree,il sole o la neve,che fanno poi,sole maree e pioggia, quello che devono fare, quando lo vogliono.Cosi’,per antica tradizione, si chiudeva un occhio,se non tutti e due,anzi,per necessita’ candidamente sordi e ciechi.Non c’era tanto da cavillare sulla paternita’ del nostro erede.Pero’,l’eterologa, cosi’,scientifica, cosi’ fatta,senza uno straccio di pseudo-orgasmo,ci lascia perplessi,dubitosi.Queste future mamme, si lasceranno almeno sfuggire un gemito?Un grido,un sospiro?Farla,insomma ,in camice bianco,dopo attenti e scrupolosi esami,con tutto quel disinfettante e guanti trasparenti di lattice, la sterilizzazione degli strumenti,la precisione,lo scrupolo,ci fa venire la pelle d’oca,mentre ci gira ancora impetuoso ed impertinente in testa, quel ritornello:di qua’ di la’ dal Po, tutti figli di Ardigo’.
Ma c’è poi il vero o il falso?
Clima di elezioni,il vero e il falso ondeggiano come un sol corpo all’orizzonte dei nostri giorni.Promesse,delusioni,colpi di coda e scoramenti rimpallano come presi a calci dai bambini, in un cortile.Vero o falso?Ma c’è poi, il falso ed il vero nella politica?Tutto ondeggia,si trascina in un brodo oleoso, magmatico e indecifrabile, con qualche increspatura di supurficie.Irridescenze d’olio, versato in una pozzanghera, dopo la pioggia,che,untuosamente si fa metallico,impenetrabile alla luce del giorno.Senza alcuna profondita’,luccica,galleggia, non specchia nulla, nulla.Ma c’è,poi il vero o il falso nella politica?