I ricordi.

Written By: bruno - Feb• 18•20

I ricordi sono tutti lì, nel carrozzone di zingari che invisibile segue i tuoi passi, stipati in attesa che li sfiori con una carezza, e allora tornano in vita, volano le folli danze che a loro capriccio ti fanno ridere o piangere, ti mandano in paradiso o sui sassi infuocati dell’inferno. Sono spiriti sfuggenti e imprendibili e sono padroni della tua anima perchè sono la terra che nutre le tue radici e se questa terra si sfalda il tuo albero rovina a terra con tutti i suoi fiori e con i suoi frutti. Sono il sale delle tue emozioni perché sono il riassunto della tua vita, come un campo mondato da erbacce e rametti e sassi, come filari di vite di un vino prezioso. E tu vedi la realtà di ciò che vivesti, perchè ora nulla è scontato ma tutto è ritagliato nella verità del suo essere, nel suo reale valore, quello che forse non vedesti, accecato dal tuo sguardo che fuggiva lontano, ora sai, alla ricerca del nulla, quel nulla che ha smosso gli uomini dal fuoco delle case e degli affetti verso nuove avventure.

Francesca Pierucci.

Romano Gobbi.

Written By: bruno - Feb• 17•20

Mi sum;così quel pomeriggio Romano,libraio ed editore in Piacenza cominciò il suo discorso con questo:”io sono” in forma dialettale.Poi ,dai i suoi occhi lucidi e neri, ammiccando con le sopracciglia continuò:forse un granei ad sabia,e mi guardò fisso di nuovo ,di nuovo ,con fare interrogativo se mi piacesse quel suo essere sentirsi :come un granello di sabbia.In s’na calara ad mota,lui si sentiva un granello di sabbia lungo un sentiero di fango.Forse un filein d’puar,continuò in dialetto,non un granello dunque,ma un piccolo,piccolissimo granello leggero di polvere.Ca s’leva in s’na strà bianca,un filo di polvere che vola si alza da una strada bianca-e fu qui che la voce, la sua voce divenne e si fece cupa d’improvviso ma poi continuò:sum gniint,non sono nulla:gnint a sum.Non sono nulla,niente sono.Cosi fini tutto il pezzetto e mi disse che voleva,voleva farlo scolpire,scrivere sul marmo bianco di Carrara per il suo sepolcro.Quando venne il suo giorno e lo portarono al cimitero Romano,Romano Gobbi editore e libraio in Piacenza sbagliarono anche la tomba e dovette aspettare,aspettare il suo turno ,aspettare che aprissero il suo sepolcro e fu allora che mi ricordai del poeta, Romano,il poeta quando recita quando scrive:dormi,riposa,muore anche il mare.

Lettera al Direttore di Libertà.

Written By: bruno - Feb• 17•20

Gentile Direttore non compro nessun giornale e, per non far torto a nessuno non compro nemmeno il

suo che leggo (non sempre),al prezzo(ridotto) di un euro al bar con il caffè.Questa mattina nelle lettere al Direttore, il “suo” giornale mi ha improvvisamente attizzato,ringiovanito,ringalluzzito,infatti nella prima lettera di testa un meraviglioso psicopompo elogia la celebrazione dei morti sul giornale,mentre l’ultima lettera parla ( come in un fumetto) di dinosauri ,dinosauri e meteoriti assassine che possono piombare sulla terra dal buio dell’universo in una salubre distruzione totale di quella antica specie,quasi fosse una “razza” dannata pericolosa da estinguere(storia purtoppo già sentita (sic)).Basterebbe ricordare a quel dinosauro scrivente di andare a vedere sullo stradone Farnese che tipo di manufatto preistorico è stato posto in essere per capire in che epoca vive e che sola attende di essere distrutta.Ricordare sopratutto a quel dinosauro che, nella preistoria,in quell’epoca mica c’era Michelangelo e nemmeno Fidia o Prassitele,ma in quell’epoca c’erano proprio solo i dinosauri,dinosauri come lui,dinosauri ringhianti esattamente come lo scrivente si accerta di documentare.Per quel che concerne poi il meteorite purificatore piombato sull’Ex Enel occorre ricordare al dinosauro in oggetto che i meteoriti,i meteoriti hanno sempre vagato nel buio stellato cielo (di cui ne conosciamo solo un quinto),viaggiato dico,in modo del tutto gratuito,gratis per intenderci, e non foderati e lardellati di soldi come quella specie di fiera mercantile della preistoria posta proprio davanti al Conservatorio che ben celebra la morte dell’arte.Ma, per chiudere e,tanto per non farci mancare proprio nulla, compreso Nietzsche quando scrive (verrà):”lo stato felice,in cui ci sarà soltanto “solida mediocrità” e l’arte sarà ciò che “di sera è la farsa per l’agente di borsa berlinese”,in cui “i genii non saranno più un bisogno del tempo,perché sarebbe come gettar le perle ai porci.

Bruno Grassi.

lettera spedita nel pomeriggio del 15 gennaio 2020,

Mai uno solo al comando.

Written By: bruno - Feb• 16•20

Guai,guai ad un uomo solo al comando,mai un “dittatore” che si autonomina come unico candidato premier,basta con i premier,basta con i partiti personali,guardate il PD e guardate i grillini guardate a quelli di Italia viva,l’un contro l’altro armati di cui ,mentre ora uno scompare un altro compare.Gioco di assenza più che di presenze,assenze che lottano fieramente lottano contro: “l’uomo solo al comando”,loro, i democratici i progressisti i riformisti gli eurosostenitori,guardateli,rimirateli mentre al comando,solo al comando è rimasto il signor Conte ,Conte ,un re travicello fra i piedi d’Europa che galleggia,galleggia solo al comando,galleggia reggendo anche ad una possibile defezione di Renzi e,fosse anche da tutti abbandonato lui,lui solo al comando starebbe,come sta solo,contro” l’uomo solo al comando”.

La nana bianca di Roma.

Written By: bruno - Feb• 15•20

Insomma oltre che inesistente questo governo si fa empre più piccolo e se fosse come, o funzionasse come una qualsiasi legge astronomica dovrebbe farsi ora nana bianca per poi all’implosione gigante rossa ed assorbire così e disintegrare tutti i pianetini,pianeti o corpi celesti nei paraggi.Partiti e partitini dovranno allora,come i pianeti, contare i sopravvissuti,ma,per i cinquestelle questa conta non troverà più nessuno,proprio nessuno se non quelli seduti a Roma.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Feb• 14•20

Siamo nel 160 d.C. Da circa venti anni Roma é governata da Antonino Pio, uno degli imperatori più illustri della storia romana e ci troviamo in uno dei periodi più prosperosi dell’Impero romano. Sotto il suo regno, tuttavia, assistiamo ad un episodio di cronaca nera che, dopo diciotto secoli, non è ancora stato svelato. In una villa situata sull’Appia antica perde la vita Annia Regilla, una donna appartenente alla più alta nobiltà romana. Ufficialmente, a seguito di complicazioni per un parto prematuro all’ottavo mese di gravidanza ma la vicenda, vista la popolarità dei personaggi coinvolti, non può essere ignorata: Regilla era infatti imparentata con l’imperatrice Faustina, mentre il marito, Erode Attico, era un patrizio tanto noto per la sua ricchezza e la sua cultura (fu precettore di Marco Aurelio) quanto per il suo carattere collerico. La notizia di una morte per complicazione durante un parto non era una notizia così insolita da sentire per l’epoca (circa il 5-10 % delle donne moriva per questo motivo), tuttavia la situazione comincia a prendere una piega diversa quando il fratello di Regilla, il console Annio Bradua, lancia una precisa accusa contro suo cognato: Erode Attico, nel corso di una discussione, in preda ad uno scatto d’ira, avrebbe colpito la moglie con un calcio al ventre. Come termina la vicenda? Nonostante le prove, Erode viene assolto grazie al diretto intervento dell’Imperatore Antonino Pio, il quale intercede per l’amico. A causa della morte violenta della donna, è plausibile che Erode abbia voluto sbarazzarsi velocemente del corpo della moglie, senza nemmeno una cerimonia pubblica, motivo per cui non si conosce con certezza l’esatta ubicazione del mausoleo di Regilla; anche se i resti della donna, con molta probabilità rimasero in Grecia, sul Palatino è stata trovata un’iscrizione (oggi perduta) dedicata apparentemente a Regilla: “Erode dedicò questo monumento anche per commemorare la sua sfortuna e la virtù della moglie.

Kella Tribi.

I tuoi giorni.

Written By: bruno - Feb• 14•20

I tuoi giorni vissuti si accavallano come onde sulla spiaggia del mio ricordo, portano il vento acre ricolmo di sale, e della speranza di allora, quando le nostre anime di parlavano in un colloquio fitto che costruì ciò che sono. le parole come le canne assiepate sulle mie rive inondate dalla furia del mare che amo, percuotono ancora i miei sensi e riempiono la mia carne che senza te sarebbe stata vuota. Tutto si costruisce nell’amore bambino. Tutto è antico e antica è la nostra pienezza o il nostro vuoto. Ringrazio te che mi insegnasti le note sconosciute che danno senso a tutte le cose.

Francesca Pierucci.

Il cuculo.

Written By: bruno - Feb• 14•20

Il cuculo Renzi ha messo il suo uovo nel governo Conte,ma lo si sapeva già, già da quando si era attivato e aveva posto il suo grosso uovo nel nido.La fretta ha fatto il resto e,il resto era l’argine a Salvini, tutto di fretta e furia nonostante un cuculo dentro la stanza dei bottoni.Ora se lo trovano fra i piedi che vuol buttare dal nido i suoi implumi fratellastri proprio come un cuculo o il cuculo fa alla faccia delle sardine.

Carofiglio.

Written By: bruno - Feb• 13•20

A Fornovo c’era, tanto tanto tempo fa un teatro delle marionette,marionette grandi,belle e ben vestite e,tanto tanto tempo fa vidi :”Il fornaretto di Venezia”,storia di un popolano che viene giudicato e condannato ingiustamente dal potere veneziano,mi ricordo,e ricordo benissimo la frase finale di quella rappresentazione che recitava così”:finché ci sarà Venezia ci sarà sempre un fornaretto di Venezia”.Nella fiera delle accuse a Salvini che il giudice,un giudice aveva già voluto non procedere contro di lui per l’affare dei “migranti” e,mentre il giudice ha mollato Roma non ha mollato , gli onorevoli hanno impugnato quel non procedere in senso opposto.Salvini andrà a processo,niente di nuovo sotto il cielo di Roma o Venezia.Nella fiera dell’ipocrisia giustizialista ognuno tira la sua sassata con garbo perfino a “norma di legge” .Sarebbe bastato sentire ieri sera Carofiglio che ha chiamato Salvini (in seguito correggendosi) imputato,imputato senza nessuna cautela di legge.L’ex giudice era in quell’arena per vendere e pubblicizzare uno dei soliti libri che la solita televisione ammannisce come locuste dal cielo.Carofiglio parlava,sentenziava in punta di labbra ,a parte il lapsus di imputato affibbiato a Salvini,parlava,parlava con voce argentina e chiara, “controllando” ogni espressione,sentenziava con competenza ostentata e d’ordinanza,come i giudici o gli ex giudici usano in questi casi,vagando anche nelle leggi di altri stati Germania Spagna Francia,America, perché lui,lui voleva mostrare a tutti che conosceva l’argomento.In fondo poteva dire quello che voleva,ma, se vero o falso nessuno poteva giudicarlo essendo argomento ostico e specialistico come in tutte le cose,specialmente di legge di cui non si conosce un tubo e si ascolta il signor tal dei tali che la sa lunga o dice di saperla lunga ma, chiama imputato uno,in questo caso Salvini che deve ancora essere ammesso a giudizio,e di cui un giudice aveva scritto:”non luogo a procedere”,imputato,imputato sonoro limpido lapsus,di quando anche gli uomni di legge inciampano fuori da ogni regola e la fanno (incosapevolmente il che è peggio) fuori dal vaso.

“Togliere il voto agli imbecilli”

Written By: bruno - Feb• 12•20

E’ stata Alba Parietti “antifascista” , stagionata come una mortadella di Bologna che ha presentato il conto alla democrazia quando ha dichiarato che non tutti debbono o possono votare essendo gli italiani un popolo di imbecilli e che,solo i più “dotati” dovrebbero votare.La cosa detta così e dalla Parietti ha fatto una certa impressione ma niente di più,una certa impressione specialmente se,uscita dalle rosse carnose labbra di una “democratica” come lei.Il fatto è che in questi giorni sento molte campane che, pur dissentendo dalla Parietti dicono le stesse identiche cose,le stesse identiche cose con motivazioni diverse ma con lo stesso fine.Inutile aggiungere che,chi dice quelle “cose” son tutti di “natura democratica” e che gli imbecilli da interdire sono,come al solito gli “altri”, il che dimostra senza ombra di dubbio che quella di oggi è una tecnocrazia reazionaria cioè un fascismo belle e buono ma “di sinistra”.