Ma che mafia mafia.

Written By: bruno - Dic• 06•14

Ma che mafia mafia è ,quella di questi giorni a Roma,quella,quello ,di questi giorni è come si raccolgono denari,soldi euro,strizzando l’italico miserabile popolo che li versa, costretto, in enormi ,angosciosi ed infiniti sacrifici.Li versa, buttandoli immediatamente dalla finestra, in pasto ad ex allegri banditi che li “amministrano”, o, a politici, che, con doppie parole,si fanno,e ,si materializzano in  politici delinquenti.Quella di Roma non è mafia,è semplicemente come si amministrano i soldi degli Italiani e , non solo  a Roma,se questo puo ‘  consolare qualche mascalzone di periferia.

Ouverture L’annèe 1812 di Tchaikovski

Written By: bruno - Dic• 05•14

Tchaikovski, con l’ouverture L’annee 1812 in mi bemolle,op.49 ha anticipato,  se si vuole,il cinema.Un ouverture in verita’ che, in tempi passati non destava in me particolare entusiasmo ,proprio per il suo descrittivismo,suono di campane e colpi di cannone compresi,colpi di cannone che,allora per uno studente di Conservatorio apparivano antimusicali e mezzucci rumorosi per aumentare l’effetto complessivo dell’ouverture.Con occhi,ma, sopratutto, orecchie più’ mature, tutta quella “macchinosita’” descrittiva, anticipa grandiosi scenari ed effetti,che oggi sono all’ordine del giorno.Spazio alla fantasia, per la vittoria della Russia sulle truppe napoleoniche,sottolineate anche dalla marsigliese,e,mostra,evidenzia ,un Napoleone sconfitto ma, all’attacco:”Malgrè les pertes subies a’ Borodino,Napoleon continua a’ marcher sur Moscou ,avant de batter en retraite”.Napoleone fatalmente va,verso l’inizio della fine, coraggioso e determinato, per conquistare il “nulla” di Mosca (la storia insegna).Tchaikovski difficilmente digeribile per giovani studenti di musica,forse  troppo attenti ,ad uno sviluppo musicale tutto italiano,negli esordi di storia della musica,per potere accettare, senza puzza sotto il naso, l’influenza delle scuole nazionali di sviluppo postumo.Tchaikovski ben più’ tardi stabilirà’ un posto d’eccellenza, nel gusto personale di chi si affina ,ed accetta il sensibilismo, anche nella musica,come espressione di una terra di confine fra leggerezza e recupero  di tradizione popolare.l’ouverture  op.49,apre  ed anticipa , grandi spazi all’immaginazione, ed è ,a suo modo, un inno avvincente e fragoroso all’eroicità’ dei popoli.

Israele.

Written By: bruno - Dic• 04•14

Rimpasto in Israele?Giusto!Ci vuole più’ Israele e, una palestina, con il suo popolo palestinese diverso,senza bombaroli.

L’Urtiga.

Written By: bruno - Dic• 04•14

Pare sia uscita,anzi è uscito l’Urtiga,rivista piacentina che ,dal titolo sembrerebbe,parrebbe, voler urticare,forse far di satira con i suoi testi ,come appunto l’ortica,quella vegetale fa, pur essendo uno analfabeta.L’urtiga, che sarebbe poi, tradotto dal dialetto in italiano, Ortica ,parlerà’ della grande guerra 15-18,dell’inventario delle” robbe” e rifornimenti di una “spiciara”,penso speziale,droghiera 1520.Chiese scomparse,e,ancora la Pisaroni,diva e cantante dell’ottocento.Gino Moro pittore,la storia degli idrocarburi a Piacenza…….sentite ragazzi,ma” parchè ciamèla urtiga,ciamila camumila,camumila.”Camomilla,camomilla credetemi, è meglio,molto, ma molto  molto meglio.

Come sei tu.

Written By: bruno - Dic• 03•14

Che scemenza,paragonare l’uomo ad una radio muta, che rotta non ha più’ anima,che scemenza,una radio,non è mica un uomo,o una donna, una radio.E poi, l’Anima,l’Anima, non è semplicemente un messaggio portato,comunicato strombazzato,al megafono.L’Anima,ma quella vera, dovrebbe essere un essenza impalpabile come cipria che, permette di trasportare e non quello che porta,qualita’ permanente,eterna,semplicemente,illogicamente,eterna.Un uomo,o, una donna, può anche non vederla,sentirla,sentirsela addosso dentro ma, l’Anima,l’Anima se ne frega ,c’è, e basta,il resto sono affari tuoi,se hai qualche affare in ballo,l’Anima,l’Anima,se ne frega di quello che uno non-crede o vede,o crede di vedere,di soffrire se ne impippa.Mica siamo nati per capire noi,capire, poi?Una mazza!meglio tornare alla radio rotta, più’ semplice,umano,comprensibile,quanto una radio,animata,parlata,appunto come sei tu.

Ragionamento sull’Anima.

Written By: bruno - Dic• 01•14

Quando nacque,che doveva per forza essere nato,nacque senza memoria,senza nemmeno un briciolo di memoria, tanto da non ricordarsi nemmeno d’essere,nato,gli diedero subito un nome con il suo bel cognome.Quel cognome, con il suo bel nome e  con il tempo si convinse che fosse proprio  suo,e lui,o lei,non potesse che chiamarsi così’,proprio così’,perché lui,o lei ,doveva, in qualche modo essere chiamata o chiamato,tanto che tutti portavano un nome e un cognome per potere essere chiamati.Ma la cosa non si fermo’ li,perché a quel primo sigillo ne aggiunsero tanti,tanti altri che, lui,o lei, non sapeva di possedere.La storia più’ complessa fu con il suo io,quell’io che gli venne inculcato,spiegato,ripetuto fino alla nausea finche’ non ne venne sopraffatta o sopraffatto,tanto che penso’  bene di crederci,di avere un io.Si’, avere anche un io,convincersi,in virtù’ di diversi e contraddittori rapporti non solo umani che ,quello non poteva essere che il primo, l’originale unico vero io, per lei, o lui.Irripetibilmente singolare,unico io ,con la sua unica, bella anima che un io potesse possedere,come il suo bel nome e cognome che, il suo io potesse avere,e con tanto di parentele lontane, anche loro con il loro io,giù giu’ ,fino nel buio dei secoli pieni,zeppi,ridondanti di io.E pensare che invece,lei o lui,si sentiva come una radio accesa (finché è accesa),radio, che si poteva pero’ spegnere, a piacimento,radio che riceveva onde corte e lunghe,adatta solo a ricevere ,quando accesa e,trasmettere,trasmettere quello che le sue combinazioni elettroniche gli permettevano di intercettare.Oh,è vero,quella radio,a cui somigliava tanto,per quella radio poteva,poteva provare affetto, ed anche amore,in fondo, spesso,quella radio,  consolava e pareva a lei o lui,che avesse sotto sotto, anche un anima,una vera anima,come la loro.Gli era stato dato anche un nome,forse esagerando, a quella radio ,che aveva la sua storia,una storia legata a tutte le radio del mondo.Il giorno che la  radio si ruppe, gettandola in un bidone della spazzatura, sperava di vedere , la sua anima,quella della radio, esalare,salire al cielo,sperava,come gli uomini e le donne fanno,sognano,sopra tutte le anime e tutte le radio del mondo.La butto’ senza pensare che la sua anima,l’anima della radio era nelle onde,lunghe o corte, che ancora viaggiavano,fluttuavano nell’aria indifferenti, e che,la  radio,con il suo unico io, ed il suo bel nome e cognome,non poteva più’ ricevere,perché  morta,rotta,finita,per sempre,per sempre.

Papa Francesco: per una umanita’ vera.

Written By: bruno - Nov• 30•14

Senza ombra di dubbio,il discorso tenuto da Papa Francesco, davanti all’assemblea turca,è stato ed è uno dei più’ importanti fatti sullo stato delle libertà’,non solo religiose,ma civili ed anche europee,un discorso,non solo importante ,ma, profondo e meditato,suffragato dallo stato delle cose,prese nella loro realtà’,e nelle sue giuste prospettive.

Il fico.

Written By: bruno - Nov• 29•14

Vedro’,vedro’?Ancora perdere  foglie gialle dal fico d’Autunno cadute?Vedro’,vedrò?Per terra  ancora fradice di pioggia foglie,  immobili assorte ,come morti , moribondi uccelli del cielo?Vedro’,vedrò’?Quello che  non guardo più’?Ancora e ancora domani?Con aperti occhi  che non mi appartengono guardo ,e,  ancora ancora non scorgo, ancora non vedo, la meta, di questa eta’.

Recep Tayyip Erdogan.

Written By: bruno - Nov• 29•14

Erdogan,forse si è dimenticato di quando recitava i versi del poeta Ziya Gokalp:”Le moschee sono le nostre caserme le cupole i nostri elemetti,i minareti le nostre baionette e i fedeli i nostri soldati”.Oggi Erdogan,lo smemorato, lamenta l’Islamofobia dell’occidente,ma scusi, signor dodicesimo presidente della Turchia,forse ci prende,per i fondelli?

Orazio Bevilacqua,barbiere.

Written By: bruno - Nov• 28•14

Nel diario di Orazio Bevilacqua (barbiere), dei Duchi Farnese Borbone 1663-1694 si legge che questi Farnese passavano la vita fra fiere e incontri con banchieri , teatro.Si potrebbe affermare che ,in linea di massima ,non han fatto altro nella loro esistenza,un episodio pero’ colpisce, nel 1644 il 29 Marzo,il Bevilacqua scrive:”a hor una di note in circa,è stato ammazzato un prete (di cui si omette il nome) vicino la casa del Dotor Perugino,sula strada di S.Michele (penso a Parma) in sua casa dicendo l’uficio  li è stata tirata un’archibugiata nella schiena,et è morto subito,et è stato un altro prete.