Ragionamento sull’Anima.

Written By: bruno - Dic• 01•14

Quando nacque,che doveva per forza essere nato,nacque senza memoria,senza nemmeno un briciolo di memoria, tanto da non ricordarsi nemmeno d’essere,nato,gli diedero subito un nome con il suo bel cognome.Quel cognome, con il suo bel nome e  con il tempo si convinse che fosse proprio  suo,e lui,o lei,non potesse che chiamarsi così’,proprio così’,perché lui,o lei ,doveva, in qualche modo essere chiamata o chiamato,tanto che tutti portavano un nome e un cognome per potere essere chiamati.Ma la cosa non si fermo’ li,perché a quel primo sigillo ne aggiunsero tanti,tanti altri che, lui,o lei, non sapeva di possedere.La storia più’ complessa fu con il suo io,quell’io che gli venne inculcato,spiegato,ripetuto fino alla nausea finche’ non ne venne sopraffatta o sopraffatto,tanto che penso’  bene di crederci,di avere un io.Si’, avere anche un io,convincersi,in virtù’ di diversi e contraddittori rapporti non solo umani che ,quello non poteva essere che il primo, l’originale unico vero io, per lei, o lui.Irripetibilmente singolare,unico io ,con la sua unica, bella anima che un io potesse possedere,come il suo bel nome e cognome che, il suo io potesse avere,e con tanto di parentele lontane, anche loro con il loro io,giù giu’ ,fino nel buio dei secoli pieni,zeppi,ridondanti di io.E pensare che invece,lei o lui,si sentiva come una radio accesa (finché è accesa),radio, che si poteva pero’ spegnere, a piacimento,radio che riceveva onde corte e lunghe,adatta solo a ricevere ,quando accesa e,trasmettere,trasmettere quello che le sue combinazioni elettroniche gli permettevano di intercettare.Oh,è vero,quella radio,a cui somigliava tanto,per quella radio poteva,poteva provare affetto, ed anche amore,in fondo, spesso,quella radio,  consolava e pareva a lei o lui,che avesse sotto sotto, anche un anima,una vera anima,come la loro.Gli era stato dato anche un nome,forse esagerando, a quella radio ,che aveva la sua storia,una storia legata a tutte le radio del mondo.Il giorno che la  radio si ruppe, gettandola in un bidone della spazzatura, sperava di vedere , la sua anima,quella della radio, esalare,salire al cielo,sperava,come gli uomini e le donne fanno,sognano,sopra tutte le anime e tutte le radio del mondo.La butto’ senza pensare che la sua anima,l’anima della radio era nelle onde,lunghe o corte, che ancora viaggiavano,fluttuavano nell’aria indifferenti, e che,la  radio,con il suo unico io, ed il suo bel nome e cognome,non poteva più’ ricevere,perché  morta,rotta,finita,per sempre,per sempre.

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Lascia un commento