Diciamo subito che,la storia del Pio Albergo Trivulzio è la punta dell’iceberg,se mai questa storia ha una punta sola.Tutti gli ospizi,tutti i “pii alberghi” sono rimasti abbandonati a sé stessi,con ad un andare e venire di gente che non doveva andare e venire in questi “alberghi” e che, in conseguenza dell’epidemia avrebbero,ripeto avrebbero dovuto avere più tutele,più garanzie.Invece,”questi alberghi” sono andati in coda agli ospedali che non sapevana che fare,o che pesci pigliare davanti ad un epidemia mortale che si è portata via oltre i pazienti anche i dottori con i loro infermieri.Le autoambulanze andavano e venivano da questi cronicari quasi fossero divenuti dei tassisti in una qualsiasi ora di punta della stazione ferroviaria.Oltre all’impreparazioone ci siamo dunque trovati davanti anche (e non manca mai),anche al solito cinismo,pubblico,di Stato e civile.
Vita.
La vita canta tessendo il filo sottile di ogni bellezza che ci muove innanzi, e vedo il senso di ogni cosa ricondursi all’immenso cui siamo volti, ove ogni foglia mossa al vento e raggio di sole radente l’eterna bellezza ci conduce.
Francesca Pierucci
L’ospedale Conte.
Il governo Conte si è barricato in casa con tanto di sussidi sanitari e si è barricato in barba e prima di coloro che morivano,per mancanza di dispositivi sanitari messi come erano in prima linea come medici poliziotti carabinieri infermieri ed infermiere.E,mentre costoro morivano con un esercito di vecchi agonizzanti ,abbandonati nei ricoveri,Conte ,trincerato dietro la sua comoda scrivania,progettava mascherato da introvabili sussidi sanitari i prossimi giorni,mesi anni di galera degli italiani e delle italiane,popolo tutto insomma,privo di ogni difesa sanitaria, costretto ad un domicilio carcerario sperando nella sola cieca fortuna di non contrarre il virus,mentre Conte si ispira a Schettino.
Le perle nere di Kella.
Steven Gerald James Wright (soprannominato lo Strangolatore del Suffolk) nasce il 24 aprile 1958 a Erpingham, nel Norfolk, è uno dei più sanguinari serial killer della cronaca nera inglese. La sua famiglia è composta da madre infermiera e padre poliziotto, da un fratello e due sorelle. All’età di 16 anni abbandona gli studi per unirsi alla Marina Mercantile come manovratore portuale Quattro anni più tardi, nel 1978, appena 20enne, sposa Angela O’Donovan, dalla quale divorzia dopo 10 anni Sposa in seconde nozze la 32enne Diane Cassell, da cui divorzia 11 mesi dopo, nel luglio 1988. Due tentativi di suicidio, il primo nel 1994 compiuto attraverso l’inalazione di monossido di carbonio, e il secondo nel 2000 con un sovradosaggio di farmaci, ne segnano il crollo definitivo La personalità di Wright subisce numerose mutazioni, preda della dipendenza da alcol che ne deforma l’esistenza, sino alla fase omicida. Non è nuovo alla frequentazione di bordelli, per sua stessa ammissione, che diventa sempre più assidua nel corso degli anni precedenti agli omicidi a lui imputati. Diventa uno dei clienti fissi di alcune prostitute del luogo. Steve Wright entra definitivamente nell’albo nero dei serial killer più feroci del Regno Unito dopo una scia di brutali omicidi, avvenuti tra il 30 ottobre e il 10 dicembre 2006 a Ipswich. Si tratta di un trimestre di sangue che sconvolge l’intera contea del Suffolk, entrando di prepotenza negli annali della criminalità inglese. Sono 5 le vittime cadute nella trama del pluriomicida: si tratta di giovani donne, tutte sotto i 30 anni, ritrovate nude e senza segni di violenza pre/post mortem: è qui che traspare la serialità delle aggressioni, ed è da qui che partono gli investigatori. Carica sulla sua auto giovani prostitute con problemi di tossicodipendenza, le porta in un luogo isolato dove parcheggia e le fa spogliare. In seguito le strangola, senza commettere alcun atto sessuale prima o dopo l’omicidio, e ne abbandona il corpo nudo. Sono le tracce di sangue di una delle ragazze uccise, trovate sulla sua Ford, a permettere di individuare la firma del vero assassino attraverso l’analisi del materiale genetico. Venne arrestato il 19 dicembre 2006 e condannato il 22 febbraio 2008. Tuttora in carcere.
Kella Tribi.
Ma quale meritocrazia.
Noi Italia stiamo cercando di crescere ma purtroppo negli ultimi 50 anni ci siamo evoluti purtroppo non tanto, per mancanza di meritocrazia a tutti i livelli…si è sempre preferito l’amico con le solite raccomandazioni,non guardando all’utilità e le vera professionalità della persone….proprio per questo in Italia abbiamo problemi perchè le vere intellighenzie sono all’estero e non hanno voluto soccombere ad un sistema sbagliato, inutile per la collettività e poco proficuo….ora ci lamentiamo…chiediamo elemosine…senza nessun risultato. Di contro ora chi vi trovate, nessuno …degli anziani…ed i giovani idealisti che non porteranno mai allo splendore meritato l’italia. Stiamo pagando è pagheranno ancora un prezzo troppo alto le generazioni presenti e future e, se sperate che vi aiuti l’Europa continuate a sognare…tutto è possibile…. è la meritocrazia vera quella che paga…riflettete,se potete!
Teresa Campagna.
Meriggio stanco
Ossa sottili affogate senza più materia viva, volto che soltanto un poco è l’antico volto, occhi che mi volgesti ogni giorno per portarmi come un virgulto cieco verso il suo sole, ti ringrazio per essere stata la radice antica nella terra odorante di acqua e di nuovi semi. Per avermi portato sulle strade piene del sole che ci benedisse, un giorno. Per avermi offerto la curiosità di tutte le cose, del il mare e della pesca, delle corse nei nostri boschi e dei i voli sulle nostre nevi. Per avermi offerto alla luce e al vento e alla fremente gioia , alle foglie e al mare furibondo mentre la nostra vita scalciante e insistente gracidava come cicale nel meriggio stanco.
Francesca Pierucci
A proposito di Pistoletto.
Capita di leggere,quando si legge un tipo come Schopenhauer,visioni,anticipazione che denotano come questi autori furono sempre profetici,questi,avevano,godevano insieme a Nietzsche di ampi orizzonti.Nell’analisi sulla storia,quella monumentale,antiquaria e critica Schopenhauer descrive l’unica la vera la monumentale e,curiosamente quasi vaticinando l’oggi scrive:negli specchi si possono riflettere delle scimmie,non degli apostoli e,allora,allora chissà perché,così ,all’improvviso mi è venuto in mente il Michelangelo d’oggi,quello servo dei nostri gusti,il Michelangelo si,ma Pistoletto.
Partiam, partiam.
Partiam,partiam,come recita in coro l’opera nell’ultimo atto e nessuno si muove,questa è un poco la situazione non solo d’Italia ma nel mondo circa una ripartenza del dopo, o nonostante il virus.Ci si aspetta un alluvione di finanziamenti da tutte le parti,parti che promettono,prometto ma potrebbe finire come all’opera.In tanti si sta alla finestra,tutti alla finestra per vedere soppesare che cosa davvero si muova,intanto arrivano ancora migranti,e qualcuno ci rinfaccia che noi chiediamo aiuto a tutti ma non diamo aiuto a nessuno,nessuno,si fa per dire basta guardare quello che abbiamo dato e ci costringono ancora a dare ,contro ogni logica anche in tempo di pandemia.
L’Italia è una valigia.
L’Italia è una valigia cosparsa di belle frasi,un poco vengono dal cielo,qualcuna dal governo,qualcuna dal Presidente della Nazione,altra vengono da un popolo o,da comprimari in cerca di visibilità e autocertificazione che appaiono sconosciuti alla massa sugli schermi televisivi.Belle frasi,frasi rassicuranti,frasi beneauguranti che tradiscono chi le pronuncia,tradiscono la loro incertezza,la loro incapacità,la loro insicurezza che mascherano con finta sicurezza in una frase,in un un “bel” discorso,un assennato augurio,un motto.Qui, del doman non v’è certezza e questo lo sanno anche coloro che appiccicano le loro vistose etichette sulla valigia d’Italia,le appiccicano,quasi fossero dei maghi,maghi in grado di cambiare la realtà.
Il Pangolino.
Nel mondo si mangia,eccome si mangia,quasi tutti mangiano e quando mangiano,mangiano un po’ di tutto,dai ratti al caviale,che poi son uova fecondate di un pesce.Inutile parlare dell’inutile strage degli agnelli,assieme a tutti i viventi che chiamiamo animali ma che sono sempre meglio di noi,noi che mangiamo di tutto,tutto in nome di una tradizione,quando la si ha che rimane e si conferma sanguinaria.Bene mangiamo di tutto,si potrebbe dire, senza eccezzione, di tutto,fatta salva come si diceva chi muore di fame e non può mangiare nemmeno i propri pidocchi e,questo mangiar di tutto si dice,si mormora ci ha regalato questa nuova epidemia che flagella il mondo dando la colpa ora ai pipistrelli,ai topi,agli scorpioni,mentre oggi si tira fuori dal cilindro il pangolino,sissignori,il pangolino che si esportano a quintali per l’alimentazione del mondo, con l’ovvio rischio che,di pangolini tritati,e per colpa dei nostri denti,fatti salvi gli sdentati con le loro pappette, se ne perda la traccia,per sempre.