E’ interessante notare come il titolo di:servus servorum,usato per umiltà dai Papi nelle bolle venne adottato per primo da Gregorio Magno,in contrapposizione a Giovanni,Patriarca di Costantinopoli,detto il digiunatore.
Preistorico decorativo.
Prassitele,celebre scultore greco,nato in Atene verso il 360 a.C.Le sue statue di Venere,nelle quali ebbe l’ardire di raffigurare la dea nella propria nudità erano celebri nei tempi antichi.Si è dovuto attendere solo l’altro ieri “l’opera di Urs Fischer come grande (nuda)opera primordiale della rappresentazione di merda come materia prima di ogni opera d’arte”.Fischer l’ha definito (inconsciamente)“gesto primordiale”indicando così,in modo esaustivo,che l’arte è oggi preistorica come la sua materia,esattamente come fu,fin dai primordi;primordiale questa “arte”.in Piazza della Signoria a Firenze.
Ardea.
Andrea Fusignani,l’ingegnere informatico che ha ammazzato tre persone;due bambini e un anziano,oltre a possedere;senza averla denunciata l’arma del padre,guardia giurata,dovrebbe aver fatto anche un corso di tiro al bersaglio.Infatti è quasi impossibile per un inesperto con tre colpi centrare mortalmente la vittima,fra cui un bambino al collo,ci vuole esercizio per una mira che ha dimostrato di avere questo fuori di testa con l’occhio da cecchino.
Palloni incendiari.
Bibi non ha ancora dismesso le sue funzioni che Hamas comincia con nuove provocazioni,forse i palestinesi con i palloni incendiari hanno inteso festeggiare l ‘arrivo del nuovo governo,forse hanno voluto provare le intenzioni della nuova coalizione ma la risposta,giustamente è stata sempre la stessa;Bibi,o non Bibi è sempre la solita storia.
Prova
Un vero problema si presenta con il blog,vi sono difficoltà nell’accedre per cui scrivo l’ennesimo tentativo.
Wagner
< Nietzsche conservò sempre una certa nostalgia per i tempi della sua amicizia con Wagner,anche se ad una signora ammiratrice del musicista rispondeva:”è una cosa per cui corre del genio,ma un genio della menzogna”.
Il paese di latte e miele.
Quel nigeriano che ha rapinato del cellulare e violentato una pensionata di 89 anni,in fondo aveva pagato il suo biglietto a qualcuno che fa servizio barca dall’Africa all’Italia.Aveva pagato il suo bel biglietto di scomodo viaggio berso il paese di latte e miele;specie di mentita terra promessa da questi organizzatori di clandestini viaggi.Giunto nel bel paese però deve essersi accorto che non tutto filava come le promesse fatte,anzi,pare,che dovesse essere respinto,e ,rimandato in Nigeria.Un uomo che vive di espedienti,respinto,senza fissa dimora,abbandonato,dopo aver pagato regolare biglietto di viaggio al Lucignolo di turno,deve essere sprofondato nella delusione più nera e nella più nera solitudine volle allora anche rubare,rubare,rubare anche un pò d’amore-nel mentito paese di latte e miele-e l’ha rubato;l’ha rubato dove gli è capitato, con la prima che gli è capitata,senza chiedere l’età.
Wagner secondo Nietzche.
Nietzche,confessa che il suo nome tradisce la sua origine polacca ;ed è interessante leggere un suo giudizio su Wagner-un tempo suo amico-.”la formula wagneriana “melodia infinita” esprime nel modo più amabile il pericolo,la corruzione dell’istinto,e anche la tranquillità della coscienza in mezzo a tale corruzione.L’amabilità ritmica,per cui non si sa più,non si deve più sapere,se una cosa ha capo o coda,è senza dubbio un trucco artistico mediante il quale si effuttuano effetti meravigliosi”.Una retromarcia nei confronti del suo passato che ,il filologo compie verso Wagner.Nietzche,nel tempo si avvicinerà anche alla musica del sud, trovandola più autentica ma, questa sua riflessione ,sul suo vecchio ex amico del passato getta una luce anticipatrice su tutto il futuro dell’arte;anche musicale.La sorella;che lui chiamava :il Lama,andò sposa ad un ricco antisemita che però la chiamò con un diminutivo-nomignolo-ebraico:”Eli”:Eli, significa infatti “mio Dio”.Che poi, Nietzche suonasse e componesse, è poco conosciuto ,come il solito risvolto oscuro che ammanta personaggi che hanno determinato o, perlomeno analizzato con tanta profondità significante il conecetto di arte.
Calma e sangue freddo.
Boris Johnson incontra Biden e con questi i capi d’Europa,Draghi compreso,vogliono cantarle alla Russia e fare argine alla Cina;commercio e diritti civili hanno sempre delle priorità e,alcuni dicono che è con questi conflitti che le nazioni fanno le guerre;insomma, l’interesse alla fine la fa da padrone e non si può continuare a frizionare : prima o poi tutto salta,o si fa saltare.C’è la sensazione che gli stati ricchi ed egemoni parlino e gli altri ascoltino;è la regola.Comunque ben vengano questi incontri al posto di quelli che un non lontano passato ci imbandiva- Joachim von Ribbetrop-Ciano,patto d’acciaio (sic), Molotv -Ribbentrop,questa è un altra storia;è la storia di gente e di stati ricchi senza grilli per la testa, con in tasca l’atomica-calma e sangue freddo-
Le perle nere di Kella.
La storia di Martina Rossi comincia il 3 agosto 2011. La studentessa di 20 anni, genovese, parte con tre amiche per una vacanza alle Baleari. Le ragazze fanno amicizia all’hotel Sant’Ana con un gruppo di aretini, tra cui Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. Quella notte gli altri giovani si appartano e Martina, per non rimanere sola, sale in camera dei due amici. Poi, secondo l’accusa, ora confermata dalla sentenza di appello bis, i due giovani tentano di violentare la ragazza che scappa, e spaventata vola giù dal balcone del sesto piano. La magistratura spagnola archivia il caso come suicidio, ma grazie alla tenacia di Franca e Bruno Rossi, i genitori di Martina, il caso viene riaperto in Italia. La Procura di Genova avvia le indagini, poi trasferite per competenza a quella di Arezzo. Il corpo della giovane venne trovato senza pantaloncini.
In primo grado, il tribunale aretino condanna i due giovani a 6 anni di reclusione. Per i giudici Martina precipitò dalla camera d’albergo dove alloggiavano i due imputati per sfuggire a un tentativo di stupro. «Fuggiva da due ragazzi aretini che la volevano violentare e tentò un ultimo e disperato tentativo di mettersi in salvo raggiungendo un altro terrazzo», aveva spiegato nella requisitoria il pm. La difesa, invece, si era battuta per l’assoluzione ipotizzando il suicidio della ragazza colpita anni prima da una forma di depressione o quanto meno un incidente.
Martina precipitò nel disperato tentativo di sottrarsi a uno stupro”. È scritto nero su bianco nelle pagine delle motivazioni della sentenza con cui la Corte di Appello di Firenze il 28 aprile scorso ha condannato a 3 anni di reclusione Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi per tentata violenza sessuale di gruppo ai danni di Martina Rossi, morta dopo essere precipitando dal sesto piano dell’albergo dove era in vacanza a Palma de Maiorca.
Anche in questa condanna, l’unica a carico dei due imputati, che verosimilmente non vedranno mai il carcere, è in odore di prescrizione, proprio come quella di “morte in conseguenza di altro reato”, contestata ai due e poi decaduta per prescrizione (dopo 10 anni) anche a causa della lentezza biblica dei tribunali. La verità storica ormai la conosciamo: Martina fuggiva da una violenza sessuale e, messa in trappola, ha tentato di scappare dal balcone da cui è precipitata. La verità processuale non la confermerà mai, non nelle pene.
Martina cara, è proprio il caso di dirlo: cercavi la Giustizia, trovasti la Legge.
Kella Tribi