Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Giu• 12•21

La storia di Martina Rossi comincia il 3 agosto 2011. La studentessa di 20 anni, genovese, parte con tre amiche per una vacanza alle Baleari. Le ragazze fanno amicizia all’hotel Sant’Ana con un gruppo di aretini, tra cui Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. Quella notte gli altri giovani si appartano e Martina, per non rimanere sola, sale in camera dei due amici. Poi, secondo l’accusa, ora confermata dalla sentenza di appello bis, i due giovani tentano di violentare la ragazza che scappa, e spaventata vola giù dal balcone del sesto piano. La magistratura spagnola archivia il caso come suicidio, ma grazie alla tenacia di Franca e Bruno Rossi, i genitori di Martina, il caso viene riaperto in Italia. La Procura di Genova avvia le indagini, poi trasferite per competenza a quella di Arezzo. Il corpo della giovane venne trovato senza pantaloncini.
In primo grado, il tribunale aretino condanna i due giovani a 6 anni di reclusione. Per i giudici Martina precipitò dalla camera d’albergo dove alloggiavano i due imputati per sfuggire a un tentativo di stupro. «Fuggiva da due ragazzi aretini che la volevano violentare e tentò un ultimo e disperato tentativo di mettersi in salvo raggiungendo un altro terrazzo», aveva spiegato nella requisitoria il pm. La difesa, invece, si era battuta per l’assoluzione ipotizzando il suicidio della ragazza colpita anni prima da una forma di depressione o quanto meno un incidente.
Martina precipitò nel disperato tentativo di sottrarsi a uno stupro”. È scritto nero su bianco nelle pagine delle motivazioni della sentenza con cui la Corte di Appello di Firenze il 28 aprile scorso ha condannato a 3 anni di reclusione Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi per tentata violenza sessuale di gruppo ai danni di Martina Rossi, morta dopo essere precipitando dal sesto piano dell’albergo dove era in vacanza a Palma de Maiorca.
Anche in questa condanna, l’unica a carico dei due imputati, che verosimilmente non vedranno mai il carcere, è in odore di prescrizione, proprio come quella di “morte in conseguenza di altro reato”, contestata ai due e poi decaduta per prescrizione (dopo 10 anni) anche a causa della lentezza biblica dei tribunali. La verità storica ormai la conosciamo: Martina fuggiva da una violenza sessuale e, messa in trappola, ha tentato di scappare dal balcone da cui è precipitata. La verità processuale non la confermerà mai, non nelle pene.
Martina cara, è proprio il caso di dirlo: cercavi la Giustizia, trovasti la Legge.
Kella Tribi

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