Qualche differenza.

Written By: bruno - Ott• 17•13

Non ci sono solo criminali con la divisa delle SS,è vero,le divise sono cambiate,si sono attualizzate,si sono messe anche in borghese.Ma,le SS e la Germania di Hitler,erano una fabbrica di morte,una fabbrica che produceva morti,solo morti,ed erano morti a livello sistematico,industriale,programmato,selezionato,sfruttato,per non citare i capelli usati come feltro o i denti d’oro,Germania,vero pozzo di bestialita’ che qui’ non occorre ripetere.C’è chi non ci crede,punto,affari suoi,studi.Paragonare l’atomica sul Giappone ai crimini nazisti,mi sembra impreciso,l’atomiche furono ben due,alla prima i giapponesi risposero picche,ce ne volle una seconda per ottenere la fine di una carneficina che rischiava di prolungarsi all’infinito.I  giapponesi,popolo disciplinato,corredato anche lui delle sue belle bestialita’,non si sarebbe arreso mai, anzi, si sarebbe sacrificato fino all’ultimo uomo.Ci vollero ancora morti,morti,oltre che civili anche militari,morti che poterono pero’ fermare, grazie all’atomica la guerra.La Germania,quella Germania, aveva stabilito che i tedeschi erano i piu’ furbi,il resto poteva essere schiavizzato o eliminato,i loro alleati ,Italia e Giappone, si erano seduti sul sangue dei popoli,credendo di far festa.La bomba atomica,per quanto orribile,fu un deterrente ultimo, militare,nessuno si mise a far scarpe con i capelli o collane con i denti d’oro,nessuno seleziono’,programmo’ per anni, il trionfo di una pseudo razza al governo del mondo.Qualche differenza dunque c’è,liberissimi di non crederci e sopratutto, l’atomica era nell’aria,ognuno scelga a chi doveva toccare, America o Germania.

Paradiso parlamentare.

Written By: bruno - Ott• 16•13

Dio padre Napolitano appare sulle nuvole,si vede un occhio solo dentro un triangolo e tuona,alla napoletana:concordia figlioli concordia,le cose si mettono per il meglio,son finiti i tempi bui.Alla sua destra Letta Enrico cinguetta in un azzurro di seta:è finita cari amici, cittadini dello stivale, è finita,son finite le vostre pene,tutto a posto,basta tasse.Risponde alla sinistra di Napolitano Alfano,capo provvisorio e discutibile del pdl:tutto bene ,amici,cari amici,noi ringhiamo agli infami che mettono balzelli.Una musichetta da mulino bianco echeggia nell’aria dolce che sa di primavera e pan di zucchero,nessuno bada come son messe le angeliche figure.Quello che doveva trovarsi a sinistra è a destra e colui che doveva essere a destra è a sinistra, forse per strabismo di stato,strabismo partenopeo,  strabismo d’Europa.La Camera ed il Senato si son fatte tempio armonioso e felice e cantano anche loro :tutto bene,pace, Italiani,concordia,collaborazione,amore,la crisi è alla fine ,niente piu’ tasse,tutto ha un nuovo  nome,quel che pagate non son piu’   odiate tasse,ma nuovissime opportunita’,e voi,cari Italiani, siete un popolo,popolo carico di opportunita’,non esiste sul globo schiatta  piu’ fortunata di voi.Napolitano con ampi gesti benedice,scompare,resta il triangolo, vuoto.La televisione e la stampa applaude fragorosamente, come un temporale di Marzo.

Un morto di Germania.

Written By: bruno - Ott• 16•13

E si contesero il morto,venne il giorno in cui i primi  davano sonori calci al legno funebre ed altri  invece  baciavano la cassa piangendo.Fu rissa,  davanti al cadavere bestemmiato e pianto.Parevano tutti angeli cattivi,angeli buoni,la polizia bastonava tutti,tutti questi angeli e non,il prete si spoglio’ e, in giacca e cravatta scomparve nel buio,lasciando il funerale senza Requiem.Il signor Prefetto non sapeva piu’ cosa fare,anche l’avvocato del defunto getto’ la toga davanti al morto pronto per la pira.Il forno crematorio ardeva,con le sue lingue gialle,gialle come zolfo infernale,sospirava la fiamma quel sacrificio,ansava,sbuffava,gemeva di desiderio.Ma non c’erano piu’ nemmeno  i becchini.Si spense  il fuoco voglioso,scomparve anche il cadavere,non si seppe piu’ nulla,nulla,qualcuno insinuo’ che seimilioni di morti,si erano portati via il loro boia.

No alle petizioni!

Written By: bruno - Ott• 14•13

Arrivano diverse petizioni a cui si richiede di apporre una firma.Non firmeremo mai alcuna petizione,non apporremo alcuna firma in calce a qualsiasi promotore,promotore che ,evidentemente vanta e strumentalizza il consenso raccolto a titolo personale e ad uso di una sua pretesa  efficienza.Le idee qui’ espresse sono chiare,anche se  di poco conto,consci di questo ruolo anonimo, non desideriamo fare la coda a nessuno,nemmeno alla parte che ci è affine.Non mandate petizioni!Grazie.

Profughi.

Written By: bruno - Ott• 14•13

Per trasportare in sicurezza i profughi che arrivano dall’Affrica,  occorre organizzare un ponte aereo che li trasporti direttamente nell’Europa del nord.

Amnistia si,amnistia no.

Written By: bruno - Ott• 13•13

Ma che amnistia amnistia,per la maggior parte dei carcerati sara’ sufficiente un permesso di quarantotto ore che, tanto durera’ la loro permanenza in liberta’.

Giuseppe Fortunino Francesco.

Written By: bruno - Ott• 13•13

Verdi lo si capisce meglio se si visita la sua casa natale,le scalette,la piccola osteria,la stalla dei cavalli di posta,il tetto al primo e ultimo piano con i coppi a vista.La ragazza che  spiega la casa dice che i Pallavicini avevano importanti architetti e, quella umile stazione di posta con annessa osteria sarebbe,secondo lei,sarebbe stata progettata da un architetto,per un archetto che dal pianterreno al primo e ultimo piano sale.Avrei voluto domandare il nome dell’architetto,ma non mi è parso opportuno mettere in imbarazzo la giovane guida.Chissa’ che freddo,che gelo, il giovane Verdi ha affrontato salendo di fretta le scale scaldate dalla stalla,scaldata, quando c’erono cavalli in sosta,in fretta, per andare a dormire nella piccola stanzetta divisa con la sorella down, sorella dimenticata,impronunciata,come non vissuta.Il padre era un oste , tirava a campare,forse beveva e cantava,cantava con gli avventori dell’osteria,la madre piacentina,Luigia Uttini filatrice,doveva tenere a bacchetta quella isoletta sonora nella pianura.Il padre, con cui Verdi aveva un rapporto di contrasto gli aveva regalato pero’,ancora bambino, una spinetta,al padre piaceva la musica e il canto e questo dono lo rivela sensibile verso un bambino che fece della musica la ragione della sua vita.Proprio davanti all’osteria, la chiesa,altra isola angelica  per il compositore.Da una parte il fumo del sigaro e dall’altra il fumo dell’incenso e il canto celestiale.Questi due elementi ricorreranno sempre nell’opera verdiana,basterebbe ricordare il preludio della Traviata per camminare su di un terreno etereo sollevato appena sopra le nebbie padane.Ma Verdi è  voce,la voce,quella voce che ha dominato tutti i suoi giorni infantili,quel sapore, anche di banda che traspare in sottotraccia.La sua casa,la sua gente ,con le loro voci che si è portato dentro per tutta la vita.Come dimenticare “libian nè i lieti calici” e non pensare subito a quella  sua casa,come dimenticare che il canto e la musica di Verdi sono un anelito, un ansimare,un rincorresi,di umanissimi spasimi e gioie e pienezza umana che sa di terra e di vita di pianura.Se, in Wagner i mezzi sono rarefatti a volte prolissi,complessi e grandiosi,con una strumentazione destrutturata musicalmente,senza arie o forme legate alla tradizione,in Verdi tutta questa tradizione viene esaltata ossificata,umanizzata, con personaggi a tutto tondo.Verdi scolpisce i suoi personaggi  e le sue arie a colpi di scalpello,scolpisce,in un legno morbido e profumato,almeno fino all’Otello o il Falstaff,Falstaff che finisce,occorre ripeterlo  con:”tutto nel mondo è burla”.Nella sua modesta casa di Roncole, con un padre oste parmigiano, ed una madre piacentina,Luigia Uttini ,cresce il giovane Giuseppe Fortunato Verdi,accompagnato da una sorella che tenevano nascosta,cresce al freddo ed al caldo di pianura,nel verde rigoglioso, cresce il compositore, accompagnato dal fumo di tabacco e dall’aroma di incenso.Incenso che non lo muto’ poi tanto, se convisse con la Strepponi gia’ madre di un figlio ma che lui volle a dispetto di tutto e di tutti.Solo oggi comincio a comprenderlo,capirlo amarlo,Francesco  Fortunino Giuseppe Verdi.

Lasciate Peppino in pace.

Written By: bruno - Ott• 12•13

Una volta a Villa Sant’Antagata si presentarono due suonatori ambulanti,che, davanti al cancello si misero a suonare un aria di Verdi ,la suonavano a modo loro,come la possono suonare due girovaghi.Il maestro imbufalito li caccio’ in malo modo non sopportando di sentire il suo lavoro vilipeso,ridotto a pezzi e bocconi,biascicato e risputato.Ieri su RAI 5,mi pare,c’era un ,viva Verdi,cioè una celebrazione o ricordo del compositore.Mi addormento presto, ma, ieri sera mi sono preparato curioso di sentire qualche rievocazione di storia verdiana.L’unica cosa decente che è apparsa sullo schermo è stata appunto il :viva Verdi,poi è stato un biascicar di note al mercato,fra i banchi della frutta,chi ammazzava “la donna è mobile”.Altri gracchiavano un poco di tutto,c’erano foto  di Verdi e Wagner che parlavano come Braccio di Ferro e Pietro Gambadilegno,due coglioni,in carne ed ossa,finti inglesi commentavano con”fine” ironia la figura di Verdi.Insomma fra una storpiatura e un altra ,senza trascurare di massacrare l’autore,hanno tirato il fine,con tanto di titoli di coda.Pensando al maestro non mi  riusciva piu’ di prender sonno,specialmente alla luce di quello che fece Peppino ai due ambulanti davanti al suo cancello.Quando finalmente cominciai a sprofondare nella dimenticanza del buio,ecco,come per incanto,e come fanno i sogni, il maestro mi appare vivido ed agitato,come resuscitato scuotere con secche nocche il coperchio del suo sepolcro,piu’ e piu volte.Svegliandomi, di sudore madido, mi son messo a dir dei requiem per i morti,ripetendoli a fior di labbra,come in un accorato rosario,piano,sempre piu’ piano, sempre piu’ flebili e accorati, finchè, trovando  pace, anche le preghiere son morte   sulle mie labbra.Pace Peppino,pace.

Bestialita’ centenaria.

Written By: bruno - Ott• 12•13

Priebke: un uomo malvagio fedele alla sua malvagita’.Se non avesse eseguito gli ordini  ,lui  sarebbe morto ,in realta’ è morto per avere eseguito gli ordini.Priebke,propaggine del male,protesi senza volonta’ della violenza,fedele solo alla volonta’ di uccidere,ubbidiente al male assoluto,male che non pensa o dice di non pensare,o pensa solo al male,nascondendosi dietro un “ordine”.Il male non serve a nulla,uccidere per Briebke è stato un gesto inutile,lui con tutta la sua storia è affogato nel tempo.Uomini come lui,dimostrano l’immanenza,la persistenza della malvagita’ nel mondo.La violenza non stabilisce nè stabilizza nè destabilizza nulla,quest’uomo nel riaffermare  e nel giustificare la sua impotente bestialita’,dichiara di avere perso per sempre un rapporto con sè stesso e gli uomini,un sè stesso che non ha mai conosciuto,ridotto a semplice espressione pulsionale , primitiva ,priva di intelletto e di riscatto.Qualita’ negative piu’ comuni di quanto si creda e che,qualcuno non ha pero’ ancora armato  ,incoraggiato,premiato.Cento anni non gli sono bastati,per capire,comprendere e, questo lo fa non solo criminale,ma anche ottuso,tonto,bestiale,come è appunto il male.

1001 modi per ammazzare Verdi.

Written By: bruno - Ott• 11•13

Muti,balbetta qualche frase di circostanza su Verdi,piccole frasi fatte sull’emiliano,mentre sullo schermo appaiono versioni modernizzate di Traviata,dove una escort in abito rosso gorgheggia su di un fondale azzurro.Da un lato un signore con pizzo e impermeabile assorto sotto il suo cappello Borsalino,non si capisce se è Alfredo o il padre.Tutto sembra tratto da scene di vita, lungo un qualsiasi nodo anulare ( che è di gran moda),insomma una puttana in strada che cantando sventola una borsetta di plastica .Se, togliessero il sonoro ed il cantato,sembrerebbe una squallida pubblicita’ di qualche pisello in scatola,forse di tonno,visto l’azzurro.Ma no,quella puttana,con vestitino rosso sopra le ginocchia canta e parla come nell’ottocento,proprio come nell’ottocento.Credo che molte siano le lingue sui marciapiedi del mondo,da noi dopo l’italiano,penso al polacco,all’ungherese all’ucraino,al cinese,al sudamericano,all’africano,ma, una che parla e canta come nell’ottocento mi sembra una novita’ assoluta,una raffinata puttanata.