Evviva ,evviva:è arrivata l’intelligenza artificiale,già qualche giornale la esibisce in stampa:comoda,per chi non ha mai fatto nulla:sopratutto mai pensato o,”pensato”.Comoda e pronta,tutti,se capaci potranno usarla,esibirla e farla scorrere dentro le vene anemiche delle comunità.Infatti,l’intelligenza articiale farà un gran servizio di cotto e mangiato,cotto e mangiato senza passare per la digestione:ma lei,lei,l’intelligenza di servizio,quella artificiale ,che se ne farà della sua “intelligente intelligenza”.
Fornaro.
Fornaro piange,piange per l’interpretazioni del manifesto di Ventotene,manifesto che ha un bella età e,come tutte le cose di bella età ha i suoi acciacchi,acciacchi naturali s’intende,cose di tutti i giorni ma,che l’età e il tempo mette in evidenza.Fornaro piange,piange sentendo i commenti della Meloni:le istituzioni o le “istituzioni” mettono così anche la pancia in mostra;sentimenti di pancia intendo e, la cosa:il pianto-di pancia- con tanto di gote rigate lascia di stucco.
Ursula.
Comincio, Ursula, a non aver più voglia di scrivere su di te, mi annoio. Tu e il tuo amico Mario siete troppo prevedibili nonostante usiate termini, tonalità da melodramma siete troppo prevedibili , siete come un tessuto che vuole apparire prezioso in cui trama e ordito si stanno sfilacciando. Non siete credibili né agli occhi della gente normale né a quelli dei vostri superiori. Più che incutere rispetto o timore sembrate voi intimoriti e, comunque prima di pretendere rispetto bisogna meritarlo
Paola Mars.
“Giocano”.
Russia America se la giocano alla grande,come la storia insegna e si è sempre giocato: guerra e o,pace.Attorno al tavolo dei giocatori ci stanno tutti i commentatori e questi si giocano ,giocano a parole ,anche se America Russia giocano-come la storia insegna-giocano, con le carte in mano.
Sciogliere nodi.
Sciogliere i nodi fra Russia e America richiede un certo spazio ma,sopratutto una certa pazienza:il dare e l’avere ci gioca la soluzione.Pare ,secondo una tradizione popolare che,sciogliere i nodi porti male ma qui,qui farebbe un gran bene ,un gran bene alla febbre del mondo,febbre che in Medio Oriente invece sale,e ,non si sa nemmeno se il malato ,in Medio Oriente ,prenderà finalmente almeno un brodo.
Armiamoci.
Putin e Trump,Putin e Trump pare vadano verso un accordo ,così oggi,oggi si scopre che c’è-anche- un Europa,un Europa da armare,che armata è più Europa,armata si presenta meglio,meglio;tanto che sembra proprio un Europa,proprio un Europa vera,con l’Inghilterra in testa:si,l’Inghilterra,l’Inghilterra che non è nemmeno Europa ma,sopratutto non è nemmeno europea.
Divide et impera.
Se qualcuno contava di dividere tutte forze politiche in Italia c’è riuscito,c’è riuscito benissimo ,visto tutte le manifestazioni romane che hanno affermato,in ordine le loro differenze:differenze screziate da sottili ragioni che rendono bene il variopinto tessuto delle forze in campo.Divide et impera:mai espressione fu più descrittiva,anche in questi giorni da un motto antico.
Telefona.
Se,se qualcuno desidera sapere davvero come va fra Russia e America a proposito della guerra in corso in Ucraina telefoni direttamente a Trump o a Putin,se ne è capace:il resto, commenti giornali e riviste è tutta “letteratura”.
Le perle nere di Kella.
Chiara Bariffi è una giovane fotografa professionista. Dopo un periodo passato a studiare l’inglese nel Regno Unito è tornata a casa a Bellano, in provincia di Lecco. È una ragazza introversa e si fa aiutare da uno psicoterapeuta, il dottor Magni, a gestire alcuni aspetti della sua vita. La notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2002 esce con alcuni amici a festeggiare. L’indomani inaugura una mostra personale, per lei è un gran giorno. Quella notte piove a dirotto su Dervio, dove è andata a festeggiare in un bar, e in paese si è scatenata un’alluvione. Chiara ha un auto solida, una jeep bordeaux e non è sola, è in compagnia degli amici. All’alba dell’indomani la pioggia è cessata e si fa la conta dei danni dell’alluvione. Chiara e la sua jeep però sono spariti. La giovane fotografa resta una ragazza scomparsa per tre lunghi anni, quando dagli abissi del lago di Como, a oltre cento metri di profondità, in quello che chiamano ‘il buco dell’oca’, una specie di vortice che risucchia qualunque cosa, riemerge la sua jeep, tutta ammaccata. Sul sedile del guidatore c’è il suo cadavere. L’auto, benché danneggiata, non ha subito un impatto, gli airbag non si sono aperti, le chiavi sono inserite, il cambio è in folle. Il cerchio si stringe intorno agli amici, alle serate a base di alcol ed eccessi. Che Chiara sia stata colta da malore? Che l’abbiano spinta giù in acqua nella sua stessa auto, credendola morta? Già, perché Chiara – nessun segno di violenza sul suo corpo – è morta per annegamento, lo dice l’autopsia.
Gli amici vengono indagati per sottrazione di persona incapace e alla fine uno di loro finisce a processo per omicidio in concorso con ignoti. Contro l’imputato, che in aula sceglierà di mantenere il silenzio di fronte al giudice, ci sono alcune testimonianze deboli, farraginose.
Viene assolto per non aver commesso il fatto. Prosciolto l’unico imputato, il caso viene archiviato. Dopo 18 anni, a gettare nuova luce sul caso arriva un libro che respinge con forza la tesi del suicidio e ribadisce che Chiara è stata uccisa.
Lo ha scritto il dottor Enrico Magni, il suo psicoterapeuta.
Il caso e riaperto.
Kella Tribi.
La “flotta” Sigeric.
Credo,a questo punto sia necessario riepilogare le vicende Sigerico a Calendesco,la sua “flotta” gestita dal signor Danilo Parisi a cui fu affidata dalla Compagnia di Sigerico nel duemila,quando l’attuale sindaco molto probabilmente giocava in una spensierata infanzia.Duecentocinquanta milioni furono dati alla Compagnia di Sigerico dall’allora comitato per le vie Francigene da Rutelli e che,la Compagnia di Sigerico affidò all’allora sindaco e quindi al comune di Calendasco per una gestione corretta di tutti quei soldi,essendo la compagnia di Sigerico un semplice gruppo di appassionati con poche pratiche amministrative .Più di cento milioni-ripeto più di cento milioni- furono investiti quindi nella prima barca in consegna al signor Parisi-su indicazione della Compagnia di Sigerico-,barca,motoscafo che,nel giro di un paio d’anni scomparve e dovette essere sostituita,da allora fu una “flotta” di barche,battelli scomparsi che il signor Parisi avrebbe dovuto sostenere o perlomeno custodire.Il GUADO il porto il battello furono documentati a Calerndasco grazie alla Compagnia di Sigerico-senza alcun ausilio comunale- per cui venne anche edificata una colonna ottagonale a spese-due milioni- della stessa Compagnia in ricordo e,a memoria di quella antica via.Oggi assistiamo ad un balletto di barche affondate o perse,smarrite su cui provvede l’attuale sindaco Zangrandi,sindaco ,figlio del passato sindaco che ha intitolato la via Francigena a San Colombano (sic) in virtù dell’affondata e dispersa flotta del signor Parisi.Occorre qui aggiungere che fu una scelta sbagliata quella di affidare al signor Parisi la gestione al GUADO,ma ben più grave fu l’aver affidato la gestione al Comune di Calendasco che oggi usa le fatiche della Compagnia,contro la Compagnia stessa,contro il Patrono e in definitiva ,contro Calendasco e la sua storia.