Karl Evver.

Written By: bruno - Mag• 24•14

Karl Evver,in Baccus Bimater,Dio dell’ebrezza figlio di Semele,in otto lavori dal 6 giugno al 6 Luglio alla Tosa, Vigolzone,nel pieghevole è una citazione di Euripide :”Veni o Dithyrambe,meum-Masculum hunc in uterum,veni.”Ma a noi ci vengono in mente quei versi di Saffo”:Vino Amore mio-vino verita’”.Inaugurazione 6 Giugno ore 18,30.

Madamina ,il catalogo è questo.

Written By: bruno - Mag• 23•14

Che bella mattina di pallido sole,la pioggia di ieri ci ha dato  una nebbiolina senza stagione per le strade della citta’.Tigli in fiore,fiocchi,come neve dai pioppi  che s’incurvano dai giardini,anche  il marciapiede è bianco,come fosse nevicato,ed è primavera,un’altra primavera.Le strade sono deserte,il poco sole le illumina, con luce diffusa, giallo canarino,e il  giallo canarino scivola, sui cubetti di cupo porfido lungo la via.Ferdinando seduto dietro il suo tavolo,come in cattedra, ci guarda sopra gli occhiali,d’oro,ci guarda, circondato da belle stampe, che riportano parole antiche sulla carta e legno pregiato ,legno e parole fan da cornice a un mondo trapassato.Ferdinando quando gli parlo di donne si schernisce,minimizza,mente,diminuendole.Di donne ne ha avute una cinquantina,cinquanta,non tante poi,ma son sempre un bel numero,le donne gli servono per l’autostima,son complimenti ricevuti ,che ripete ancora ,con piacere e sottile   soddisfazione.Anche brutte, grasse,stupide , belle,intelligenti,a lui importava quel cosmo femminile fatto di attenzioni solidali.Parla, si perde,un attimo,solo un attimo,ha gli occhi leggermente arrossati,la crisi arrossa gli occhi a molti,tuttavia sorride,sorride sempre e sbotta, in una risata.Dunque son cinquanta,cinquanta storie,cinquanta vite,cinquanta, cinquanta labbra,migliaia di baci,carezze braccia,sorrisi e ,pianti,le avra’ poi ricordate davvero tutte?Ferdinando è quello che si dice un bel razzo,da giovane faceva meno fatica, per quel che concerne la bellezza e,la prestanza,intendo ,per la prestazione,non è ancora vecchio .Quando era militare ,verso il veneto ,la sera andava a vedere le puttane,si’, le meretrici,quelle che, anche Gesu’, a una di loro disse:”va e non peccare piu'”.Ed una di loro era fantastica,bella, aveva una lunga fila di clienti in attesa,Ferdinando passava con la sua utilitaria la guardava e proseguiva,ma ,un bel giorno,  passa e ripassa,la bella molla la lunga fila di avventori,sale sull’auto di Ferdinando e corrono ,volano,insieme a casa sua.La casa di lei era una specie di ostello, dove, molte lavoratrici notturne tornavano, scaduto l’orario di lavoro.La bella  non chiedeva denaro a Ferdinando,lui ricorda che metteva un disco di Mina: “quend’ero piccola”,e me la canticchia,dietro la sua cattedra di legno,sorride.Un giorno, Ferdinando, si rompe un gomito,torna nella sua citta’, all’ospedale militare,pare che, la ragazza,quella che anche Gesu’ aveva perdonato col dirgli:va’ e non peccare piu’,nel frattempo si fosse lanciata dalla finestra di casa sua,casa,ostello albergo ,di altre meretrici come lei.Ferdinando non sa dire se fosse morta o soltanto ferita,sopratutto non sa dire se fosse per causa sua, quel gesto disperato, l’indimenticata era e rimane, certamente la sua, cinquantesima piu’ una,donna.

Bruno Missieri.

Written By: bruno - Mag• 21•14

Uscire dal corpo,vedere sè stessi attraverso il segno,l’intreccio,la molteplicita’ di forme,graffi,pensati,ordinati,compatti,in armoniose, scandite campiture.Il “naturale” si trasforma in concetto,il concetto in colore,denso, sovrapposto migliaia,migliaia di volte,cancellando defininitivamente la carta,la tavola,il supporto.Sono immagini senza fondo,vertiginosi abissi intricati di una vegetazione che ripete sè stessa all’infinito.E poi,campiture d’azzurro poetiche,ossigenate,gonfie di respiro,poderosi oasi blu’ per una pausa in lotta,come un conflitto acceso sul bianco della tavola o del foglio.Eco di quel complicato,intricato tracciato,labirinto,frantumazione del sè che si oggettiva scarnificato,venato di rosso o rosa,sopra un muro, come una vegetazione imbalsamata,pietrificata,stampato simulacro del sempre su di un confine,un aldila’ di  frontiera.Non è mai  segno naturale,la sua “naturalia”,è forma,  pensiero, fuori da ogni cronologico avvenimento,astrazione che prende forma in un naturale estraniamento utile alla sua composizione,utile all’intervallo che occorre per la sua riflessione del fare.Si scompone infine e ancora ,e infine si intrica  si distende con accenti di stupore e sorprendente meraviglia, come segno che nasce dal profondo con molte stratificazioni e per  molte stratificazioni,come primigenia impronta evocata,scavata,confermata.Non è difficile trovare nelle sue tavole la poesia,poesia inaspettata ,di toni blu, accesi notturni, puntolini gialli,glialli come quelli delle lucciole,non è difficile sentire il vento,o sentirsi pensosi dentro i suoi giardini di pochi fiori,che,  fluidificano  acquosi,profondi, immoti.Tutto è sospeso evocato,tutto è fissato per sempre nell’atmosfera che diviene essa stessa rappresentazione cristallina della sua “Naturalia” senza uomini, umano  pero’ è il suo gesto,umana presenza è l’io,il suo io, che guida e si fa guidare da un misurato procedere.L’uomo,l’umano è immanente,permea e  supera il suo stesso lavoro,spettatore e creatore,lui che si prosciuga, si nega all’attenzione visibile,lui si fa invisibile,soppraffatto come è dalla contemplazione,dalla meraviglia che ritrova sprofondando in perenni nascite e rinascite.Pulsioni profonde lo pervadono,scarni archetipi che sulla superficie salgono e  vogliono dire cose, ma anche pensieri,sopratutto idee.

Naturalia, Palazzo Farnese,Bruno Missieri.

Tutto quello che conta.

Written By: bruno - Mag• 19•14

Basta,basta,parlare di politica, politici,parti o partiti.Noi ,che contiamo poco,meno di nulla,noi, che viviamo sulle rive di un fiume,fuori dal mondo,e, il nostro si’ o il nostro no   conta  nulla o poco.Quando deporremo il granello di polvere sul nostro cuore malato, sara’ lieve,alato ,e  se lo portera’ subito via, la brezza leggera.Che volete  importi  di noi,noi, che viviamo oziosi giorni senili , dove, e quando il sole  tramonta,  indica la   meta,solitaria e tranquilla della nostra ultima vita.Non  rimpianti ,non desideri,  rimbomba solo  come  lontano tuono  una assonnata vita, dentro le nostre vene verdi-azzurre.C’era un mondo prima di noi,c’era?Lo abbiamo riconosciuto,amato? Forse,odiato?Giorni  , indifferenti scompaiono , da tutto da tutti.Che volete  importi del bene  del male,un poeta scriveva che il mare in tempesta, con le sue mareggiate, lascia sulla riva   rifiuti che vengono dal largo lontano, cosi’ si immacolizza d’azzurro.Oggi, per quanto scuota furioso il mare le sue bianche onde,si  gonfia di   soli  cupi ricordi morti,  pene e sangue.Ci siamo divertiti,a  dar del matto o del somaro ,ma quello che dicevamo nessuno l’ascoltava,non contava,e  questo ci piace.Giorni inutili  ,  passati, dimenticati, cancellati,   quasi fossero mille e mille anni lontani,quando il tempo,fra mille e mille anni, rendera’ invisibile anche tutto il resto,tutto  quello che ancora per voi, conta.

Noviziato di Matteo.

Written By: bruno - Mag• 18•14

Renzi !Che oratoria!Che oratoria!Lo abbiamo sentito in qualche stralcio, mentre “arringava” la  piazza,lo abbiamo sentito,con  voce strozzata,strangolata da pensierini, argomentini morti  nati, terra terra,raso, terra.Se fosse  prete, sarebbe  novizio, e l’han fatto Papa,se fosse marinaio, sarebbe  mozzo,e l’han fatto ammiraglio,se fosse Renzi,e par lo  sia ,si vedrebbe per quello che è, Bocelli che arranca ,fatica e suda in vincero’,vincero’.Se lo dice lui.

Elisa Fuksas 2.

Written By: bruno - Mag• 17•14

Fra questi scritti vi è un pezzetto per Elisa Fuksas,figlia di Massimiliano,ci hanno fatto notare  che Elisa cerca solo di affrancarsi dalla famiglia.Non c’è alcun pregiudizio verso la Fuksas,se, da parte nostra c’è stata qualche animosita’, è per il palco su cui si è presentata,quello della Gruber,che, quando le conviene sa essere untuosa,talmente untuosa, che ci ha fatto venire in mente Epicuro:”gli adulatori sono valletti di prospera fortuna:”La Gruber,in quel caso, non  solo valletto,ma si era fatto zerbino.Auguri Elisa.

Mariam Yehya Ibrahim.

Written By: bruno - Mag• 16•14

Mariam Yehya Ibrahim,in cinta,27 anni condannata a morte per impiccagione,piu’cento frustate,perchè sposata ad un cristiano.Figlia di un mussulmano,quindi mussulmana per ereditarieta’ viene condannata per apostasia,mentre dovrebbe essere stata condannata,per apostasia, se avesse rinnegato la sua fede cristiana.Siamo alle solite,con un Islam che fa il verso alla santa inquisizione cristiana,roba di qualche secolo fa.Che facciano ribrezzo queste cose è del tutto naturale,che, l’ Islam si illuda ,di eliminare,con delle condanne a morte la varieta’ in cui si esprime Dio ,anche nel “male”,negli uomini, eliminandoli, è soltanto un progetto malato di gente religiosamente,malata.Gente che ha letto,studiato  a memoria, il Corano ma non l’ha capito.Se, qualcuno, si illude di eliminare le contraddizioni dalle religioni, con l’assassinio di coloro che non vi aderiscono,o, non vi aderiscono  appieno,se ne facciano una ragione,la smettano immediatamente.Dovrebbero prendersela con l’aria e il cielo,la loro ferocia colpisca il mare e le montagne, perchè li’ si annida lo spirito del mondo,li’ si annida e si alimenta quello che loro considerano peccato,peccato che è,invece in loro,peccato che loro sento ed abborriscono,perchè lo provono,lo sentono,lo intuiscono e  sfogano,da peccatori,in modo criminale sul prossimo,mentre dovrebbero impiccare sè stessi come ricettori del male.Ci avevano gia’ provato,non solo stupidi “religiosi” ,ad eliminare il “male” con la morte dei peccatori.Ci avevano provato,e ci provano ancora, tutti i potenti della terra,ci provano,i tribunali composti da idioti lettori di leggi,su cui non metterei mai le mani sul fuoco,per la loro pretesa superiore correttezza.Ci avevano provato Stalin e Hitler,macellando mezzo pianeta perchè non la pensava come loro,sbagliando.Ma che, alcuni, “religiosi” lettori del Corano, pratichino  ancora,questo obbrobrioso sistema per affermare Dio, è  orribile!Voi,voi,che credete che Allah è grande e,Maometto è il suo profeta,attenti a voi ,forse,proprio voi, non entrerete mai in nessun Paradiso,nemmeno in quello di Allah.

Sinistra di regime.

Written By: bruno - Mag• 15•14

Qualsiasi cosa accada,basta un colpetto di stato,la sinistra di potere e di governo regna e  impera,grazie a  truppe  cammellate mercenarie.La sinistra,dopo avere bombabardato una societa’ idiota, della sua pretesa superiorita’ intellettuale, si è messa con le mani in pasta di regime.In fondo,che volete, è  solo un” regimetto”,Monti?Un regimetto,Letta ,niente di importante,solo un piccolo, piccolo regime,Renzi?Ah su Renzi,nulla da dire, è il regime stesso messo in prima pagina,con tanto di faccia che ride, la sua faccia.Per il futuro,nessun problema,qualsiasi cosa accada,basta un colpetto,  un nuovo regime.Di regime in regime,di colpetto in colpetto, l’Italia indietreggia,si prostra,s’umilia,sfinisce,scompare.

Faccia.

Written By: bruno - Mag• 13•14

Renzi giura che,anche questa volta ci mettera’ la faccia,e ci mette, prontamente,  la faccia,la sua faccia , oramai faccia, in mezzo a tutto,proprio in mezzo,come lo sono  i giovedi’ della settimana.Veramente  noi,da lui, speravamo qualcosa di meglio di quella  faccia,che  , poca faccia e molta vanita’ esprime e a noi, poi, ci tocca  sopportar, sempre,immancabilmente il solo suo culo.

Riccardo Viti.

Written By: bruno - Mag• 11•14

Lascia davvero perplessi, tutto quello che si dice sul “mostro” della porta accanto,bestia ,esecrando uomo.Lascia davvero perplessi, sentire quel pubblico, davanti alla questura di Firenze che,mentre portano fuori l’uomo,urlano:”impiccati”.Quelli fuori dalla questura, devono essere tutti degli esemplari,probi,onesti cittadini e,lo sono certamente,se sono fuori dalla questura,mentre il mostro sale sull’auto della polizia.Loro fuori,l’altro dentro,ma è proprio questo stare fuori o dentro, che non ci convince,non è semplicemente stando fuori che si è “buoni”.Se cosi’ fosse ,tutti coloro che sono fuori,dai tribunali,dalle questure, dovrebbero essere, in virtu’ della loro posizione,buoni.Sappiamo che non è cosi’,sappiamo che, prima di entrare in questura, qualcuno, che era fuori, era anche buono,era fuori, quindi,su di lui, non pesavano sospetti convenzionalmente mostruosi.Riccardi Viti,meritera’ quello che la giustizia riterra’ opportuno per lui,meritera’ quello che un tribunale giudicante stabilira’.Ma per favore,state zitti,di Riccardo Viti è pieno il mondo, all’insaputa di padri, madri sorelle,cognati,zii,figli,nonni.Se non ci credete, le cronache nere dei prossimi giorni vi convinceranno,che poi,quelle cronache, sono un lungo elenco delle cronache di ieri e, la prosecuzione di domani,e gridare:”impiccati”,vi fara’ sentire meglio ma non migliori.