Madamina ,il catalogo è questo.

Written By: bruno - Mag• 23•14

Che bella mattina di pallido sole,la pioggia di ieri ci ha dato  una nebbiolina senza stagione per le strade della citta’.Tigli in fiore,fiocchi,come neve dai pioppi  che s’incurvano dai giardini,anche  il marciapiede è bianco,come fosse nevicato,ed è primavera,un’altra primavera.Le strade sono deserte,il poco sole le illumina, con luce diffusa, giallo canarino,e il  giallo canarino scivola, sui cubetti di cupo porfido lungo la via.Ferdinando seduto dietro il suo tavolo,come in cattedra, ci guarda sopra gli occhiali,d’oro,ci guarda, circondato da belle stampe, che riportano parole antiche sulla carta e legno pregiato ,legno e parole fan da cornice a un mondo trapassato.Ferdinando quando gli parlo di donne si schernisce,minimizza,mente,diminuendole.Di donne ne ha avute una cinquantina,cinquanta,non tante poi,ma son sempre un bel numero,le donne gli servono per l’autostima,son complimenti ricevuti ,che ripete ancora ,con piacere e sottile   soddisfazione.Anche brutte, grasse,stupide , belle,intelligenti,a lui importava quel cosmo femminile fatto di attenzioni solidali.Parla, si perde,un attimo,solo un attimo,ha gli occhi leggermente arrossati,la crisi arrossa gli occhi a molti,tuttavia sorride,sorride sempre e sbotta, in una risata.Dunque son cinquanta,cinquanta storie,cinquanta vite,cinquanta, cinquanta labbra,migliaia di baci,carezze braccia,sorrisi e ,pianti,le avra’ poi ricordate davvero tutte?Ferdinando è quello che si dice un bel razzo,da giovane faceva meno fatica, per quel che concerne la bellezza e,la prestanza,intendo ,per la prestazione,non è ancora vecchio .Quando era militare ,verso il veneto ,la sera andava a vedere le puttane,si’, le meretrici,quelle che, anche Gesu’, a una di loro disse:”va e non peccare piu'”.Ed una di loro era fantastica,bella, aveva una lunga fila di clienti in attesa,Ferdinando passava con la sua utilitaria la guardava e proseguiva,ma ,un bel giorno,  passa e ripassa,la bella molla la lunga fila di avventori,sale sull’auto di Ferdinando e corrono ,volano,insieme a casa sua.La casa di lei era una specie di ostello, dove, molte lavoratrici notturne tornavano, scaduto l’orario di lavoro.La bella  non chiedeva denaro a Ferdinando,lui ricorda che metteva un disco di Mina: “quend’ero piccola”,e me la canticchia,dietro la sua cattedra di legno,sorride.Un giorno, Ferdinando, si rompe un gomito,torna nella sua citta’, all’ospedale militare,pare che, la ragazza,quella che anche Gesu’ aveva perdonato col dirgli:va’ e non peccare piu’,nel frattempo si fosse lanciata dalla finestra di casa sua,casa,ostello albergo ,di altre meretrici come lei.Ferdinando non sa dire se fosse morta o soltanto ferita,sopratutto non sa dire se fosse per causa sua, quel gesto disperato, l’indimenticata era e rimane, certamente la sua, cinquantesima piu’ una,donna.

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