Dopo i trenta giorni, i mesi, gli anni,ecco spuntare cent’anni per le riforme,se si possono chiamare riforme,chi vivra’,se vivra’,vedra’.Renzi ,come Penelope, disfa la notte quello che dice di fare ogni giorno.Giorno dopo giorno,mese dopo mese, anno dopo anno,finchè morte, finalmente,per tedio,non ci separi.
Odifreddi contro Lucrezio.
Odifreddi,il parassita di Lucrezio ci riprova, con il suo nuovo lavoro su Lucrezio,dal titolo che non ticordo ma, che in ogni caso, non ricorda Lucrezio,pur essendo una traduzione quasi letterale del titolo.Eccolo in televisione, con una”spalla adulatoria” (gli adulatori sono valletti di prospera fortuna, secondo Epicuro),eccolo parlare,sparlare del poeta,scienziato, Lucrezio ma, sopratutto filosofo epicureo,epicureo Odifreddi,di quelli che affermavano che Dio c’è,ma non si occupa delle cose del mondo,lei, evidentemente chiama Dio qualche cosa che nulla a che fare con Dio.E qui’ potremmo chiudere (visto che Dio c’è secondo Epicuro,) ogni ragionamento,lo stesso Epicuro, con questa affermazione,taglia la testa al toro e apre tutte le variabili possibili,combinazioni fisiche sull’uomo e sul mondo.Odifreddi con la sua matematica si mette a lambiccare su Lucrezio,cose che, Lucrezio ( epicureo) non ha mai estremizzato (gli dei della superstizione sono un invenzione umana e non si occupano delle cose del mondo,riafferma Lucrezio),Odifreddi,dice gli dei della superstizione,ripeto dei, non Cristo,nessuno, nemmeno la sua aritmetica potrebbe negare che il cristianesimo avrebbe potuto cambiare e ha cambiato se non cancellato anche la scuola d’Epicuro,di cui lei,è un solitario eretico pitagorico transfuga.Negare e, stravolgere la spiritualita’ epicurea è il motto di Odifreddi .Non si puo’ scrivere il De rerum Natura,senza avere una visione precisa , supportata da una profonda preveggente fede nelle leggi che governano l’universo,accompagnato da stupore immenso che si riempie di credo , specie in quel canto a Venere genitrice.Quel Credo,quell’universale incipit, Odifreddi, sono la fede profonda di Lucrezio,un passo verso Dio non convenzionale,ammantato pero’ e negato da uomini come lei, di sola carne e materia avvolti (che null’altro la natura latra,se non che dalla carne s’estranei lontano il dolore,si spengano angoscia e terrore,si goda di mente schiarita,contenta),carne materia e parole che, Lucrezio esprime in un poema che è un inno alla poesia (Poi su una sapienza buia misteriosa luminosi versi plasmo,tutto ingemmo d’incanto musicale) e qui’ sa di Vero Dio .Dedica Lucrezio, a Venere genitrice,la sua prima invocazione, subblime,feconda,perpetua,amorosa,imperscrutabile,onnipresente anche carnale ardore, istinto delle cose.Ora, metta su di un piano piu’ epicureo (spirituale), questa fecondante Venere,la trasfiguri, come fa la poesia ,pensi alla Madonna come Genitrice che Immacolizza i gesti del mondo senza scandalizzarsi,dica, o aggiunga che, Epicuro, era uomo parco,beveva acqua e si accontentava di vivere in poverta’ come semplice spettatore .Quando si sara’ fatto,e avra’ fatto, questa piccola precisazione,cerchi di vedere il Poema di Lucrezio come opera di uno spirito che lei non possiede,nè potra’ mai possedere,uno spirito che, spogliato di significati immediati che ottenebrano non solo la sua mente,ci mostra la potenza di una vitalita’ universale,che lei non percepisce,che lei non ha,o non desidera avere.Mi dia retta,la smetta con Lucrezio,si dedichi a Topolino,che non è mai andato in chiesa e non conosce Dio.
Profumo d’oriente.
Nel retrobottega delle massaggiatrici aveva trovato la sua fidanzata cinese,trecentosessantacinque giorni all’anno,per due anni,senza saltare nemmeno una domenica, a Parma.La sua fidanzata cinese gli aveva prosciugato il grosso della sua liquidazione,ed era ancora giovane,il resto della liquidazione, aveva cominciato a spenderlo anni prima, in tutti i centri massaggio cinesi,della sua citta’.Ingrassato ,con il diabete , quasi cieco,non avrebbe nemmeno piu’ rinnovato la patente,in fondo, a che sarebbe servita la patente?Era senza soldi,senza macchina ,senza amore.Un grande amore grande ,quello di Parma,nella stanzetta dove si spogliava e consegnava la tariffa di centocinquanta euro a botta,poco lontano si potevano sentire i gemiti d’amore di altri avventori, che andavano pero’ con puttane,la sua no,non era una puttana,la sua, era la sua fidanzata ,anche se non ne era certo di essere, l’unico, suo fidanzato.Parlava ad occhi bassi,sottovoce:”ho fatto una cazzata”, si fermava , guardava, rivolto alla mia ombra.Seguiva la mia voce,che riconosceva,non ricordo nemmeno il suo nome:”ho fatto una cazzata,una cazzata” ripeteva chiudendo gli occhi.Non doveva,nè poteva piu’ bere ,o mangiare, per via del diabete,nè fumare,lo invitai a prendere un caffè,si sedette con una birra gialla nel bicchiere e, una sigaretta fra le labbra.Sognava che qualcuno lo portasse a Rimini,gli piaceva Rimini,una volta c’era stato a Rimini,un tizio aveva messo un petardo dentro una bottiglia vuota che gli era esplosa in faccia,sgranando i piccoli occhi azzurri , ricordava, fissava con meraviglia, fissava,chissa’ che cosa:”il tizio (continuo’),aveva la faccia insaguinata con schegge di vetro piantate nella pelle”.Voleva tornare a Rimini,in fondo,sentenzio’:”la massa sensibile di nervi, che parte dall’inguine, sono la ragione di molte vite e di molte solitudini”.
Jihaddisti.
La chiesa ha saputo risolvere,nei secoli, la lotta con le sue frange estremiste o eretiche interne,mentre, fra i mussulmani,l’estremismo gode di particolare immunita’,quando non di vero e proprio appoggio finanziario da parte degli stati che lo compongono.Questi mussulmani, devono decidere finalmente, con quale volto desiderano mostrarsi al mondo.L’Europa del medioevo, dopo qualche iniziale crociata, ha pensato sopratutto a darsele di santa ragione, fra stati e staterelli ,nessuno voleva fare nuove crociate,costavano troppo ,tutti pensavano al proprio orticello.L’Islam, oggi , trova di nuovo un Europa divisa e in profonda crisi,invasa pero’ da africani inermi,in gran parte mussulmani e,nazioni europee ,senza alcun Credo che aprono loro le porte .Il risultato potrebbe essere diverso da quello che la storia non ci ha insegnato.
Alle porte di Baghdad.
I jihaddisti alle porte di Baghdad non provano affatto il fallimento dell’invasione di undici anni fa,dimostrano piuttosto che il potere islamico,dopo undici anni, appoggiato della popolazione a maggioranza sunnita,impone con la forza il suo potere.I jihaddisti,in condizioni statiche riescono a capovolgere ogni situazione a proprio vantaggio,in barba,questo si’, di tutte le democrazie,vere o presunte,importate.A questo punto, intervenire si rischia lo stallo e l’affermazione delle forze in campo,non intervenire,oltre che mettere in serio pericolo una riserva energetica, si palesano rischi per il rafforzamento di quelle forze che si identificano anche con il terrorismo.
Giuseppino Molinari.
Le lodevoli,ma, preoccupate osservazioni dell’attuale direttore della Ricci Oddi, ci fanno capire che la Galleria è una palla al piede alla citta’.E lo si vede da molti anni,cala l’interesse dei cittadini,calano in generale le visite alla collezione.Ricci Oddi nel passato con il suo mecenatismo compi’ un gesto che ricadeva,o ,si faceva ricadere sulla citta’ tutta, se non la nazione tutta.Il contenuto espresso sulle pareti, faceva parte del costume,rappresentava un momento storico epico per l’Europa intera, storia dell’Arte come continuita’, infiorescenza piantata su di un antico ceppo e, come tale se ne coglieva la logica bellezza.Difficile pensare ad un suo ampliamento,difficile e carico di ambiguita’,che potrebbe addirittura tradire il mandato Ricci Oddi nel senso di collezione (spostare gli amici dell’arte è sbagliato).Ora,se l’oggi,come archetipo e concetto di un gesto o di un pensiero,nel suo complessivo prodursi e, il suo inserirsi in una civilta’ industriale possa ridursi in spazi con o fuori del suo contestatissimo passato,diciamo l’ottocento ,merita una piccola riflessione.L’Arte è morta,l’arte come pennello imitazione,interpretazione continuazione,subblimazione della natura e del bello è putrefatta,essa è rifiutata da tempo da tutti i centri di potere mondiali politici o radical sic.Il fenomeno si fa vistoso, anche in provincia,anzi, la provincia ne è il motore,estremo confine di distacco , ampiamente favorito dalla stampa locale al seguito di quella nazionale,TV comprese.Collocare, questa negazione di ogni passato come “arte”,questa pistola fumante ” articida” in qualche luogo, diventa problematico,e, ci appare come se ,uno, volendo esaltare l’uomo lo rappresentasse vicino al suo boia.Non vi è alcuna preclusione verso l’archetipo,il simulato,il concettuale,nessuna preclusione,ma, questa forma dovrebbe essere distinta dall’altra che è,lo ripetiamo,oggi, solo il suo corpo morto.Serve altro luogo per questa,altra contro-arte,altro luogo per non ferire la memoria Ricci Oddi,di cui Arisi (odiatissimo da spompati potentati di provincia), era il principale alfiere,morto lui, si assitera’ ad un graduale franamento del pittorico,franamento e distacco, da una qualsiasi ipotesi di bellezza.Insomma volete fare una collezione dell’oggi?Fatela da un altra parte,la Ricci Oddi è quella che è, se avete voglia e sensibilita’ ,amatela.Sopratutto, piacentini,non lasciate alcuna collezione di un qualsiasi “genere” alla citta’,che qui’ ,nessuno,o quasi, se ne frega niente,ma proprio niente,senza quasi.
Darwin secondo Augias.
Ah,il godimento di Augias,quando parla di Darwin e della sua teoria sull’evoluzione che contraddice la visione religiosa.Ah il suo stendere i muscoli,l’ammiccare,il chiudersi immediatamente in nervose smorfiosette, quando qualche cosa lo contraddice,o lo turba,tuttavia persevera,severo,incalza.Eccolo sicuro, rigirarsi nelle sue ossessive interpretazioni,dal suo spigolo di vista,sicuro,comodo,papale papale ,con una fare da, ve la do io, bigotti idioti,ve la faccio vedere io, ingenui coglioni di ottenebrate teste.Gli increduli lo guardano,gli ignoranti ascoltano,quelli che non hanno letto Darwin strabuzzano gli occhi a tanto moccolo di candela che cola oro dalla sua fiammella come un forsennato “pitone”.Chissa’ che cosa avra’ detto questo Darwin di cosi’ pericoloso,chissa’:credete di essere nati con quella faccia che vi ritrovate?No babbei,eravate scimmie pelose e con un altra faccia,Dio non c’è o ha sbagliato,sbagliato ( dichiara che gli spiace),voi eravate diversi ,e,se credete di essere nati con la vostra faccia di oggi siete degli idioti.Non solo,ma cambierete ancora,il piu’ utile soppravivera’,l’ adattato vincera’ la competizione della vita,nell’evoluzione,somari,non c’è e non c’era,non è mai esistito un progetto Divino.Dove andate mentecatti nessuno lo sa,nemmeno io,io che sono come”il laico” Ulisse, squartatore del buio ignoto,non esiste l’anima,non c’è immortalita’,omuncoli inginocchiati,proni a tutti gli idoli,tutto è affidato al coso,pardon al caso, delle piccole opportunita’ di cambiamento.Queste “lezioni” di Augias , fanno sentire meglio il battito del cuore dentro il mio corpo,si’ ho un corpo perbacco e non me ne ero accorto,un corpo che cambia pelle,ho un corpo che fu scimmia e un tempo girino,e, ancora prima scintilla di vita,si’ ho un corpo, che mi viene dall’inizio del mondo,sono il piu’ vecchio ora, l’ultimo nato,ho un corpo perbacco,non l’avevo capito,ho un corpo di cui non vedo l’ora di sbarazzarmene per salire in cielo,se me lo merito.Ah dimenticavo,per Augias,Michelangelo non doveva dipingere due uomini che si sfiorano con un dito,cioè Adamo e il Padre Eterno,ma doveva dipingere il Padre Eterno, che gratta il musetto di un girino di rana.Corpicino che poi non fu rana,non fu girino,non fu nemmeno forma o corpicino.In fondo gli intelletuali hanno sempre rotto,aveva ragione Olindo Guerrini, quando dawinianamente scrisse:penso e nel pensar-mi impazzo-che sono nato- dallo sborrar di un cazzo.Che dici Augias,affidiamoci agli spermatozoii e, che Darwin c’è la mandi buona.
Per un uso corretto del portatile.
C’era un tempo in cui era messo male,proprio male,vi fu un tempo,vi dico, in cui il suo male stentava guarire,non guariva.Passava i giorni fissando il piccolo telefono portatile e aspettava,attendeva,sperava,desiderava, insonne la notte e il mattino appena spuntato aspettava ancora.Non venne mai nulla,nulla da quel telefono,mai,per quanto incrollabile fosse il suo desiderio,non squillo’ mai,e quel mai, un giorno fu per sempre,per sempre,muto.Guardo’ l’orologio,era appena sera,la gente non aveva acceso nessuna luce gialla,non l’azzurro degli schermi televisivi brillava negli angoli delle stanze,era presto,e, ancora il sole tardava,esitava immobile,all’orizzonte,esitava nel suo infuocato rosso,aspettava ,rosso in un cielo senza nubi o vento ,fermo,immobile come un occhio fermo che guarda e vede .Voci di passanti si azzittivano dietro le porte chiuse,non c’era piu’ nessuno, nessuno, solo,completamente solo,solo.Fu allora che guardando il suo portatile d’istinto spense il piccolo telefono,lo spense,con rabbia,premette il tasto di spegnimento che fu subito buio,muto.Quel piccolo coso non poteva piu’ parlare ,non poteva piu’ nulla su di lui,nulla,nessuno l’avrebbe piu’ chiamato,mai piu’,mai piu’, la notte fu senza sonno.Venne il mattino rosa e, accese subito quel suo piccolo strumento, presto,presto lo accese,lo guardo’,fisso’,ma anche acceso non dava alcun segno di vita,schiaccio’ un tasto,osservo’ con diligenza meticolosa l’ora, messaggi di un tempo, numeri impressi sul piccolo schermo muto.Da quella sera,per ogni sera,in ogni sera ,schiaccio’ implacabile il tasto di spegnimento,alla stessa ora,sempre la stessa,puntuale ,preciso, come non lo era mai stato.Lo fece in ogni giorno,e,giorno dopo giorno,ci prese gusto , imparo’ cosi’ ,con quel tasto ad uccidere il suo cuore, con quel gesto,imparo’ ad uccidere, l’amore.
Mala sanita’.
Pare sia morta una paziente perchè dimenticata in bagno, dall’infermiera di turno, il referto medico parla di classico, de-cesso.
Normalita’ del male.
Qualcuno affermava:occorre dare una spiegazione al massacro della moglie e dei figli di questi giorni,occorre darsi una spiagazione,altrimenti tutti potremmo essere degli assassini.Non tutti,anche senza spiegazioni,potremmo divenire assassini,non tutti,il male non ha spiegazioni,ma pulsioni,quasi sempre solo pulsioni. C’è anche un male per bene,razionale settico,operoso, che programma,studia,come quello di questi giorni appunto, opaco senza pentimenti ,idiota.Si’, idiota , un male cosi’ non raggiunge mai i suoi scopi,la pena finale è parte del suo percorso criminale, ricerca della pena come sigillo , inadeguatezza malvagia operante,pena,come ultimo definitivo “premio” che si autoassolve condannadosi.In effetti,costoro sembrano e sono piccoli onnipotenti cretini, con le loro fantasie del delitto perfetto,o probabile.Eppure ,a quest’uomo di Motta Visconti,a questo assassino non gli è balenato nemmeno per un attimo che, quello che stava facendo non era solo mostruoso,ma inutile.Il male è inutile ,non serve a nessuno,nemmeno a chi lo compie.Retorico a questo punto, tirare in ballo la questione di Dio,o la giustizia Divina,i se, Dio ci fosse,ogni volta che un uomo compie l’abominio, è per sua esclusiva sconfitta e demerito.Il male, si compie in proprio,senza Dio e,perfettamente “sani” di mente.