Odifreddi,il parassita di Lucrezio ci riprova, con il suo nuovo lavoro su Lucrezio,dal titolo che non ticordo ma, che in ogni caso, non ricorda Lucrezio,pur essendo una traduzione quasi letterale del titolo.Eccolo in televisione, con una”spalla adulatoria” (gli adulatori sono valletti di prospera fortuna, secondo Epicuro),eccolo parlare,sparlare del poeta,scienziato, Lucrezio ma, sopratutto filosofo epicureo,epicureo Odifreddi,di quelli che affermavano che Dio c’è,ma non si occupa delle cose del mondo,lei, evidentemente chiama Dio qualche cosa che nulla a che fare con Dio.E qui’ potremmo chiudere (visto che Dio c’è secondo Epicuro,) ogni ragionamento,lo stesso Epicuro, con questa affermazione,taglia la testa al toro e apre tutte le variabili possibili,combinazioni fisiche sull’uomo e sul mondo.Odifreddi con la sua matematica si mette a lambiccare su Lucrezio,cose che, Lucrezio ( epicureo) non ha mai estremizzato (gli dei della superstizione sono un invenzione umana e non si occupano delle cose del mondo,riafferma Lucrezio),Odifreddi,dice gli dei della superstizione,ripeto dei, non Cristo,nessuno, nemmeno la sua aritmetica potrebbe negare che il cristianesimo avrebbe potuto cambiare e ha cambiato se non cancellato anche la scuola d’Epicuro,di cui lei,è un solitario eretico pitagorico transfuga.Negare e, stravolgere la spiritualita’ epicurea è il motto di Odifreddi .Non si puo’ scrivere il De rerum Natura,senza avere una visione precisa , supportata da una profonda preveggente fede nelle leggi che governano l’universo,accompagnato da stupore immenso che si riempie di credo , specie in quel canto a Venere genitrice.Quel Credo,quell’universale incipit, Odifreddi, sono la fede profonda di Lucrezio,un passo verso Dio non convenzionale,ammantato pero’ e negato da uomini come lei, di sola carne e materia avvolti (che null’altro la natura latra,se non che dalla carne s’estranei lontano il dolore,si spengano angoscia e terrore,si goda di mente schiarita,contenta),carne materia e parole che, Lucrezio esprime in un poema che è un inno alla poesia (Poi su una sapienza buia misteriosa luminosi versi plasmo,tutto ingemmo d’incanto musicale) e qui’ sa di Vero Dio .Dedica Lucrezio, a Venere genitrice,la sua prima invocazione, subblime,feconda,perpetua,amorosa,imperscrutabile,onnipresente anche carnale ardore, istinto delle cose.Ora, metta su di un piano piu’ epicureo (spirituale), questa fecondante Venere,la trasfiguri, come fa la poesia ,pensi alla Madonna come Genitrice che Immacolizza i gesti del mondo senza scandalizzarsi,dica, o aggiunga che, Epicuro, era uomo parco,beveva acqua e si accontentava di vivere in poverta’ come semplice spettatore .Quando si sara’ fatto,e avra’ fatto, questa piccola precisazione,cerchi di vedere il Poema di Lucrezio come opera di uno spirito che lei non possiede,nè potra’ mai possedere,uno spirito che, spogliato di significati immediati che ottenebrano non solo la sua mente,ci mostra la potenza di una vitalita’ universale,che lei non percepisce,che lei non ha,o non desidera avere.Mi dia retta,la smetta con Lucrezio,si dedichi a Topolino,che non è mai andato in chiesa e non conosce Dio.
Odifreddi contro Lucrezio.
Written By: bruno
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Giu•
26•14
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