Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Dic• 06•25

Adriana Tamburrini, 19 anni, residente a Sora, fu uccisa dal compagno Michele Salerno, 26 anni, nel corso della notte tra il 23 e il 24 ottobre 2005. Il corpo senza vita fu ritrovato la mattina seguente nelle campagne tra Schito di Broccostella e Posta Fibreno in provincia di Frosinone.‍
I due giovani uscirono insieme la domenica sera del 23 ottobre, ma cominciarono a litigare in macchina. Ne scaturì una colluttazione fuori dall’abitacolo, al culmine della quale Salerno colpì la fidanzata a coltellate fino a toglierle la vita. Successivamente il ventiseienne abbandonò il cadavere in un campo e si diede alla fuga, percorrendo molti chilometri in autostrada a bordo della sua auto.
Arrivato all’altezza di Firenze, si fermò e, preso dal rimorso, telefonò alla Polizia Stradale, riferendo all’operatore in linea dell’esistenza di “un cadavere da recuperare”. Il giovane, rintracciato dagli agenti, fu convinto a parlare e confessò l’omicidio. Nel frattempo, un passante a Posta Fibreno aveva avvistato il corpo senza vita di Adriana Tamburrini nelle campagne, avvisando al contempo le forze dell’ordine.
Il ventiseienne, originario di Cosenza ma residente a Caserta, conobbe la ragazza su internet nei mesi precedenti, poi i due si erano incontrati di persona e avevano intrapreso una relazione. Il giovane si era trasferito a Sora, dove aveva trovato anche un lavoro per stare accanto alla diciannovenne.
Salerno fornì versioni contrastanti in merito all’aggressione mortale. In un primo momento riferì di aver cominciato a litigare con la ragazza quando lei gli aveva rivelato di essere incinta. Il diverbio si sarebbe inasprito sulla decisione di abortire o tenere il bambino.
Il reo confesso fu rinviato a giudizio e, al termine del processo di primo grado, gli furono inflitti 20 anni di reclusione, comprensivi dello sconto dell’un terzo della pena per la scelta del rito abbreviato. Nel processo di secondo grado, alla Corte d’Appello di Roma, fu accolta la richiesta di patteggiamento con un ulteriore sconto di pena. L’imputato fu condannato a 18 anni.‍

Kella Tribi.

Nervosismo.

Written By: bruno - Dic• 05•25

Avvicinandoci alle prossime elezioni ,simo ai ferri corti,ferri che s’incrociano,come una volta le spade per mezzo della lingua:e,quasi sempre lingua, lingua di ferro.Son tutti nervosi,nervosi amici e avversari nemici per la pelle con sodali insomma c’è gran nervosismo e son tutti con i nervi tesi e ,nervoso infatti vien detto ,quasi sempre a qualcuno che pare non capisca proprio un h di politica;e, la spiegazione soddisfa quasi sempre l’interlocurore con il suo seguito.

La quaglia.

Written By: bruno - Dic• 04•25

Oggi,pià che mai è di moda-forse come da sempre-il salto:il salto a destra o a sinistra ,al centro o in avanti-indietro,insomma molti son messi nell’imbarazzo della mossa da prendere.Ricorda e ricordo che solo gli insetti ,e i quadrupedi non possono che saltare in avanti.La pulce salta in tutte le direzioni,avanti ,in dietro,di fianco:fanno lo stesso anche le cavallette.Qualche volta oltre alle idee chiare,o chiare idee occorre conosce,sapere della vita delle pulci,altrochè salto della quaglia.

Disabilità.

Written By: bruno - Dic• 03•25

Chi non è disabile in qualche cosa non solo oggi,alzi la mano.Infatti,la tragedia,l’autentica tragedia è essere abile:ad esempio come fregare la gente con” abilità” per la loro disabiltà che spesso è più ingombrate dello scalino o di una carrozzella che possa identificare vistosi disabili in una società che ignora i disabili e rende ,quasi tutti i cittadini disabili.

Scaramacai.

Written By: bruno - Dic• 02•25

L’Albanese in festa o festa dell’Albanese che sparacchia da suo pulpito allegre frescacce per la gioia e il diletto di qualche annoiato cittadino-na.E’ sempre una sorpresa sentire l’Albanese,scoppiettante e fastidiosa come i pertardi fuori Natale.Si vede che c’è qualcuno che si diverte e,in fondo diverte anche il pubblico con le sue frescacce da Scaramacai,di giornata,appunto , appena sfornate.

Ossimori.

Written By: bruno - Dic• 02•25

Ossimori toujours ossimori.. ” Attacchi difensivi preventivi” l’ultima. Ma vi dà di volta il cervello o ci prendete proprio per imbecilli integrali . Gli ATTACCHI sono attacchi e un ATTACCO è VIOLENZA è SCONTRO è GUERRA.- Ma PREVENTIVO DIFENSIVO vuole dire impedire che avvenga. Sono in contrasto tra loro OSSIMORO infatti. Cosa vi fumate nelle riunioni? Pensate forse di rincoglionire la gente per fare poi impunemente quello che volete? La confusione delle lingue della Torre di Babele è piccola cosa di fronte alla sulfurea confusione di oggi.

Paola Mars.

Trampeide.

Written By: bruno - Dic• 01•25

La “trampeide” è una sorta di narrazione oggi in voga,dove ognuno sfoga le sue impotenze,impotenze che restano nel campo verbale come in un campo allevato con generi vietati,supplementi spregiudicati nell’abbondanza di futuri insperati frutti.Chi è più intelligente di Trump?Ma: da quel che si dice,e si dice anche da parte dall’ultimo coglione di turno per cui costui/ei si sente e capisce essere-sentirsi intelligente,intelligente più di un qualsisasi Trump,e,più di Trump fanno e farebbero meglio il mondo .Non ricordo più esattamente chi scrisse,che un ragionamento storto può apparire dritto,diritto e anche giusto,mentre viene costruito sulle sue gibbosità ,le gobbe vistose o,vistose gobbe del solito “autorevole” commentatore-commentatrice di turno.

Tristezza.

Written By: bruno - Nov• 30•25

Ed eccoci alle guerre delle e per le scritture ,che in giornali o anche sui muri,se non,oramai da qualche microfono ,o tv,parole fatte voci,voci che sono causa di conflitti e per i conflitti:Scarpi a cura del Possevino-1606-pubblicava ,già in quel tempo un libro ,un libro in cui scriveva:”La materia dei libri pare cosa di poca importanza perchè tutta di parole-oggi anche i giornali-,ma da quelle parole parrebbe venire le opinioni del mondo,opinioni che causano le parzialità,le sedizioni e finalmente le guerre.Sono parole,parole sì,ma che ,in conseguenza tirano con loro eserciti armati”.Che dire,nessuna novità ,ed è solo, solo e soltanto tristezza.

Il Bruntino.

Written By: bruno - Nov• 29•25

Da molti fu detto il severo Bruntino:”fu un uomo da nulla,ma meraviglioso.Era nato villano,ignorante,sapeva appena a mala pena leggere:tuttavia innamorato dei buoni libri,dei bei quadri come un dotto e ricco letterato era un gran signore.Impiegò tutta la sua vita ad andare in traccia di eccellenti pitture,delle stampe più belle,e dei buoni libri e in ciò spendeva tutto il suo denaro”.Mha!che aggiungere,che aggiungere,che dire.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Nov• 29•25

Nadia Meneghini, 20 anni, fu trovata morta nell’abitazione dove risiedeva a Torino la mattina del 31 agosto 2002.‍
Pochi giorni dopo venne fermato il suo compagno e collega di lavoro, Antonio Rizzo, detto Toni, 28 anni. Il giovane si rese estraneo alla vicenda, fingendosi addolorato. Poi, in un successivo interrogatorio di fronte agli inquirenti, crollò e confessò il delitto. Uccise la vittima perché aveva compreso che lei lo voleva lasciare.‍
A incastrarlo fu una telefonata effettuata dal cellulare della compagna, nel quale lui aveva inserito la propria scheda SIM. Così gli investigatori risalirono a lui, ritenendolo il principale sospettato dell’omicidio. La relazione tra Nadia e Toni si era ormai logorata da tempo. Frequenti i litigi tra loro, come notato da alcune colleghe della ragazza che avevano assistito, il giorno prima del delitto, a un violento alterco tra i due sul posto di lavoro.
Secondo l’autopsia, la vittima fu soffocata la sera precedente al ritrovamento del cadavere. Rizzo avrebbe prima tentato di strozzarla con una corda, poi le aveva compresso un cuscino sul volto, togliendole per sempre il respiro. Dopo averla uccisa, mise a soqquadro l’appartamento tentando di inscenare una rapina finita male.
Il ventottenne sostenne di aver agito d’impeto, ma la Procura contestò la premeditazione del delitto.‍ Rinviato a giudizio in rito abbreviato, l’imputato fu condannato in primo grado a 17 anni di reclusione per omicidio volontario. La sentenza, confermata in Corte d’Appello, riconobbe l’aggravante dalla premeditazione.‍

Kella Tribi