Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Apr• 05•25
Sharmin Sultana 32, venuta in Italia dal Bangladesh col marito Ahmed Mustak, sperando in una vita diversa. Si erano sposati da giovani, pieni di sogni, ma per Sharmin, quei sogni erano sfumati quando aveva messo piede in Italia.
C’erano i figli, due bambini piccoli che lei amava come uniche ragioni di vita. Ma c’erano anche i giorni di violenza fisica e psicologica, le liti, i rimproveri. Ahmed non accettava che lei fosse indipendente, che usasse i social network, che guardasse il mondo fuori dalla gabbia in cui lui l’aveva imprigionata. Le sue parole velenose le dicevano che non era degna di nulla, che non meritava di parlare con nessun altro, che ogni passo che faceva al di fuori della casa era una minaccia per la loro famiglia.
Ma Sharmin sorrideva sempre, con un sorriso che nascondeva una ferita profonda. La sua famiglia, lontana, sapeva poco o nulla. Lei non voleva spaventarli, non voleva che sapessero di quelle mani che l’avevano presa per i capelli, che le avevano sbattuto la faccia contro il pavimento, di quelle urla che l’avevano straziata.
Fino a quel giorno, il 6 marzo 2023. Sharmin avrebbe dovuto andare a un colloquio di lavoro. Viene trovata morta sotto la finestra di casa, nel quartiere di Sestri Ponente, a Genova. La sceneggiata di Ahmed regge poco. Non un suicidio, ma un femminicidio, seguito da un tentativo di depistaggio. Dopo averla ammazzata di botte, il marito aveva nascosto il suo corpo senza vita, preparato la cena ai bambini e poi lo aveva gettato dalla finestra per simulare un gesto volontario. Oggi è a processo per omicidio, rischia l’ergastolo.
L’unica cosa che è cambiata da quando Sharmin era in vita, è che i suoi bambini, che tanta violenza hanno visto e respirato, oggi parlano, raccontano. Sono stati loro a contribuire a fare luce sul 6 marzo. Per Sharmin non c’è più niente da fare, per loro, la vita può essere qualcosa di più di una condanna, può essere una speranza. Può essere il riscatto. Come avrebbe voluto lei.
Kella Tribi.

Orban.

Written By: bruno - Apr• 04•25

Orban non è conforme alle disposizioni europee e,qualcuno:qualcuno vorrebbe l’Ungheria fuori dall’Europa;insomma ,c’è sempre qualcuno che tiene all’ordine ed alla unanimità come bene di un qualsiasi patto.Ma,ma occorre o occorrerebbe riflettere che una democrazia,una democrazia come l’Europa debba e possa accettare,sopratutto gestire anche il dissenso,un qualsiasi dissenso, nel suo interno.

Legge,stato e stati.

Written By: bruno - Apr• 03•25

C’è gran fermento sui dazi trumpiani,veramente grande:”come c’è la grande,sienziosa,continua battaglia:la battaglia fra lo stato -gli stati- e l’individuo tra stato-stati- che chiede e l’individuo che cerca di evadere le sue richieste.Perchè l’individuo lasciato a se stesso,a meno che sia un santo o un eroe,si rifiuta di pagare le tasse-dazi-obbedire le leggi,oandare in guerra”.Un discorsetto che sotto la lente dei dazi non fa una grinza e,dove c’è perfino citata la guerra.Un pò tutto,di tutto di quel che si sente oggi se non fosse stato scritto da Mussolini.

Sanità,sanità.

Written By: bruno - Apr• 02•25

Che la famosa sanità per tutti sia una specie di miraggio italiano e che,gli italiani:gli italiani in fila sfidino interminabili tempi credo,oramai sia noto a tutti,se non tutti a molti.Pare che si agevoli la sanità “privata” ma,la sanità privata per molti somiglia a quella pubblica, con un personale all’altezza dell’inefficenza,dell’improvvisazione,noncuranza sopratutto addetto al servizio senza conoscerne il significato.

Dazio.

Written By: bruno - Apr• 01•25

E che novità è questo pagar dazio.Strapieni di gabelle di sovraprezzi tasse,multe e ammnede che ci incartano la vita di tutti i giorni che viviamo o,siamo costretti a vivere,pagar dazio è cosa a cui siamo allenati o,forse rassegnati,per non scrivere-da tempo immemore- esasperati.

Pochi ma buoni.

Written By: bruno - Mar• 31•25

Il mondo è sempre stato diviso fra potenti e “potenti”,si sa.Coloro che tengono-diversamente dal passato-in pancia micidiali armi nucleari e quelli che non ne hanno,ma mostrano i muscoli al posto delle bombe-bombe che non hanno mai risolto alcun problema-.Fra questi esibizionisti volenterosi che si mostrano o,vorrebbero mostrarsi muscolari,i primi se la ridono e,in fondo,il conto di una guerra nucleare se lo son già fatto,fatto e preparato con la scritta:pochi-i rimasti-pochi ma “buoni”.

Myanmar.

Written By: bruno - Mar• 30•25

Colpito da un forte terromoto il Myanmar,forse 1600 morti,fatte salve le stime ufficiali,dove la distruzione di un paese non basta per mettere il lutto il paese intero ,le forze governative sparano sui ribelli con un connubio sconcertante di disastri naturali a disastri di governo.

Pace.

Written By: bruno - Mar• 29•25

Ed eccoci alla guerra,minacciata,probabile,di nuovo guerra:la solita, che pende sulla testa di tutti.Se vuoi la pace prepara la guerra,qualcuno se lo ripete come un vecchio solito ritornello,ritornello di qualcuno che non ha imparato la lezione e che per fare la pace:tanto per non cambiare, “prepara la guerra”.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Mar• 29•25

Richard Ramirez, all’anagrafe Ricardo Leyva Muñoz Ramírez nato a El Paso il 29 febbraio 1960 è stato un serial killer statunitense
Soprannominato dai media “Night Stalker”, il cacciatore della notte, uccise almeno 16 persone dal 10 aprile 1984 al 31 agosto 1985, giorno della sua cattura. È stato condannato nel 1989 alla camera a gas per 41 crimini, tra cui 16 omicidi. La sua esecuzione doveva avvenire tramite gas letale nell’estate 2006, ma la Corte suprema nel 2007 ha accolto l’ultimo appello di Ramirez, facendo slittare l’esecuzione in data da designarsi, esecuzione mai avvenuta vista la prematura morte dell’assassino. Ramirez ha trascorso gli anni in prigione dipingendo quadri.
Ma tornando agli inizi della sua “carriera”, il 10 aprile 1984 qualcosa scattò nella mente di Ramirez, voglia di uccidere e di intraprendere una lunga mattanza che lo vede come protagonista fino al 31 agosto 1985, giorno della sua cattura.
La svolta decisiva ebbe luogo il 24 agosto 1985, Ramirez viaggiò per cinquanta miglia dal sud di Los Angeles a Mission Viejo, ed irruppe nell’appartamento di Bill Carns, 29 anni, e della fidanzata, Inez Erickson, 27. Ramirez sparò in testa a Carns e violentò Erickson. La costrinse ad inneggiare a Satana e la forzò ad un rapporto orale. Poi la legò e se ne andò. Erickson riuscì a strisciare fino alla finestra e a scorgere l’auto di Ramirez, una Toyota. Fu inoltre in grado di dare una descrizione dettagliata del criminale. Un adolescente identificò l’auto. L’auto rubata venne rinvenuta il 28 agosto, e la polizia riuscì ad ottenere le impronte digitali dell’assassino prelevandole dal finestrino di una portiera dell’auto. Le impronte si rivelarono quelle del già schedato Richard Muñoz Ramirez, descritto come un venticinquenne con una lunga serie di precedenti per stupro e spaccio di droga.
Due giorni dopo, la sua foto segnaletica venne trasmessa in televisione e stampata sui principali quotidiani della California. Ramirez fu riconosciuto, circondato e quasi linciato da una folla di passanti a Easr Los Angeles
L’udienza preliminare per il caso iniziò il 22 luglio 1988, e si concluse il 20 settembre 1989 con Ramirez ritenuto colpevole di 13 omicidi, 5 tentati omicidi, 11 violenze sessuali, e 14 furti con scasso. Durante la fase penale del processo, il 7 novembre 1989, Ramirez fu condannato a 19 pene di morte. Il processo di Richard Ramirez fu uno dei più lunghi e complessi procedimenti giudiziari della storia americana. Più di 100 testimoni furono chiamati a deporre durante i dibattimenti, Richard Ramirez si presentò in aula esclamando “Ave Satana!”.
All’epoca del processo, Ramirez aveva numerose fan che gli scrivevano appassionate lettere d’amore in carcere. A partire dal 1985, la giornalista Doreen Lioy gli scrisse circa 75 lettere durante la sua incarcerazione. Ramirez le propose di sposarlo, e il 3 ottobre 1996 la coppia si sposò ne carcere di San Quintino.
Richard Ramirez è morto per insufficienza epatica/renale nel giugno 2013 all’età di 53 anni, mentre era detenuto nel Carcere di San Quintino

Kella Tribi

Acutis.

Written By: bruno - Mar• 28•25

Lo “scandalo” Acutis,per la vendita di una sua reliquia quando si trovano e si legge,anche oggi ,sotto il nome Acutis:”articoli magici e interessaanti” in vendita come tante altre reliquie liquidate dal Vaticano secondo-a suo tempo- come “pezzi” di idolatria.La cosa sembra o,sembra una non notizia o,una notizia confezionata per alzarne il prezzo che, con i tempi che corrono e,l’acqua ,la tanta acqua passata sotto il colonnato di San Pietro è solo una semplice,solità curiosità: “magica e interessante” all’asta.