Le perle nere di kella.

Written By: bruno - Nov• 01•25

Napoli, quartiere Fuorigrotta, 28 aprile 2003. Erano quasi le 08:00 di un lunedì mattina e Michela, 13 anni, non era stata ancora svegliata dalla mamma. Una situazione insolita, l’atmosfera era surreale. La ragazzina andò a cercare la madre: si trovava ancora a letto, ma non si muoveva. A un certo punto la tredicenne si accorse che le lenzuola erano macchiate di sangue.‍
La mamma, Patrizia Carteciano, 40 anni, fu uccisa a martellate. Il responsabile venne individuato nell’ex convivente, Giovanni Agliarulo, 42 anni, tossicodipendente e con precedenti per spaccio.‍ Diversi anni prima la vittima si era separata dal marito con il quale aveva avuto tre figli: Umberto, 16 anni, Michela, 13, e una bambina di 5. La secondogenita e la sorellina di notte non si erano accorte di nulla mentre si consumava il delitto. Il giovane, invece, non si trovava nell’abitazione perché viveva dalla nonna materna.
Dopo la chiusura del matrimonio, la quarantenne aveva iniziato una relazione con Agliarulo. La loro storia era durata qualche anno e poi, per la gelosia di lui e i continui litigi di coppia. Patrizia lo aveva cacciato di casa. Giovanni era un uomo aggressivo.
Agliarulo era tornato nella sua abitazione, distante poche centinaia di metri dalla casa di lei, sempre a Fuorigrotta. Patrizia nel frattempo aveva cambiato la serratura della porta, ma l’uomo meditava vendetta. Nella notte tra il 27 e il 28 aprile 2003, fece irruzione nel cortile del complesso di palazzine comunali dove risiedeva la quarantenne.
Salì su un muretto e riuscì a scavalcare la ringhiera del terrazzino della camera da letto della donna, al primo piano dell’edificio. Poi forzò la finestra e, una volta all’interno, si procurò una mazzuola che stava nel ripostiglio dell’appartamento. Dopodiché si recò nella camera da letto. Lì cominciò a colpire l’ex compagna alla testa. Lei si svegliò e tentò di difendersi, ma fu impossibile salvarsi da quella la pioggia di martellate che le avevano spaccato il cranio.
Agliarulo si allontanò dal posto, ma fu arrestato circa dodici ore dopo, nei pressi dei cimitero di Fuorigrotta. L’uomo fu processato in rito abbreviato e condannato a 30 anni di reclusione.‍

Kella Tribi

La coda e le corna.

Written By: bruno - Ott• 31•25

Dal libro sempre del Menghi sugli esorcismi si fa questa bizzarra precisazione a proposito del come distinguere il falso dal vero:posto che qualcuno lo possa vedere o,lo si possa vedere.”Anche se il demonio appare sotto l’aspetto del Crocefisso o della Beata Vergine,o di qualche altro santo,basta considerare attentamente queste apparizioni per notare che il diavolo porta con sè sempre qualche vistosa deformazione,come ad esempio la coda, le corna o qualche cosa di simile”

Flagello dei demoni.

Written By: bruno - Ott• 30•25

Dal “flagello dei demoni” di Girolamo Menghi 1519 , Mantova si legge:”Si asperga tutto con l’acqua benedetta.Compiuta questa benedizione,se qualcuno è tormentato da un demonio incubo o succubo,prenda questi tre elementi(oro incenso e mirra)insieme con la ruta benedetta mediante l’apposita formula sopra riportata(che è un invocazione a Gesù),e se ne faccia un pendaglio al collo con timore di Dio e con riverenza.Ne faccia anche quattro parti e le ponga ai quattro angoli del letto e così con l’aiuto di Dio sarà liberato dal demonio”.Non ci resta che provare,avendo però l’oro e gli altri ingredienti a disposizione,se non funziona andate da uno psicologo-a,e che sia uno di quelli buoni,che forse avete qualche problema ma portate solo l’oro che l’incenso e mirra con la ruta non servono.

Resa.

Written By: bruno - Ott• 29•25

Complicato il cessate il fuoco a Gaza nonostante accordi e promesse.La resa dei resti ,di quelli morti israeliani si fa ,ma a pezzi,a pezzi di cadavere,comunque mancano altri corpi alla conta e,quella conta potrebbe nascondere che non tutti quelli che si dichiarano effettivamente morti,siano davvero morti.

Camurri,Camurri.

Written By: bruno - Ott• 28•25

Non si capisce bene,ma si può supporre chi a rai 3 ogni mattina ci ammannisce Edoardo Camurri,sembra un piazzista e forse è davvero piazzista di proposte inutili,noiose squillanti,senza ombra di una qualche incertezza,senza incertezze,forse perchè nessuno può togliere quel microfono a quella voce mattutina piena di reiterati, gorgoglianti gargarismi.

Knut.

Written By: bruno - Ott• 27•25

Knut per i russi significa nodo e anche anticamente era una parola seccante:di nodi in Russia oggi ce ne sono diversi:diversi e tutti seccanti,risolverli,slegarli è un bel problema,un problema che mette un nodo alla gola,uno knut,e anche questo è cosa seccante.

Caritatevole.

Written By: bruno - Ott• 27•25

Quando il latte bolle si gonfia, straripa inondando l’attorno bruciando il tegamino. Parimenti c’è chi nel mondo utilizza fuocherelli,fuochini, fuoconi ponendoci tegamini, tegami o tegamoni, con latte da lasciar bollire, straripare e distruggere ; il tutto passando pure per umano/a e tanto caritatevole.

Paola Mars.

Trumpiani.

Written By: bruno - Ott• 26•25

Fare il trumpiano oggi si è fuori moda e qualcuno asserisce anche che chi ,chi è con Trump oggi,ma anche ieri,è fuori,fuori di testa.Eppure Trump cerca di aggiustare le cose,si muove,incontra,parla stende la mano e questo si ,questo si sa ,oggi è cosa fuori moda:per qualcuno,stendere la mano,anche fuori,fuori di testa.

Ogni santo giorno.

Written By: bruno - Ott• 25•25

C’è tanta,ma tanta tanta forse troppa “informazione”,tv e telegiornali con la radio espongono i loro prodotti informativi o,d’informazione che poi son quelli scelti e fatti crescere nella foresta degli informatori.Fanno opinione,secondo loro :il dire e il fare da un qualche atrezzo elettrico condiziona l’opinione della gente e forse derve essere vero perchè l’informazione deborda come grasso che cola ogni santo giorno.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Ott• 25•25

Maria Rosaria Sessa, giornalista cosentina di 27 anni, venne uccisa nel corso della serata del 9 dicembre 2002. Il corpo senza vita fu rinvenuto lungo la strada statale 107 in località Palommella, in provincia di Cosenza, riverso sul sedile anteriore di una Opel Vectra ferma sul ciglio della carreggiata dopo un incidente.‍
La donna era originaria di Rossano Calabro (Cosenza). Terminati gli studi liceali decise di iscriversi all’Università della Calabria, dove conseguì la laurea in lingue. Decise di intraprendere la carriera giornalistica, e dalla fine degli anni ’90 iniziò una collaborazione presso un’emittente televisiva .
Negli ultimi tempi però, una delle sue più grandi preoccupazioni era legata alla tormentata relazione con un uomo, Corrado Bafaro, 36 anni, rappresentante, separato dalla moglie. Lo stesso aveva ricevuto un’accusa per percosse da parte dell’ex coniuge.‍ Il rapporto tra Maria Rosaria e Corrado divenne troppo oppressivo e la giornalista, ormai esasperata, decise di allontanarsi da lui.
Il precedenza il trentaseienne l’avrebbe aggredita, dopo una lite, mettendole le mani intorno al collo nel tentativo di strangolarla. Quando la donna chiuse definitivamente quella relazione, Bafaro cominciò a perseguitarla con telefonate, appostamenti e minacce di suicidio, se lei non fosse tornata sui propri passi.‍
Non rassegnato a quella situazione, l’uomo aveva comprato dei fiori e le chiese un nuovo appuntamento. La sera del 9 dicembre, si recarono a cena in un ristorante. In quell’occasione, Bafaro avrebbe tentato un ennesimo riavvicinamento alla ex mentre lei avrebbe rifiutato. Il trentaseienne sarebbe andato su tutte le furie. La discussione tra i due sarebbe proseguita poi nell’auto e degenerata infine nell’omicidio.
Cinque le coltellate sferrate da Corrado all’ex compagna, di cui una alla carotide, rivelatasi mortale.. L’omicida sarebbe poi fuggito
Il cellulare di Bafaro fu trovato vicino al corpo della giornalista e, tramite esso, fu possibile ricostruire le sue ultime telefonate.
Le supposizioni trovarono riscontro quattro mesi dopo, il 14 aprile 2003, quando fu rinvenuto il corpo senza vita di Corrado Bafaro, morto suicida.‍ Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, venne ritrovato appeso ad una trave, all’interno di una casa di un complesso di villette turistiche a Fiumefreddo Bruzio (Cosenza), a pochi chilometri dal luogo dove fu rinvenuto il corpo della donna.
Secondo le ricostruzioni, il fuggitivo, sotto una pioggia battente, aveva compiuto una pericolosa discesa fino alla spiaggia per poi giungere a piedi a Fiumefreddo. Ruppe il vetro di una finestra e fece irruzione in una villetta. Si tolse i vestiti bagnati, si preparò un caffè, bevette del liquore scaduto e poi si impiccò. Nella tasca dei suoi pantaloni, lo scontrino che attestava il pagamento di una cena in un ristorante di Rende dove, lui e la ex, avevano cenato la sera del 9 dicembre 2002, prima del delitto.

Kella Tribi.