Nei campi di sterminio ai prigionieri e alle vittime venivano rasate i peli (come misura igenica) ma questa è usanza antichissima e ,in un certo senso,proprio nell’antichità era simbolo sopratutto di diprezzo :infatti ,il massimo affronto che si potesse fare ad un uomo era quello di tagliargli la barba;che si chiamava pelo dei piedi il pelo del pube e che quel pelo non lo si rasava che nelle malattie immonde,come la lebbra.Mentre oggi trionfano gli auto-depilati alla moda come tanti calvi animali.
Nazar Mohammad.
Jean Phils,verso la metà del settecento era un noto “musicista cantabanco” in Francia,sopratutto un uomo originale.Philis venne arrestato al tempo del terrore e subì il seguente interrogatorio:come vi chiamate?Philis- che cosa fate-suono la chitarra-che cosa facevate sotto la tirannia?Suonavo la chitarra-che cosa farete per la repubblica?Suonerò la chitarra- e così fu mandato libero dal Presidente del comitato di Salute Pubblica.Non così in Afaganistan al grande Nazar Mohammad al tempo del terrore.
Rivoluzionari d’epoca.
Che la corruzione sia un male endemico in tutti i regimi e in tutti governi è oramai assodato:assodato ma mai risolto,nè mai voluto risolvere forse perchè connaturato a tutti i poteri,a tutti i regimi e a tutti i governi.Gabriel-Honorè Riquieti,conte di Mirabeau noto per tutta una serie di efferattezze e per una vita dissipata ,cosparsa di duelli ,tuttavia,per le sue idee tribunizie (oggi si direbbero grilline) spregiudicate e ,a quanto pare acutissime; gli valsero un mandato rappresentativo negli Stati Generali come “rivoluzionario”.Di Mirabeau Danton diceva che “era disposto a tutto,proprio a tutto,e che ,per denaro,fosse disposto anche ad una buona azione”.
Le perle nere di Kella.
Il 16 settembre 2009 spariva nel nulla la 56enne Patrizia Rognoni, residente a Castelveccana (Varese). Patrizia é una bella donna, elegante solare, e viene inghiottita dalla terra buia e silenziosa degli scomparsi
Patrizia vive da sola poiché si è separata dal marito Roberto Rognoni. Da qualche tempo ha aperto un negozio di articoli per l’arredo nel centro di Lugano. È una donna conosciuta e stimata da tutti.
La separazione, però, procede a colpi di denunce da entrambi i lati: Patrizia e il suo ex marito si accusano a vicenda di ingiurie e maltrattamenti. La donna addirittura afferma di aver subito violenze e minacce di morte da parte dell’uomo.
La sera della scomparsa Patrizia raggiunge la sua abitazione dopo aver incontrato il suo avvocato.
La figlia non c’è, l’ha lasciata dall’ex, con cui condivide l’affido. Patrizia entra in casa, accende la luce, appoggia la borsa sul tavolo. Sono le 20 e 45 del 16 settembre 2009. L’indomani la luce artificiale è ancora accesa, i piatti che aveva preparato per la sua cena ancora intatti, la borsa è esattamente dov’era. All’uscita da scuola la figlia piange disperata per ore aspettando sua madre. La mamma non andrà a prenderla quel giorno né nessun altro giorno.
Patrizia Rognoni scompare misteriosamente, viene cercata ovunque. Gli inquirenti ispezionano anche il Lago Maggiore senza ritrovare alcun corpo.
Tre anni dopo una voce autorevole si leva per chiedere verità. È quella dell’attore e conduttore Enzo Iacchetti, ex compagno di scuola della bella Patrizia. È sconvolto come tutti, vuole giustizia, mette la sua popolarità al servizio del caso, ma le autorità inquirenti gli chiedono di fermarsi perché stanno indagando ed è opportuno che resti in silenzio, ci sono delle ottime piste in evoluzione.
Lui fa rispettosamente un passo indietro. Da allora sono passati dodici anni. Il caso è stato archiviato.
Kella Tribi
Teatro a Piacenza.
Notiziona teatrale per Piacenza che ,secondo il gestore finalmente (sic) :apre porte e finestre al pubblico,arriva la Laurito e un seguito di spettacoli consumati e di consumo che si portebbero tranquillamente definire consunti e condensati tutti in un “programma” dell’usato ruminante culturale di Stato ,per uno stato sull’orlo della demenza precoce (culturale s’intende),e che ricorda: a proposito di organizzazione quella frase di Lenin:”anche ad un cuoca insegneremo a dirigere lo stato”,insomma, il teatro come lo Stato in forma “culinaria”.
Dell’Utri e altri.
Assolti a Palermo tutti gli imputati funzionari e politici di stato;condannati i mafiosi.La sinistra mastica amaro nel sentirsi sfuggire di mano le vittime.Ed ora chi ripaga tutti questi innocenti?Con l’assoluzione Dell’Utri cade un pezzo vergognoso del castello costruito contro Berlusconi di cui rimane però la buffonata della “perizia psichiatrica”.
Oscar Wilde.
Oscar Wilde di cui oggi brilla più fioca la stella ha sempre goduto di strani giudizi sulla e nella sua vita:Shaw diceva di lui:egli non ha un solo nemico in questo mondo,nessuno,proprio nessuno,ma nessuno dei suoi amici simpatizza per lui.Qualc’un altro diceva che era un angelo;un angelo senza ali con il carattere di una zitella e chi;memore della lezione di Voltaire lo definiva come una quinta sua copia dattilografata.Personaggio comunque chiacchierato,modello oggi per tanti intellettuali demodè che si mascherano da Oscar Wilde.
Als ik kan.
Mah! Che saranno mai questi intellettuali,o pretesi tali;questi, che rimuginano e ruminano compiacendosi del loro rimasticare fine a sè stesso,di nessuna utilità pratica per una qualsiasi società;che saranno mai.Forse una forma di nevrosi sociale li fa protagonisti,protagonisti in una società che tutto sommato, nonostante la tecnologia sono rimaste quelle che erano ma,sopratutto , saranno sempre tali.Veri e propri pompieri di Stato,in uno stato mefiticamente pompieristico fioriscono questi intellettuali,spiccano, sul bavero dei partiti e delle conventicole statali che foraggiano i loro beniamini come vacche nella stalla;senza che le vacche conoscano una qualsiasi colpa.Insomma ;questi geni,proclamati e riconosciuti tali,decorati e incensati poco o nulla ricordano qull’Hans Memling,fiammigo,morto nel 1494 che nelle tavole:spesso a soggetto religioso le accompagnava con la frase”Als ik kan”-ho fatto quel che ho potuto- e,se può esservi utile, ditelo,ditelo a quel gesuita-architetto -Padre Andrea Dall’Asta da Fontevivo-Parma:intellettuale di Santa Romana Chiesa.
Fazio.
Che tempo che fa,la trasmissione di Fazio si avvia verso la diciannovesima edizione:stiamo raggiungendo il ventennio di ogni dittatura.
La luna se ne frega di Marinetti.
Filippo Tommaso Marinetti alessandrino nato nel 1876 fa ancora rumore oggi;pur dichiarando di voler accopar la luna questa sta ancora oggi indifferente al suo posto,bella e luminosa,chiara, nelle notti che incastonano la sua divina luce.Se ne va,la luna,si allontana però da sola-tre centimetri all’anno- così un giorno non brillerà più nella notte come splende ora di fredda luce per le vicende umane,sopratutto incurante delle stupidaggini dell’alessandrino.Il bombarolo Marinetti,Filippo Tommaso per farla più lunga; scrisse le sue “opere” in francese ,e fu accademico d’Italia,il che la dice lunga sugli accademici. Lasciò la sua pelle alla terra fra i bagliori lunari e, nel dissolversi dei suoi brevi pensierini qualcuno -Guido Fanti- scrisse di lui:Marinetti aveva una bella voce che, per tutta la vita cantò la solita, la stessa romanza.