Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Nov• 08•25

Sonia Di Gregorio, fioraia di 20 anni impiegata a Morbegno, fu uccisa il 21 gennaio 2000 nell’abitazione in cui risiedeva a Cino, (Sondrio), da suo marito, Francesco Gussoni, 38 anni, dal quale si stava separando e con cui aveva una bambina di 18 mesi.‍
La giovane voleva allontanarsi da quella casa e stava preparando le sue ultime cose per trasferirsi, ma Gussoni le scaricò addosso una grandinata di fendenti, massacrandola. Era passato alle vie di fatto dopo averla più volte minacciata. Lei in precedenza lo aveva denunciato per minacce, stupro e altre violenze. Secondo le ricostruzioni, venti giorni prima del delitto, l’uomo avrebbe costretto la moglie a subire un rapporto sessuale dopo averla portata in auto in un luogo appartato a Cercino (Sondrio) Nessuno però, nonostante le denunce, aveva fatto qualcosa per bloccare in tempo quel marito violento. Dopo aver compiuto l’omicidio, l’uomo scappò dall’abitazione e tentò invano di suicidarsi, buttandosi dal ponte di Cercino.
Fu rinviato a giudizio in rito abbreviato. Una perizia psichiatrica di parte lo aveva considerato incapace di intendere e di volere.e recluso nell’ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino.
Nell’ottobre del 2003 alla Corte d’Appello di Milano, fu ritenuto parzialmente capace: gli venne attribuita una semi infermità di mente e fu condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione, più tre anni di cure psichiatriche da trascorrere in una struttura specializzata. Dopo tre anni passati nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupone, fu trasferito in carcere, ma terminò di scontare la sua pena già nel 2006, grazie all’indulto.
Gussoni, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera nell’ottobre del 2006, provò a rassicurare i parenti, chiese perdono e, in attesa della decisione del giudice sui tre anni di pena accessoria da scontare in una struttura specializzata, l’uomo disse di volersi far ricoverare in una comunità per “il bene della propria salute mentale”.
Per Gussoni fu stabilita la detenzione per altri tre anni nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Nel 2009 quando l’uomo stava per terminare il suo periodo di permanenza ella struttura venne effettuata una nuova perizia sulla sua pericolosità. Nel novembre del 2009, tuttavia, il Tribunale di sorveglianza di Mantova decise per l’ulteriore detenzione, per un altro anno, nell’ospedale giudiziario di Castiglione delle Stiviere.‍
Gussoni tornò completamente libero nel 2010.

Kella Tribi

Fumo.

Written By: bruno - Nov• 07•25

E’ sez’altro bello,bello sentire parlare di inquinamento e mondo e gas che si sprigionano nell’atmosfera terrestre,bello,molto bello se,se non fosse per tutte quelle bombe(forse ecologiche) che scatarrano il peggio delle loro esplosioni da anni e anni e ancora anni proprio vicino ai nostri orti.Però,però possiamo,possiamo consolarci,”consolarci” di qualche grado che si aggiunge all’atmosfera terrestre per le nostre(colpe) ,loro auto,caminetti,impianti industriali,ciminiere che fumano ,eccome se fumano ,anche oltre oceano.

Almasri.

Written By: bruno - Nov• 06•25

Almasri arrestato dai libici e, Almastri ha fatto il giro d’Europa,qualcuno afferma che doveva essere arrestato in Italia nel suo viaggio europeo.L’Italia doveva:avrebbe potuto,mentre non dovrebbe aver mai lasciato Libia,il resto sono solo chiacchiere.

Acca ventuno.

Written By: bruno - Nov• 05•25

Ma mi sapete dire quale è la convenienza in Italia di dire ad esempio “Acca ventuno” per dire ” Ore ventuno ” come sentito anche alla tele ? – La scrittura ” h. 21″ è convenzione scritta per abbreviare, forse, ma parlata è ridicola e tra l’ altro la parola “ore” è più corta, più piacevole, più esatta rispetto a quello fastidioso “ACCA”. ‘Acca miseria!!!!!

Paola Mars

Matti.

Written By: bruno - Nov• 05•25

I matti fuori:fuori dai manicomi,galere per molti normali o diversi comunque non assaassini.I matti fuori,è il prezzo che occore pagare,il rischio,sopratutto l’incapacità dei servizi che hanno sostituito quelle galere,servizi sommari,spesso inefficenti e anche,gravemente incompetenti.

La torre.

Written By: bruno - Nov• 04•25

Crollata la torre dei Conti a Roma,crollata senza indagare di come si eseguissero,o fossere eseguiti quei lavori,in questo caso disastrosi.La torre fu citata dal Petrarca che deve essere oggi un nome,o autore del tutto sconosciuto ma che fa tanto cultura tenebrosa per pochi addetti.La torre comunque è crollata con l’ennesimo morto sul lavoro:sarà perchè ci sono più operai che controllori e qualcuno dei “pochi” controllori,pare non comtrolli affatto.

Accoltellamenti.

Written By: bruno - Nov• 03•25

Bhe!Ci sono tanti accoltellamenti a cui dare un senso,accoltellamenti su cui riflettere e capire, e ci sono tante,tante troppe risposte date che non convincono,non convincono forse perchè si guarda il mondo da un lato solo o forse perchè quel lato di mondo che crediamo di vedere ,potrebbe essere quel che pensiamo ma che nessuno,proprio nessuno dice o, vorrebbe dire.

“Esorcismo del pene”.

Written By: bruno - Nov• 02•25

C’era un esorcismo anche per gli impotenti per cui:”soprattutto venga unta quella parte del corpo in cui il maleficio è stato inflitto(il pene),e cio si faccia con tutto il timore e la riverenza possibile.Sarebbe anche utile per il maleficiato di bere tale olio (benedetto precedentemente) nel modo prescritto sopra,e tutto questo si compia prima del congiungimento carnale”.Forse qualcuno potrebbe tentarlo anche al giorno d’oggi chissà non riesca,a bere quell’olio s’intende.

Giustizia.

Written By: bruno - Nov• 01•25

Siamo alla fiera dell’esibizionismo politico sulla giustizia:una vera e propria fiera di commenti e sovrabbondanti risposte:il parlamento lavora e lavorano anche i magistrati chi per difendere o per “offendere”.L’aula delle parole si è fatta magna,in tutti i sensi,e in tutti i sensi verranno e saranno i risultati di questa gazzarra,si,solo con il voto.

Le perle nere di kella.

Written By: bruno - Nov• 01•25

Napoli, quartiere Fuorigrotta, 28 aprile 2003. Erano quasi le 08:00 di un lunedì mattina e Michela, 13 anni, non era stata ancora svegliata dalla mamma. Una situazione insolita, l’atmosfera era surreale. La ragazzina andò a cercare la madre: si trovava ancora a letto, ma non si muoveva. A un certo punto la tredicenne si accorse che le lenzuola erano macchiate di sangue.‍
La mamma, Patrizia Carteciano, 40 anni, fu uccisa a martellate. Il responsabile venne individuato nell’ex convivente, Giovanni Agliarulo, 42 anni, tossicodipendente e con precedenti per spaccio.‍ Diversi anni prima la vittima si era separata dal marito con il quale aveva avuto tre figli: Umberto, 16 anni, Michela, 13, e una bambina di 5. La secondogenita e la sorellina di notte non si erano accorte di nulla mentre si consumava il delitto. Il giovane, invece, non si trovava nell’abitazione perché viveva dalla nonna materna.
Dopo la chiusura del matrimonio, la quarantenne aveva iniziato una relazione con Agliarulo. La loro storia era durata qualche anno e poi, per la gelosia di lui e i continui litigi di coppia. Patrizia lo aveva cacciato di casa. Giovanni era un uomo aggressivo.
Agliarulo era tornato nella sua abitazione, distante poche centinaia di metri dalla casa di lei, sempre a Fuorigrotta. Patrizia nel frattempo aveva cambiato la serratura della porta, ma l’uomo meditava vendetta. Nella notte tra il 27 e il 28 aprile 2003, fece irruzione nel cortile del complesso di palazzine comunali dove risiedeva la quarantenne.
Salì su un muretto e riuscì a scavalcare la ringhiera del terrazzino della camera da letto della donna, al primo piano dell’edificio. Poi forzò la finestra e, una volta all’interno, si procurò una mazzuola che stava nel ripostiglio dell’appartamento. Dopodiché si recò nella camera da letto. Lì cominciò a colpire l’ex compagna alla testa. Lei si svegliò e tentò di difendersi, ma fu impossibile salvarsi da quella la pioggia di martellate che le avevano spaccato il cranio.
Agliarulo si allontanò dal posto, ma fu arrestato circa dodici ore dopo, nei pressi dei cimitero di Fuorigrotta. L’uomo fu processato in rito abbreviato e condannato a 30 anni di reclusione.‍

Kella Tribi