Alleluja!

Written By: bruno - Dic• 22•13

Gesu’ bambino ,in questi giorni,lo si mette o, lo si omette per  maggioranza,fra, salumi,vini,carne, pesce,panettoni,dolci,amari liquorosi,diamanti perservativi,mutande rosse,reggipetti senza gancio,pillole del giorno prima e del giorno  dopo,auto moto,barche,giocattoli,pistole,fucili cacciabombardieri,atomiche,missili a corto e lungo raggio.Torroni,torte,riso,pasta,olio,sigarette sigari,marjuana,coca, pipe,viagra,cialis,crocere,viaggi al sole,neve di montagna.Caviale,scopate natalizie,insulti,omicidi,suicidi,baci omosessuali,palpeggiamenti eterosessuali,gioco d’azzardo,tradimenti festivi e post-festivi,bagordi,stati di coma , con morti per effetto del tripudio e della violenza,violenza per disperazione,follia,solitudine.Politici che galleggiano sulla crisi,popolo che annega sotto la linea di galleggiamento,magistrati,Presidenti,babbi Natale, dottori avvocati,impiegati esodati,architetti,geometri,artisti,disoccupati occupati,barboni,puttane,ipocriti,becchini,ladri,truffatori.Pensionati strapagati,pensionati morti di fame,malati, moribondi,cittadini e cittadine,bambini e bambine,neonati,lattanti,marinai e comandanti,generali e sciaquini,ballerini e suonatori cantanti,bidelli e guardiaparco,parroci e fedeli,Re e dittatori,maghi e stregoni,servi di Satana.Gesu’ bambino lo si mette,o, lo si omette in cima o, sotto tutto questo,per  piacere al Natale,l’uomo celebra sè stesso. Natale: mutande rosse che foderano le chiappe allegre di tutti i gaudenti,alleluja.Nonostante tutto questo, vi è chi prega con Fede ed Amore,nonostante il frastuono, la Grazia tocca ancora il cuore agli uomini e alle donne di buona volonta’,tutto nel piu’ grande anonimato,tutto,nel silenzio della piu’ devota umilta’,per Nostro Signore Gesu’ Cristo.

Un primato popolare.

Written By: bruno - Dic• 21•13

A Piacenza è morto Pezza,figura di emarginato conosciuto in citta’,in fondo pero’ personaggio minore fra i piacentini “famosi”.Occorre ricordare che nessuno ha ancora  superato in fama  Ciotti,Tino Maestroni,ma sopratutto la Cicci.La Cicci e Ciotti sono stati i veri portaemblema della notorieta’ ,a seguire ,Tino Maestroni,e, a qualche distanza,” al Tognu” morto nell’oblio.Ciotti e la Cicci, quest’ultima la meno pubblicamente celebrata essendo prostituta,un podio indimenticato dunque ,di primo piano per questi non emarginati ,ma  protagonisti,protagonisti piu’ famosi in citta’ dei piu’ famosi  e pubblicamente celebrati stilisti,artisti ,cantanti,santi,scienziati,magistrati,storici,sindaci,avvocati.Quando la classe non è acqua.

La stabilita’ secondo il Parlamento.

Written By: bruno - Dic• 21•13

Purtroppo non siamo cosi’ dotti nella politica e, non ricordiamo i vari nomi dei deputati che oggi hanno parlato, pro o contro sulla legge di stabilita’.Ma ,ci è rimasto impresso l’ultimo “oratore” del PD, un ragazzetto azzimato con barba millimetrata per affilare meglio le deboli mascelle,tornite come quelle di un pesce rosso di laghetto.A noi piace Cicerone,e,quello, di Cicerone non  aveva niente,nemmeno i silenzi,che poi sarebbero stati graditi.Il cosino si è sperticato come sor cipolla domandandosi dove erano finiti i Moro,i Berlinguer,’cercava,cercava  invano le loro ombre,ombre fuggite, dopo che, uno come lui si è messo a sillabare.E di crisi ha parlato,  ha indicato le indigenti famiglie dei parlamentari che, poverini, soffrivano anche loro la crisi come la soffrivano tutti,e i tutti siamo noi .Ha osannato Napolitano,che poi è il capo del suo governo,dimostrando in questa occasione la sua bassa propensione all’adulazione di un qualsiasi capo.Ha detto che questa è la crisi,questo è il governo,questi sono i grandi vantaggi della cura Letta,e che, loro,i PD,guardano all’Europa come ad un sole nascente.Colpisce sempre, quando uno di questi autoreferenti, si mette la mano come fanno le spie  e, parla con il suo sodale.Si è visto Letta (mentre starnazzava l’oratore) fare questo gesto che oscura le labbra, verso Alfano.Angelino,che, con occhi truci ,fulminava gli astanti e scrutava ,cercava qualcuno, da tradire.Il “cosino” dell’ultimo intervento, intanto cinguettava,garriva, con una vocina da chierichetto , giovane pollastrello nel gaio pollaio.Quando fu pronunciato l’ultimo suo motto, come uno starnuto, tutto il popolo dei PD si è messo a baciare ed applaudire quella pietosa reliquia di remigino che si era appena  esibita nell’aula,nell’aula di Moro e Berlinguer.Si’, hanno applaudito e baciato quel laico curato parlamentare , hanno davvero applaudito,applaudito,e ancora applaudito,che poi,quegli applausi, erano la metafora dei ceffoni che si sarebbe meritato.Solo una dittatura puo’ sorreggere queste nullita’,solo e soltanto una,questa dittatura, puo’ proclamarsi eletta dal popolo, senza arrossire!

p.s. l’oratore è Pazienza.

Il dopoguerra di Squinzi.

Written By: bruno - Dic• 20•13

Giorgio Squinzi dichiara che l’Italia,oggi si trova, come fosse uscita dagli effetti di una devastante guerra.Gentilissimo  bergamasco,forse dalle sue parti sono cessati i bombardamenti,ma qui, sepolti sotto cumuli di macerie,sono morti e feriti e lamenti di vedove il lutto che piangono,chi il figlio,chi il marito,chi il nipote o lo zio,ed anche il nonno.Bimbi affamati scrutano il plumbeo cielo, la battaglia infuria ,il pallido sole è oscurato da aerei e sibilanti bombe nemiche,qualcuno avvisi gli aggressori che lei ha dichiarato la fine del conflitto,grazie.

Luciano e la Rosy.

Written By: bruno - Dic• 19•13

Luciano la Rosy, l’aveva stampata sulla retina,nel sangue e nell’anima.Poteva fare il suo ritratto oramai anche ad occhi chiusi,lo poteva anche dormendo o ,con la sola fantasia,e,la sua fantasia era la Rosy.Cosi’ si chiamava una modella del Gazzola,che abitava in via Cavalletto numero 8,vicino Piazza Cavalli.La Rosy,siciliana d’origine ,piccola Giunone sicula viveva a Piacenza e faceva la modella,il suo lavoro, in tempi migliori era vendere appartamenti e case,ma, con la crisi si era messa a fare la modella nuda.Bruna, rotonda,gli occhi scintillanti e neri come ognuno  immagina una donna del meridione,posava queta e cotta come da un sole antico,sole che l’aveva  dorata,dorata , come  frutto  fertile sulla fronte di una qualche divinita’ dell’isola a tre punte,l’isola che chiamano e si chiama Sicilia. Luciano non disegnava mai  l’armonioso nudo corpo,Luciano,per fissazione faceva il volto,il solo volto e ancora il volto,solo il volto.L’ombreggiava,lo torniva,lo rendeva tenebroso , dolce ,con qualche raffinatezza che lui si ostinava a parogonare a Leonardo,Leonardo, quello da Vinci.Ed erano pero’ poetici quei volti,piccole   belle brevi poesie,poesie ripetute e ridette,ariette cantate sottovoce, fra sè e sè, che lui,Luciano, mostrava con occhi ridenti e felici,felici , ed,improvvisamente pieni di aggraziata speranza infantile,aspettando una parola,un gesto di approvazione.Non li faceva in classe quei disegni ( questo era il suo segreto),ma a casa,in classe li mostrava ,appesi al cavalletto, per poterli godere ed esporre agli sguardi di altri studenti.Lavorio   d’ape al suo fiore,il fiore di Luciano, segno sopra  segno, ombra con   ombra, per la bella Rosy,Rosy, che da perfetta siciliana doveva portare il diminutivo di Rosalia.Si favoleggiava che la casa di Luciano fosse ricca solo di quei volti,volti,e ancora volti appesi e raccolti anche in libro,volti,volti,solo volti.Quel volto, per Luciano,  era centro e confine estremo della sua anima e dei suoi sogni ,fantasie ad occhi  aperti sul mondo, per la bella siciliana,la bella Rosalia di via Cavalletto numero 8.

Auguri!

Written By: bruno - Dic• 18•13

Eccoci a Natale,Natale di Nostro Signore,Gesu’ Cristo,buon Natale a tutti,proprio tutti,speriamo che,  Provvidenza e  Fortuna ci  liberino da  Letta Enrico, palle di plastica, che , nell’Italia in mutande, fa voto di mangiare tanti,ma tanti panettoni,per tanti, tanti,troppi, minacciosi anni.Inaugurando, dopo i panettone-film,la stagione di governi al panettone.

Enrica e lo specchio.

Written By: bruno - Dic• 16•13

Sono oramai lontani i tempi dell’euro, quando Enrica aveva uno specchio,specchio di qualche secolo prima,uno specchio primi novecento con doppia cornice, borchiette agli angoli, che ,qualcuno aveva tinto con  porporina.Quella porporina era la nota stonata in quello specchio che sporgeva dal legno venato di una certa importanza e, non privo di bellezza.Enrica voleva vendere quello specchio,per cinquecento euro,cinquecento, gli pareva un prezzo giusto, equo,non un soldo in meno,non un euro in meno,e poi non era cosi’ povera.Fra l’altro,lo specchio gli era stato dato,in quel tempo lontano  dall’ex marito,marito che lei    aveva incontrato e sposato.Marito  conosciuto,la prima volta come venditore di Bibbie,e,quelle Bibbie,quella Bibbia,per Enrica, fu il viatico del matrimonio.Ora,quel dono; lo  specchio,specchio che voleva vendere,ma non sapeva come,voleva vendere ed incontrava solo misere richieste,proposte da pochi euro, pochi.Enrica,in quel tempo, frequentava una scuola d’arte,credo si chiamasse “il Gazzola”,credo ma non ne sono certo.Bene,il professore di quel corso, di quella scuola ,in quell’anno,e in quel mese di Dicembre, aveva deciso di fare una mostra sulla Nativita’ di Nostro Signore,tutta la classe si sbizzarri’, chi con volti, chi Sacre Famiglie,cammelli,ciotole e somari,Madonne e comete,Enrica fece anche lei il suo bel cammello su di un cielo azzurro-cupo e fondo con una stella, lontana.Enrica aveva lo specchio,quello specchio,lo specchio che il marito le aveva donato,e che lei, decisa, voleva vendere,vendere.Prese lo specchio, lo mise in quella mostra sulla Nativita’ di Nostro Signore,cosi’ la gente  si sarebbe vista,sorpresa, dentro quel ghiacciato laghetto di vetro,si sarebbe vista viva,vista e rispecchiata, nella Nativita’  di Nostro Signore.Con il rossetto ,Enrica, lentamente,su quel testimonio muto, lucido e fedele ,scrisse”:anche tu,nella Nativita’”,dimenticando di aggiungere,di Nostro Signore.La gente andava e veniva davanti lo specchiante vetro,andava e veniva,sempre specchiandosi e  nemmeno si vedeva,spariva ed appariva , appariva e spariva, senza capire,senza capirsi,senza domandarsi se,quella “Nativita’ di Nostro Signore” che passava ,dentro quello specchio, fosse in vendita.

Borgo Faxall.

Written By: bruno - Dic• 14•13

Se c’è un edificio che ho sempre ammirato è Borgo Faxhall,anche se la sua mole di impronta medioevale domina in quell’angolo di via che porta verso Santa Maria in Torricella.Davanti la chiesa venivano eseguite le pene capitali.E’ triste osservare la trafficata via che passa sopra il luogo testimone di tante morti violente.Ricordo, la vicenda di una donna incinta condannata a morte a cui numeroso popolo ando’ ad assistere.Quella povera donna nel momento dell’agonia provoco’ un fatto cosi’ straordinario che tutta la folla fuggi’ terrorizzata.Cosa avvenne,lo storico non lo descrisse,scrisse solo che il popolo tutto fuggi terrorizzato,e gia’ solo questo avvenimento, di una Piacenza, insopportabile e poi non cosi’ lontana, rappresenta bene la particolarita’ della piazzetta davanti la chiesa.Qualcosa dovrebbe ricordarla,indicarla,segnarla,segnalarla, alla pieta’  dei piacentini.Borgo Faxall con quella sua severa mole introduce bene e ricorda quel clima che ho descritto sopra.Lo trovo uno spazio espositivo unico in Piacenza,un vero e proprio museo nel cuore della citta’.Peccato non sia stato capito,peccato il degrado, frutto pero’ di questi anni di crisi che fa spegnere le luci delle sue botteghe.Tuttavia rimane una forma museale  espositiva  unica,non è stato capito,o forse non c’è nulla da mettere e capire,quell’edificio pare nato non per piccole, ma grandi mostre.

Buon Natale,Giorgio Napolitano.

Written By: bruno - Dic• 14•13

Nell’orgia televisiva di dibattiti con giornalisti,politici,opinionisti,venditori di fumosi libri,storie vissute e mentite vite.Si è evidenziato che,il nostro Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano è molto affezionato all’Europa,Europa che evoca di continuo ,quasi un febbricitante delirio.Europa,Europa grida il suo cuore napoletano,Europa Europa,rimbomba per l’Italia intera,e,quel grido come di rapace che volteggia nel cielo azzurro,quel grido agghiaccia gli  abitanti del fu belpaese,o belpaese da operetta.Napolitano sogna l’Europa,ed il suo sogno appare bello,meraviglioso, anche agli americani,che lo lodano, nonostante il terrore e il brivido popolare che rugge lungo lo stivale.Napolitano,in quelle orgie televisive,si è evidenziato che non ha mai amato il consenso della gente ma, ha sempre preferito,l’accordo,il compromesso,l’accomodamento dell’Italia che fa da sè,l’Italia di Palazzo,di corridoio, di stanza,di gabinetto.Se, il nostro Presidente ( devo pero’ confessare che non è,il mio Presidente,sara’ Presidente di tutti voi italiani,meno me).Se, il vostro Presidente ama tanto,ma tanto, l’Europa, perchè non vi va ad abitare,in Europa,e,lascia l’Italia a noi, soli,poveri,privi di tanto nocchiero,soli,poveri , felici,noi, irrimediabilmente italiani.Signor Presidente,Giorgio Napolitano,questa mattina, davanti ad una edicola cercavo una rivista che impaziente non trovavo ,mentre ad alta voce mi venne spontaneo esclamare:”ma, porca miseria,non la trovo, c’era e non c’è  piu'”.L’edicolante, sporgendo il capo dal bugigattolo di vetro,con voce giovanile rispose:una rivista, “porca miseria” non c’è.E’ vero signor Presidente, una rivista, “porca miseria “non c’è,non esiste,ma, grazie  a Lei e alle sue insane, senili manie, sarebbe ora di stamparla.

Vedo e prevedo n° 2

Written By: bruno - Dic• 12•13

Quello che ieri,Enrico Letta,esagerando vantava, come il primo giorno del suo governo” rafforzato” ,sara’ invece,  sua pietra tombale.