Ma benedette ragazze, nessuno vi ha mai insegnato che :” lavare dei somari si consuma acqua e sapone”?Ma benedette figliole, che siete andate in mezzo a tutti quei mussulmani portando con voi anche cinquemila euro in dono,nessuno vi avvisato che, quei cinquemila euro, sarebbero stati soldi gettati, spazzati e dispersi dal vento caldo del deserto?Ma benedette figlie,quando siete arrivate a destinazione,piene di universale amore, in mezzo a tutti quei lupi, nessuno ,di quel branco di lupacchiotti e lupe,che andavate a “salvare”, ha pensato bene di difendervi,nessuno?Mie care fanciulle, dovevate proprio,ma proprio toccare con mano i denti del lupo?Quelli della iena e del serpente?E per caso,per puro caso, non penserete mica che, quelli che bazzicano da quelle parti a caccia di lupi,armati fino ai denti, lo fanno perché sono cattivi.Se, ne verrete mai fuori (ed io ve lo auguro di cuore),o,se qualche altra sciagurata volesse seguire il vostro esempio,ricordate,ricordatevi,tenetevi a memoria, di quelli che vi hanno vestito di nero come due suore, spose a Maometto.Ma,prima di tutto,vi hanno date come amanti a qualche satrapo d’accatto ,che ha gozzovigliato, con i vostri cinquemila euro, poi, stanco del suo” religioso” ma,per lui,doveroso spasso, presenta ora il conto,con urgenza,di immediato pagamento, a tutti quei morti di fame degli italiani.
Dialoghetto.
Come?Cosa dici?Se ieri ho sentito il discorso a reti unificate di Napolitano?Perchè c’è ancora Napolitano?Ma no,davvero?Lui?E’ ancora lui ,proprio lui,il Presidente della Repubblica italiana?Incredibile.Che cosa ho fatto?Ma cosa vuoi che abbia fatto,ho guardato un documentario sul pidocchio gigante d’acqua in televisione, e poi,poi sono andato a dormire,come sempre,lo sai.Si!Oggi c’è il sole,un bel sole,freddo,ma con il sole,come?Cosa dici?L’anno vecchio?Ma quando la finirai con questa tiritera di anni vecchi e nuovi,quando?Questa storia di vecchi e nuovi ha rotto le palle,e che palle!Ma per l’Amor di Dio!
Dicembre 31.
Perché pensare a cose tristi,era l’ultimo giorno dell’anno,e chi se ne fregava di come andava il mondo,e chi se fregava, se il mondo aveva finito il suo annuale giro ,ne aveva visti anche troppi di giramenti annuali.Un minuto prima aveva allacciato le scarpe a Stefano ,Stefano aveva fatto un finanziamento con la banca di diecimila euro per andare a puttane,come diceva lui ,ridendo.Lo ripagava a cento euro al mese per ripianare il debito.Stefano,un ictus, cinque anni prima,non sapeva nemmeno allacciarsi le scarpe ,e sognava Parigi.La patente non l’aveva più’, ma con qualche raccomandazione sperava di riaverla,voleva andare a Montecarlo per via del Casino’.Che ci faceva Stefano in un posto schifoso come quello dove era nato,meglio Montecarlo ripeteva,o Parigi.L’ultima volta con l’auto ,aveva abbattuto due sbarre di un passaggio a livello,ed ai carabinieri che lo avevano portato da sua madre aveva detto:state fuori,mia madre si spaventa,e i carabinieri si erano messi sull’uscio,fuori dalla porta.Poteva essere un mercoledì trentuno di una qualsiasi settimana,di qualsiasi anno,di qualsiasi,benedetto stramaledetto giorno,e,a lui che cosa importava di come andava il mondo nel suo ultimo giorno, non gli importava nulla,nulla.Anzi ,era felice proprio in quel giorno,proprio felice,cazzate solo cazzate,la’ fuori,nell’ultimo giorno dell’anno,e in citta’,i giornali con le solite stupidaggini,un mondo di mugnai tirava l’acqua al proprio mulino con ostentato altruismo,la televisione poi,un rosario,rosario mugugnato stradetto,recitato, da nausea.L’asfalto pareva un tessuto azzurro, e ,pensandolo gli venne in mente un cielo di velluto di Faulkner,banalità’,solo banalità’ ,scritte.Stefano era li’ che biascicava parole,in mezzo,sopra rifatti diseguali neri denti,biascicava sogni,desideri,delirii,doveva fare la radiografia ai polmoni Stefano, per le troppe sigarette fumate e che fumava,fumava ancora,bah!La radiografia,a cosa poteva servirle se non smetteva di fumare.La radiografia te la faceva lui,Stefano, con lo sguardo un po’ pazzo, indagatore,fisso,immobile,incantato, che non si capiva cosa, e dove guardasse ,forse un punto dietro le tue spalle,o di un indefinito ,dentro di te ,remoto,misterioso,mentre ripeteva incomprensibili nomi di citta’ lontane,sempre più’ lontane,aggiungendo:se ti rompo,dimmelo.
Il solito problema Islam.
Non siamo d’accordo con ogni estremismo, nemmeno quello anti Islam,vengono condannate le manifestazioni tedesche in difesa della cultura Cristiana d’Europa,la Merkel tuona contro queste “orribili”manifestazioni xenofobe.Tuttavia non va dimenticato che, in alcuni paesi arabi e di religione mussulmana, è vietato portare anche un semplice crocefisso al collo.La Merkel dovrebbe,e farebbe bene a recarsi in queste regioni o,nazioni, con il suo forte grido di uguaglianza e tolleranza religiosa,e,farebbe bene a trasmetterlo anche in tv,se ci riesce.
Giacomazzi,Schettino,Renzi.
Qualche giornalista si affrettato con dei distinguo sul caso Schettino,Concordia e Giacomazzi,Norman Atlantic,facendo notare la correttezza del Comandante Agilio Giacomazzi nel condurre il disastro della Norman,per sottolineare,noi pensiamo inutilmente ,il comportamento di due Comandanti,il primo corretto, il secondo no.Leggiamo che, anche il Comandante Giacomazzi è ora indagato,si parla di clandestini,di sovraccarico,di mal stivamento,insomma gira che ti gira gli stanno facendo le pulci.Noi,vorremmo semplicemente osservare che il caso Norman,come quello Concordia,è il frutto di molte concause,forse anche di negligenze,errori collettivamente umani, ed è perfettamente inutile mettere uno sull’altare e l’altro dietro la lavagna con le vecchie orecchie d’asino.Che poi,alla fine,la colpa è sempre del Comandante,solo del Comandante senza andare tanto per il sottile,se non altro per comodita’,e, per piacere,quando si cita Renzi ,a proposito di quel che sul caso ha detto e quel che dice,lasciatelo ai suoi deliri giovanili ,che ,con il tempo ,anche i suoi deliri, saranno solo rimorsi .Se, non sbaglio anche lui gli tocca la parte del Comandante, vuoi vedere che ne uscirà’ un caso:Schettino,Giacomazzi,Renzi?Vuoi vedere?
Sua altezza mezzita’.
Di intero a questo mondo non c’è nulla,proprio nulla,forse le sole disgrazie, ci piombano fra capo e collo, tutte intere,senza nessuna ratealizzazzione.Spesso si sente dire da qualche anima moralista e pia:ma quello non è un prete,quello non è un medico,non è un meccanico,non è un idraulico,la questione sta tutta pero’ nel fare, ed essere,fare ed essere:fare il prete o essere prete, ad esempio,ci passa una bella differenza.Siamo contornati da mezze cose,mezze professioni,mezze vocazioni,e, non ci accorgiamo che anche noi siamo diventati dei mezzi personaggi,mezzi padri,mezzi uomini,mezzi cittadini ed apprezziamo,esaltiamo, questa nostra mezza “qualita’” ,come intera,quando, di intero non c’è nulla in questo mondo.Vi sono mezze verita’,mezze bugie,che ci arricchiscono pero’, e rendono potabile la vita, e funzionano ,per quel che riguarda anche la futura.Sulle tombe,i generosi scrivono: onesto e probo,indefesso lavoratore , mezza verita’ che è una balla insopportabilmente intera.In vita ,di quell’onesto e probo non è rimasta traccia,e non ne abbiamo mai incontrato uno, vivo, chissa’ perché,non se ne è mai visto nemmeno l’ombra,fosse anche solo, mezz’ombra.Ma ,volendo spaccare il capello in quattro,e basta in due, in questi tempi grami di mezzita’,c’è chi ,leggendo : probo lavoratore,penserebbe di aver incontrato un coglione in puro spirito,o uno che,se avesse lavorato meno, avrebbe fatto meno danni.
Elogio dell’euro.
Non so dove ho letto che, l’euro fa bene a questa classe politica che ha trascorso gli ultimi quarant’anni a scialacquare (rubare),l’euro fa bene, perché moneta forte che impone sacrifici all’Europa ed in primis all’Italia.Personalmente non credo vi sia moneta che possa morigerare questi coccodrilli che si trovano nel parlamento, e fra un poco siederanno in un ex senato,vera mangiatoia per molti che si fregiano del titolo di” onorevole”.Nemmeno l’uso corrente di una qualsiasi fantomatica inesistente valuta, potrebbe morigerate la maggioranza affamata dei nostri politici,fosse anche un baratto di conchiglie, anche con le conchiglie saprebbero fregare l’ex popolo d’Italia,ex popolo ,ridotto in bande di disperati che difendono con le unghie e i denti le loro miserabili conchiglie.
Renzi,gallo-gallina in playback.
Si’!Renzi, con quella sua ostentata aria da galletto dal sonoro:”noi tireremo dritto”,si’, ha un bel starnazzare e far ripetuti,acuti chicchirichi’ e sculettar ,come avesse piume al culo, con smorfie,e strabuzzar di bipedi fissi implumi gialli occhi, ostinato,arrogante,petulante,come una ovaiola gallina,sul suo affollato trespolo.Stupidamente sicuro,certo,anzi ,certissimo, lui,che vara provvedimenti in playback di governo,senza nessuna fatica,spacciandoli poi,per suoi,comunicandoli al pollaio in festa ,con un significativo, coccodè.
Rebus.
Tantissimi e grandissimi uomini, si sono domandati,con angosciosa curiosità’, il perché del nascere e morire.Sopra questa condizione umana ,si son torturati e interrogati con mille,mille domande e, altrettante non-risposte,o,se vi piace, con delle loro risposte.Non è la nascita o la morte il problema dell’umanità’ intera,nascita e morte non dipendono mai da noi.E’ quello che sta fra questi due trapassi,o passaggi che conta,è la vita, e ,se si vive sapendo di vivere, il vero rebus,ma, sopratutto, se quello che viviamo ci appartiene,ed è davvero “nostro” o non qualcosa di cui potremmo essere solo, e non sempre responsabili.
Una citta’.
Nella citta’ ,in quella citta’,ancora erano i fratelli e parenti dei preti,preti che comandavano,da tanto tempo, attraverso il loro parentado da sempre,con incarichi e onori ,normalmente e come sempre immeritati e mal distribuiti,questo,come tanti, tanti anni prima.I ricchi si erano associati,associati, per fare i loro affari in virtù’ del loro denaro, riunendosi in piccoli scelti circoli riservati,così’ tutto continuava,così’ tutto,poteva continuare,in quella citta’ come nei bei tempi andati e mai passati.Nessun cambiamento era avvenuto in citta’,niente, da tanto tempo.Chi ben viveva ,perseverava,ed aveva giustamente perseverato nel suo bene di vivere,e chi, veniva dalla miseria,presto si era arricchito come tribuno difensore della povertà’, dandosi così’ anche lui al ben vivere e al ben godere,godere,come quelli che da sempre,fortuna permettendo, avevano ben vissuto.non c’era nulla di strano .Tuttavia,nonostante questo incantesimo,tutto vi appariva nuovo,industrioso e laborioso.Eppure,eppure la citta’,viveva sprofondata come in un invisibile sonno letargico da cui,non si era mai,e lo confermo,mai svegliata,né desiderava risvegliarsi .Oh si’, presto,quanto prima, i cittadini e signori di citta’,si dichiaravano pronti a nuove meravigliose imprese,ma, lo dichiaravano come per farsi coraggio, ad ogni inizio dell’ anno o, ad ogni cambiar di stagione.Promettevano,proclamavano meravigliose attività’ d’ingegno e commercio, per il bene della citta’ ovviamente,della loro citta’,citta’ mai risvegliata ,citta’ dormiente, che desiderava solo dormire,dormire antichi e profondi sonni,mai minacciata da incubi o risvegli improvvisi.In quella citta’ la superficialità’ regnava disinteressata e indifferente,regnava, come “statalizzata”,al servizio del “bene” comune.Vi allignava anche la leggerezza,rassicurante gesto benevolo,omaggio verso uno strano “nuovo”, rigidamente conformistico , copia- conforme, a “moderni” tempi o tempi moderni.Nuovo, che si poteva accettare per mero conformismo ,con semplice cenno del capo ,senza tanti conflitti o smorfie ,tanto,alla fine, ognuno ,correva a seppellirsi sotto riscaldate coperte di tranquillità’ rigorosamente cittadine.In fondo,quella citta’ non era odiosa,no’,non era odiosa,né malvagia,era semplicemente come il ronzio cupo e sordo di un fuco alato,fuco che sale,vola, ostinato,verso un punto invisibile del cielo, vola,per poi ,lassu’ ,fatalmente morire.Poteva e potrebbe essere una citta’ di legno o di figurine in forma semipregiata,citta’ di bambole , case palazzi,illuminati la sera, abitata da abitanti di balsa che svolgono le loro attività’ corporali ,con perfetto sincronismo e rappacificata coscienza,insomma, una citta’,la citta’, nel giorno della Vigilia di Natale con qualche albero pieno di stelle.