A parte i “quadri” con cui appare in televisione Guzzanti ,nei suo commenti sulla 4.Quadri che sono materia come espressione di un preistorico decorativo e che,sotto un certo profilo connotano il giornalista e un suo rapporto con la merda spalmata sopra una superficie,in cui pare, ci si connoti e volglia quasi darsi un etichetta di fine cultore e amatore di quella materia;a parte questo, mi trovo pienamente d’accordo sul suo giudizio circa la vicenda di quella ragazza lesbica,buttata fuori di casa,proprio perchè lesbica e che,attraverso una raccolta fondi si è comprata (anche) una mercedes da 17 mila euro.E che? Non doveva nemmeno comprarsi un auto?Doveva mendicare a piedi e protestare la sua miserabile lesbicità?Guzzanti ha ragione,pienamente ragione;salvo quello di cui si contorna senza sapere-molto probabilmente- perchè lo fa;e ci scappa da ridere.
Le perle nere di Kella
Lee Ledell, giustiziato all’età di 51 anni, nero, era stato condannato a morte nel 1995 con l’accusa di aver ucciso, nel febbraio 1993, una sua vicina di casa, Debra Reese, 26 anni, bianca, durante una rapina in abitazione. Contro di lui 3 testimonianze oculari
Dal riassunto delle indagini e del processo, si apprende che sulla scena del crimine erano state rilevate 5 impronte digitali complete, e 6 frammenti di capelli. Nessuna delle impronte apparteneva a Lee. I capelli repertati non avevano il bulbo, e una volta escluso che appartenessero alla vittima o ad altre persone che era noto frequentassero la casa, da loro fu possibile estrapolare solo il Dna mitocondriale. Il Dna mitocondriale, da un punto di vista delle indagini forensi, è “un Dna di serie B”. È molto più piccolo, semplice e di minor precisione di quello del nucleo cellulare. All’epoca del processo di Lee comunque i test del Dna erano in fase pioneristica, e dall’analisi dei 6 capelli si ricavò che solo uno “non poteva essere escluso come potenziale fonte”.
A pregiudicare la posizione di Lee anche il fatto che lui fosse nero, e la vittima bianca. Oltre alle testimonianze oculari, che i difensori hanno sempre sostenuto non essere decisive perché di notte (quando è avvenuto il reato) le persone di colore da una certa distanza si assomiglierebbero tutte, come prove scientifiche l’accusa aveva portato l’impronta di una scarpa, e tracce di sangue umano trovato sulle scarpe da ginnastica di Lee. Con l’approssimarsi dell’esecuzione, un nuovo team legale aveva chiesto che i reperti prelevati sulla scena del crimine venissero rianalizzati alla luce di tecniche più moderne, ma le richieste vennero respinte, e Lee venne giustiziato.
Solo recentemente, dopo aver avviato cause legali contro le autorità di polizia che non volevano consegnare i reperti, le associazioni Innocence Project e Aclu hanno potuto far effettuare i test che sembrano tutti favorevoli alla tesi difensiva. Ripetute le analisi sull’impugnatura del bastone che si ritiene sia l’arma del delitto, il dna ricavato non appartiene a Lee. Ulteriori analisi sono state avviate su una maglietta sporca di sangue, anche in questo caso, oltre al sangue della vittima, il DNA individuato sembra non fosse quello di Lee. Gli avvocati di Lee confidano che in futuro si possa riuscire ad identificare il vero assalitore. A differenza di altri codici penali, negli Stati Uniti è prevista anche l’assoluzione post-mortem, o la grazia post-mortem, e sicuramente un risarcimento.
L’esecuzione di Lee iniziò alla 23,44 del 20 aprile 2017 e si concluse, con l’accertamento della morte da parte di un medico, alle 23,56.
Dopo aver definito “inconcludenti” i nuovi test, il governatore Hutchinsn si è trincerato dietro la giuria popolare “che ha ritenuto Lee colpevole sulla base delle informazioni che aveva”.
Il vero colpevole è attualmente in libertà.
Kella Tribi
C’era una volta.
L’affare cinque stelle si sta annacquando in una pappetta che nessuno più è capace di masticare;quindi là si succhia,e tutto succhiano ,succhiano o sperano di succhiare qualche cosa in quell’ambinte senza movimento.LE idee si sfrangiano in una unità che dicono necessaria ;mentre molto si perdono per strada:situazione incerta,in fondo vale la regola ,anche per gli onorevoli di tirare la fine del mese e della legislatura;poi chi vivrà vedrà.Una volta i principi erano sempre indiscutibili;non se ne voleva sapere di compromessi ne della loro natura ed erano sempre;come principi, “sacri”.Oggi ,in fondo,anche Dio forse è morto da tempo,da tanto tanto tempo senza ,forse,accessoria ,eventuale,sacralità .
L’Urtiga.
L’urtiga,rivista piacentina di fatti e cose locali ha gettato la maschera e si è messa la foglia;quella di Peppone per intenderci ,con i suoi interventi di GAzzola;a proposito che titolo di studio ha?Gazzola che mena fendenti a Groppi e Brizzolesi scultori e salva,da buon Peppone tutto il decorativismo preistorico di cui vorrebbe lardellata la sua città.Peppone-pardon Gazzola si sa è uno che invoca anche la musica di un centinaio d’anni fa;che lui definisce imperterrito d’avanguardia,lui ,nel suo suprematismo sovietico della nonrappresentazione trova addirittura un Negri;Negri,direttore dell’Urtiga che l’appoggia e lo sponsorizza come qualificata voce culturale per il rinnovamento (preistorico) di città.Forza Ippolito Negri,forza GAzzola.
Garante e avvocato.
Al garante-Grillo- resta un movimento ingessato dopo frattura,all’avvocato del popolo Conte, resta un popolo:posto che ne abbia uno.
La pezza.
Oggi,in questi giorni,la nostra stampa e,forse quella internazionale parla dell’Italia-pare-con una qualche considerazione grazie a Draghi;così si dice e si scrive.Ma ,vi fu un tempo che;non ricordo più se,Dumas padre o figlio scrisse:”Ancora una parola,l’ultima su questa Italia figlia della Grecia,madre della Francia,alla quale siamo debitori di tutto quanto sappiamo in fatto di guerra e di politica”.-Poi;c’è ,e ci fu,un ,putroppo poi,un dopo ,un oggi che/forse con Draghi ci mette una piccola ,piccolissima,contemporanea,provvisoria, pezza.
L’imperatore Koko.
Vi furono ,in Giappone imperatori che venivano da nulla;ad esempio l’imperatore Koko (830-87) salì al trono nell’884 e la stanza dove risiedeva si chiamava :la Sala Nera.Dove,la sala nera era la stanza che l’Imperatore Komatsu,dopo la sua ascesa al trono,si cucinava sempre suoi cibi in memoria del tempo in cui era una persona qualunque e si dilettava in arte culinaria.Pare che fosse detta Nera perchè il fumo della fuliggine l’aveva tutta sporcata.
Giù le mani da San Corrado
Diciamo subito, a scanso di equivoci che ,se il Caronte del Po;ex Caronte Sigerico,ex Caronte San Corrado non è d’accordo con quello che la Compagnia di Sigerico,a suo tempo ,lo ha attrezzato di barca e guado colonna compresa,progettata e PAGATA dalla Compagnia di Sigerico non ce ne frega una minchia.Aggiungiamo anche immediatamente che;se il suo sodale signor Sindaco di Calendasco si unisce al lui per una “nuova storia” per Calendasco è affar loro;sopratutto se a questi si uniscono voci locali parrocchiali ,la cosa ci lascia del tutto indifferenti,indifferenti come Compagnia di Sigerico che rinnoverà i suoi programmi con l’elezione del Vicario a ottobre.Abbandoniamo dunque la “storia” ai remi della politica dello Stige e a chi vuol remare nella menzogna e contro non solo la propria storia ma ,alla tradizione di un paese che ha ed ha avuto e documentato non solo la sua ma ;la storia.Aggiungiamo che,le affermazioni (sic) del prof.Attilio Carboni e dell’avvocato Corradi circa il Guado di Sigerico ricordano la storia di Verdi a Parma che qui non funzionano;visto che:nessuno smentisce una bugia che gli da lustro e qui trovano spago se non per strangolare la storia;quella vera.Senza Compagnia di Sigerico non vi sarebbe alcun guado,alcun Caronte e credo ,nemmeno un San Colombano che;visto l’andazzo non sarebbe se non uno di una lunga improbabile infinita lista di illustri viaggiatori o pellegrini.
Da un racconto giapponese.
C’era un prete di montagna terribilmente irascibile,accanto alla sua chiesa cresceva un celtis australis detto spaccasasso per cui prete venne chiamato:spaccasasso.Il nome però era offensivo per cui il prete fece abbattere la pianta.Poichè ne era rimasto il ceppo,la gente cominciò a chiamarlo ;il prete del ceppo.Più furibondo che mai,il prete fece sradicare anche il ceppo,ma in quel punto rimase un grande fosso.E allora la gente lo chiamò,il reverendo fosso.
Senza nessuna maschera.
Gente ,è arrivata ;non si sa con cosa l’Europa,aumenti di luce e gas di quasi del doppio;non ci siamo ancora adattati all’Italia in bianco che anche il governo Draghi si è tolta la mascherina;quella per il coronavirus per intenderci.In effetti questo volto lo riconosciamo,è il solito vecchio volto,quello di prima;senza nessuna nuova espressione,se non il solito ghigno.