Le perle nere di Kella

Written By: bruno - Lug• 03•21

Lee Ledell, giustiziato all’età di 51 anni, nero, era stato condannato a morte nel 1995 con l’accusa di aver ucciso, nel febbraio 1993, una sua vicina di casa, Debra Reese, 26 anni, bianca, durante una rapina in abitazione. Contro di lui 3 testimonianze oculari
Dal riassunto delle indagini e del processo, si apprende che sulla scena del crimine erano state rilevate 5 impronte digitali complete, e 6 frammenti di capelli. Nessuna delle impronte apparteneva a Lee. I capelli repertati non avevano il bulbo, e una volta escluso che appartenessero alla vittima o ad altre persone che era noto frequentassero la casa, da loro fu possibile estrapolare solo il Dna mitocondriale. Il Dna mitocondriale, da un punto di vista delle indagini forensi, è “un Dna di serie B”. È molto più piccolo, semplice e di minor precisione di quello del nucleo cellulare. All’epoca del processo di Lee comunque i test del Dna erano in fase pioneristica, e dall’analisi dei 6 capelli si ricavò che solo uno “non poteva essere escluso come potenziale fonte”.
A pregiudicare la posizione di Lee anche il fatto che lui fosse nero, e la vittima bianca. Oltre alle testimonianze oculari, che i difensori hanno sempre sostenuto non essere decisive perché di notte (quando è avvenuto il reato) le persone di colore da una certa distanza si assomiglierebbero tutte, come prove scientifiche l’accusa aveva portato l’impronta di una scarpa, e tracce di sangue umano trovato sulle scarpe da ginnastica di Lee. Con l’approssimarsi dell’esecuzione, un nuovo team legale aveva chiesto che i reperti prelevati sulla scena del crimine venissero rianalizzati alla luce di tecniche più moderne, ma le richieste vennero respinte, e Lee venne giustiziato.
Solo recentemente, dopo aver avviato cause legali contro le autorità di polizia che non volevano consegnare i reperti, le associazioni Innocence Project e Aclu hanno potuto far effettuare i test che sembrano tutti favorevoli alla tesi difensiva. Ripetute le analisi sull’impugnatura del bastone che si ritiene sia l’arma del delitto, il dna ricavato non appartiene a Lee. Ulteriori analisi sono state avviate su una maglietta sporca di sangue, anche in questo caso, oltre al sangue della vittima, il DNA individuato sembra non fosse quello di Lee. Gli avvocati di Lee confidano che in futuro si possa riuscire ad identificare il vero assalitore. A differenza di altri codici penali, negli Stati Uniti è prevista anche l’assoluzione post-mortem, o la grazia post-mortem, e sicuramente un risarcimento.
L’esecuzione di Lee iniziò alla 23,44 del 20 aprile 2017 e si concluse, con l’accertamento della morte da parte di un medico, alle 23,56.
Dopo aver definito “inconcludenti” i nuovi test, il governatore Hutchinsn si è trincerato dietro la giuria popolare “che ha ritenuto Lee colpevole sulla base delle informazioni che aveva”.
Il vero colpevole è attualmente in libertà.

Kella Tribi

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