Masse e comuninicazione.

Written By: bruno - Lug• 13•21

In giorni,e in tempi in cui le masse e i numeri contano per le opinioni,anche le più strampalate fanno rumore;addirittura per quel che riguarda le leggi e le norme di stato,colpisce quella che tenne Freud nella sala lettura dell’accademia ebraica i 2 Maggio 1896 credo a Vienna.Che poi riprese per un corso universitario sull’interpretazione dei sogni,con un pubblico di tre persone,e si era nel maggio del 1900.

Lode ai vincitori.

Written By: bruno - Lug• 12•21

Per uno come me che non è mai riuscito a leggere di Leopardi:ad un vincitore del pallone;o,ad un giocatore del pallone:non ricordo (freudianamente )nemmeno più il titolo esatto:scrivere ;abbiamo vinto,per la partita di ieri sera diventa ostico,e ,si resta senza tutto quel corollario retorico sfoderato per l’occasione;a proprosito dell’italia e,per l’Europa,per la storia,per tutti noi.Insomma un minestrone di fraintendimenti per chi piace “vincere” per procura.Un minestrone che passato per bene si vede che il portiere si becca una decina di milioni per l’arruolamento in una squadra francese;cosa che a me pare più che ragionevole per uno che si è caricato sulle spalle l’italia e l’Europa tutta.

No sport.

Written By: bruno - Lug• 11•21

Faccio parte di quella sparuta minoranza che non segue nessuno sport;di quelli senza bandiere “per l’occasione o d’occasione”,di quelli senza passione e, degli indifferenti agli incitamenti e,all’esultanza o al grido di: “viva l’Italia” .Quindi vivo senza angoscie di delusione o per la frustrazioni di mancata prestazione,escluso quindi dalla partecipazione di massa sempre esagerata,sempre fuori riga,ma correttta:corretta per chi aspetta e attende;finalmente un orgasmo supplemetare per le prestazioni sportive e le vittorie altrui.A me putroppo fa sbadigliare;colpa dello stomaco non della noia.

Nello splendore del tecnicolor.

Written By: bruno - Lug• 10•21

Chissà se questa mattina la chiesa,bella e antica di Roma, dove hanno celebrato i funerali della Pelloni è ancora al suo posto;se non ha traballato sprofondandosi in un baratro sotto il Campidoglio.E chissà; perchè quel funerale,quel funerale ne ricorda un altro,senza funerale ma come una semplice morte:quella di San Francesco in Assisi.Due mondi antiteci,in diverse epoche hanno goduto del viatico religioso,il primo in tecnicolor il secondo fra le braccia di sorella morte.Qui sotto all’altare gli omaggi anche di Luxuria deposti sulla cassa semplice-come sottolineato dai commentatoti-.Ci siamo sentiti dire che la signorina Pelloni ci ha “regalato” anni di felicità,felicità in realtà pagata;sissignori,pagata e non regalata, grazie al canone che ci ha appioppato Renzi in bolletta in questi ultimi scorci di vari governi.Non so se quella chiesa,oggi sia ancora i piedi,o ,stia ,ancora in piedi ,che,se è in piedi lo è perchè l’uomo fin dalla sua preistoria ha bisogno di Dio o D-o,ha bisogno del sacro e,qualunque religione ci si presenti questi ci si attacca ,con una religiosità che quasi sempre non è quella a cui si attacca,ma che lui;lui evidentemente usa come un attaccapanni: stampella al suo indistinto timore di un Dio che lo sovrasata.La chiesa cambia;cambia disconoscendo Gesù per un gesuismo di maniera,buono in tutte le salse e così,si vede ,deve essere se,la chiesa ;quella di Roma,sul Campidoglio è rimasta imperterrita ferma sulle sue fondamneta:nello splendore del tecnicolor.

Le perle nere di Kella

Written By: bruno - Lug• 10•21

Era il 29 dicembre del 2000; Maria Scarfò, 36 anni, titolare di un bar in zona Quadraro a Roma, stava per concludere la sua giornata. A casa l’aspettavano il marito e sua figlia, Maria non vedeva l’ora di tornare. Poi Sandro, suo marito, aveva ricevuto una strana telefonata: “Ho avuto un disguido, faccio tardi”. La voce era strana, ma lui non ci aveva dato peso, forse era solo stanca. Maria aveva chiuso il bar ed era salita a bordo della sua Golf nera, ma non al posto del guidatore, si era messa sul sedile del passeggero. Al posto di guida, qualcuno aveva visto un uomo sconosciuto. Al suo fianco, Maria rigida, con il volto teso.
Quella notte non sarebbe rincasata. Le ricerche a Roma erano andate avanti a lungo senza neanche lo straccio di un indizio: dal Quadraro Maria si era come volatilizzata. Poi la telefonata: è stato ritrovato un corpo femminile su una piazzola di sosta della autostrada del Sole, Roma-Napoli. Non aveva i documenti né la borsa, Sandro aveva stentato a riconoscerla, tanto era massacrata, ma era lei, Maria. Violentata e poi uccisa brutalmente con 40 colpi inferti con un oggetto pesante.
L’auto di Maria era stata trovata bruciata la mattina seguente poco distante da casa di lei. L’assassino aveva guidato fino a Caianello, aveva abbandonato il cadavere e poi aveva fatto ritorno a Roma. Le indagini si concentrarono sui clienti del bar, sugli avventori occasionali, sugli amici e i vecchi amori di Maria, ma niente. Dopo un grande clamore iniziale il caso sembrava destinato alla polvere degli archivi, tanto che trascorsero ben sette anni prima che Giovanna Petrocca, vice dirigente della squadra mobile, trovasse una pista interessante. Dal Dna sugli indumenti di Maria si era risaliti al profilo di un uomo, Sabatino D’Alfonso, già pregiudicato per violenza sessuale. Sette anni prima, detenuto in permesso, sotto minaccia di una pistola aveva costretto quattro studentesse in medicina a guidare fino a Caivano, dove aveva tentato di abusare di loro. Qualcosa era andato storto, si era spaventato e le ragazze erano fuggite. Non era il solo crimine sessuale di cui si era macchiato. Un studio del curriculum del napoletano D’Alfonso avrebbe permesso di ricostruire che tra un arresto e un’evasione dei domiciliari aveva passato la vita a violentare e molestare. Quando gli è stato notificato l’arresto per l’omicidio di Maria Scarfò si trovava già in carcere.
“Questa notizia non ci restituisce mia sorella, ha commentato il fratello di Maria Scarfò, ma almeno dà giustizia e onore alla sua memoria”.

Kella Tribi.

Ma ,la Pelloni non muore.

Written By: bruno - Lug• 09•21

Dunque la signorina Pelloni non muore,non muore mai o non ancora;continua imperterrita a ballare e cantare in questo strano mondo dove i morti,anche i morti,si sopravvivono dentro uno schermo,dentro le parole della gente che ,forse viva parla con allegria della morte che non muore ,non muore mai.Per fortuna che i morti ,pare,non sentono,stanno li immobili;perfettamente immobili e cominciano a decomporsi,mentre fuori si parla,anche se non sentono più-pare-le voci,si parla ma loro non sentono davvero più le voci,si balla;ma, non una gamba o un dito del morto si muove.Deve essere così l’inferno dove succedono cose che non si possono più fare o vedere che succedono,e ,succedono ,succedono ancora;dove e quando da morto,anche il ballare o il semplice parlare diventa un incubo,un interminabile incubo di chi,immancabilmente morto desidera soltanto essere tale,finalmente morto finito;finito per sempre,senza ancora osare,osare e ancora sognare.A me,parlare di tedeschi a questo punto non piace,che ,non mi piacciono i tedeschi ma che ,Schiller;questo sognare ed errare dei vivi fra i vivi ,lo scriveva pressapoco così ,così:in quella loro lingua tagliata con la scure:”Wage du zu irrem und zu traume”:smettete dunque,di far errare e di sognare la signorina Pelloni che è morta,morta per sempre;lasciatela,finalmente morta,morire ;che i morti ,non sognano e non osano più.(Almeno così si dice)

La morta,il pallone e il Papa.

Written By: bruno - Lug• 08•21

Un funerale così allegro non si era-credo-mai visto;almeno in Italia.La signorina Pelloni passa in rassegna da morta tutti gli edifici rai in cui cantò e mimò i suoi popolari successi;la gente applaude-almeno così pare-ride e ricorda questa Santina laica che abbracciava tutti,proprio tutti gay compresi;e questo le notizie lo mettono in particolare risalto,quasi fosse un atto eroico;controcorrente,mentre va nel senso di dove scorre il fiume e ,nell’indifferenza generale.L’’Italia in finale;altra notizia che mette il selvaggio popolare in particolare risalto:per cui un tizio gaudente che si infila nella foto di gruppo nello stadio dei vincitori;uno di questi gli dice:”e tu chi sei?Il Papa ha la diverticolite;ma è il sottopancia di ogni notizia e così si chiude la giornata della gaudente morta,dell’Italia nel pallone e di un Papa che si nutre con i liquidi dettati dalla dieta dopo l’operazione.

Categorie.

Written By: bruno - Lug• 07•21

Per ogni attività o incarico,c’è oggi ,la stretta concezione di categoria;se una cosa la fa un uomo (è ora di finirla son sempre i maschi),meglio donna;a cui si aggiunge sempre:finalmente una donna.Se è gay (basta con le discriminazioni)finalmente una società non omofoba ,idem se è lesbica o transgender o in attesa di categoria.Che se poi ;se poi, è in attesa di inserimento in una qualche categoria ancora da definirsi,la cosa fa , e raggiunge il massimo dell’approvazione e del sentimento infinito e indistinto che si prova davanti all’umanità tutta.Ed è in questo indistinto e sconfinato che sconfina continuamente l’ossessione di una società di parlanti,politici,giornalisti,sociologi,psicologi,tuttologi.Insomma un “infinito” scomposto e ricomposto in infinite particelle definite e distinte che la dice lunga sull’ossesione del “contemporaneo “ come angoscia senza un qualche futuro.

Morta la signorina Pelloni.

Written By: bruno - Lug• 06•21

Morta la signorina Pelloni,alias Raffaella Carrà,che dire,solo Renato Zero (chissà come si chiama anche lui davvero)ha fatto a gara in quanto trasformismi costumi in scena.Boncompagni;che mi pare fosse stato uno dei suoi primi sponsor e fidanzato diceva che cantava canzoncine;vero.

Gustavo Meyrink.

Written By: bruno - Lug• 05•21

Propio oggi ,leggendo del Golem di Meyrink è saltata fuori una sua frase illuminante:”l’arte ha due aspetti uno magico e uno astratto e non bisogna confonderli.Cioè quello magico è un dono mentre l ‘altro può essere acquisito,anche soltanto con l’aiuto di un Maestro.E ciò che io desidero con tutto il cuore è proprio quel dono speciale:le cose che si possono ottenere mi sono indifferenti,e le considero come la polvere.