Nicchiamento.

Written By: bruno - Giu• 21•25

Il mondo,questo mondo trattiene il respiro per la minaccia di ogni imminente guerra e, ci sono mediatori-spuntano un poco come funghi-ora qui ora la,ed ora qui ora la fanno inutili proposte,proposte di pace o di “pace” se vi pare.Quelli che potrebbero fare ,se non una pace,almeno una tregua,stanno zitti e nicchiano:tempo di nicchiamento altrochè accordi.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Giu• 21•25
Era la notte tra il 2 e il 3 giugno del 2021. Ibiza, l’isola delle feste e delle notti senza fine, stava lentamente scivolando verso l’alba. Ma mentre la Playa d’en Bossa si stava svuotando dai suoni della musica e dalle luci dei locali, un dramma si consumava in silenzio, al quarto piano dell’hotel Torre del Mar.
Elena Livigni Gimenez aveva 21 anni. Studentessa di Giurisprudenza all’università di Barcellona, era partita per un breve viaggio con il fidanzato, Kamil Archane, 26 anni, di origine marocchina. Erano arrivati a Ibiza da pochi giorni, ospiti dell’albergo affacciato sul mare.
Alle 4:30 del mattino, un tonfo squarciò il silenzio. Elena precipitò dal balcone della loro camera, cadendo nel vuoto. Dodici secondi dopo, un secondo corpo raggiunse il suolo: quello di Kamil. Un vicino raccontò di aver sentito delle urla.
L’indagine della Policía Nacional si avvalse delle immagini di una telecamera di sorveglianza. Il video mostrava il giovane spingere Elena oltre la ringhiera, e poi, poco dopo, lanciarsi anche lui. Una valigia aperta sul letto lasciava intuire un litigio, forse una decisione improvvisa di partire.
Per la giustizia spagnola il caso fu chiuso con una classificazione secca: femminicidio seguito da suicidio. Ma la parola “fine” non è bastato a spegnere i dubbi.
Restano ancora oggi delle ombre. Il portatile di Elena, custodito nell’appartamento di Kamil a Barcellona, è scomparso. Non risultano denunce precedenti per maltrattamenti o minacce, eppure il gesto finale sembra l’epilogo di una tensione non emersa.
Ancora più sconcertante è l’assenza del nome di Elena dalle statistiche ufficiali delle vittime di violenza di genere in Spagna. Un’assenza che ha scatenato proteste e interrogativi, soprattutto da parte delle associazioni femministe delle Baleari.
Elena è caduta nel silenzio, ma il suo nome continua a bussare alle porte della coscienza collettiva. Non solo per chiedere giustizia. Ma per non essere dimenticata.
Kella Tribi.

Corriere della Sera.

Written By: bruno - Giu• 20•25
Il Corriere della Sera è un giornale voluminoso, corposo e ci lavora un sacco di gente,giornalisti giustamente regolarmente retribuiti e questo,al Corriere della Sera gli fa onore ed è giusto che si stampi come da sempre è stampato quasi fosse l unico e vero ,e,davvero unico di cui si possa parlare,scrvere.Non so in quale situazione galleggi il giornale,oggi ,oggi che quasi tutti affondano nell indifferenza generale naufragati nel popolo di internet.Questa mattina non mi funzionava il portatile e una gentile edicolante l ‘ ha attivato,per sdebitarmi ho comprato il Corriere della Sera 2 euro e cinquanta,l ‘ho comprato e pesato secondo la mia bilancia -confesso di parte- l ‘ho pesato ed ha davvero molte molte pagine,su cui un sacco di gente scrive e tira la fine del mese.

Putroppo.

Written By: bruno - Giu• 19•25

Diciamo subito che quel che purtoppo o,per conseguenza di gesti criminali,la storia e le vicende della guerra o,delle guerre in corso lascia l’amaro in bocca e non si vorrebbe,nemmeno si può ipotizzare una qualche fine.Mi viene in mente ora,un passo di Giordano Bruno dove scrive a proposito di una qualche verità :”ma certo quella che sensibilmente vedi e che puoi con l’altezza del tuo intelletto (sic) capire non è la somma e prima:ma certa figura,certa immagine e certo splendor di quella”.Evidentemente Giordano Bruno,intendeva ben altre cose ma la regola,questa regola tuttavia può e deve essere calata in ogni ragionamento,fosse anche di guerra,forse proprio perché riguarda una guerra.

Papuasia.

Written By: bruno - Giu• 18•25

Non so bene dove sia la Papuasia ma credo che li,o la,in quel posto insomma nessuno sappia o voglia sapere delle grane guerresche di qui:credo proprio nessuno ne vogliano sapere o ne sappia ,anche se da quelle parti i curiosi ,i curiosi come sono da noi li certamente li troviamo anche se in Pauasia,e che,anche Papuasia dovrebbero fare le pulci sulle guerre in corso,ma sono pochi,molto pochi,pochini per cui sarebbe miglior cosa che arrivassero da loro le notizie:notizie di come passano la giornata.

Parliamone,parlate.

Written By: bruno - Giu• 17•25

Questa guerra ci gira attorno come una tempesta trafitta da “notizie” e, notizie,dipende dal come le si guarda.Basterebbe fare un giro delle televisione private -minori- che,otre che i numeri del lotto pontifica sul giusto l ingiusto e,ho visto uno ,uno che per esprimere la propria omofobia faceva perfino traballare il tavolo dietro cui sedeva.Isomma di gente che chiacchiera ce n’è molta,tanta,tanta per tutti i gusti,come per tutte le guerre.

Conflitti.

Written By: bruno - Giu• 16•25

Situazione disperata,per non dire disperante quella sul fronte delle guerre che ci girano attorno,rischiando di ricaderci addossare .Ognuno spezzetta,a suo piacimento questi avvenimenti aggiungendo ipotesi a ipotesi.Ognuno si spertica sulle trame nascoste -si fa per dire-del conflitto leggendo anche dentro le righe,leggendo dentro le sillabe o i consigli di stato,insomma chi la vuol cotta o da bruciare,e chi la vorrebbe davvero bruciare una qualche nazione,un qualche popolo,come sempre niente di nuovo,per ogni domanda l uomo ,l ‘uomo e le donne ,ha sempre le stesse,le stesse identiche risposte ,di sempre:sbagliate.

Ed ecco.

Written By: bruno - Giu• 15•25

Ed ecco ancora il ghetto:una nazione ,quella Israeliana ridotta al solito ghetto,dove da tutte le parti la si minaccia e la si vuole cancellare,ripeto cancellare dalla faccia della terra.Comunque uno la pensi,questo o,quello di israeliani massacratori dei popoli è l’ennesima sanguinosa scusa,scusa per far fuori Israele,e sono duemila,dico,e scrivo, duemila anni che questa orribile storia,contro Israele si ripete.Ma,sopratutto,si peretua.

Piacentini.

Written By: bruno - Giu• 14•25

Piacentino,picentino si fa presto a dire che si è della città,o comuni limitrofi:un giorno de 18oo,il 26 Marzo per la precisione:”se ne andarono da Piacenza ben duemila ungheresi e circa duecento ucraini e ben 200 ulani.Fra di noi-Picenza- sino dal 1846 vi fu un generale austriaco Kaen,comandante la fortezza e la piazza”.Piacentino sarà lei.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Giu• 14•25

“Ci sono tre cose a cui non si può dire di no: un caffè, una sigaretta e una bella donna”. Salvatore di Grazia, classe 1936, nato, come lui amava dire, “sul versante dell’Etna che degrada verso il mare dei ciclopi”, era sempre stato considerato un ‘don Giovanni’. Un uomo che non sa controllare i propri istinti, incapace di vivere in una relazione monogama. “È la natura, noi uomini siamo portati, è per la conservazione della specie”. Ex rappresentante farmaceutico, aveva cambiato molti mestieri dall’età di 15 anni, per arrivare, ultrasettantenne, a gestire un autolavaggio ad Aci Sant’Antonio, vicino alla villetta di San Gregorio dove viveva con la moglie. Dal ’68, era sposato con Mariella Cimò, una donna gentile e ancora affascinante coi suoi 72 anni. Bionda, chioma cotonata e occhi verdi, ricordava un’attrice d’altri tempi. Mariella non chiedeva molto alla vita, desiderava solo occuparsi dei cani e dei gatti che salvava dalla strada, che a decine le riempivano la casa come un piccolo esercito affettuoso. Voleva godersi la vecchiaia in serenità, ma con suo marito le tensioni erano diventate forti. Mariella sospettava che Salvatore, con i suoi occhi verdi da vecchio mandrillo, le nascondesse molte cose, come gli incontri con le amanti nella rimessa di Aci Sant’Antonio, che anche per questo voleva chiudere. Poi un giorno era scomparsa. Era il 25 agosto 2011. Salvatore, dopo 43 anni di matrimonio, aveva aspettato dieci giorni prima di denunciarne la scomparsa. “Mia moglie non è una bambina, l’ho cercata dove pensavo potesse essere, poi ho denunciato”, si era giustificato. Ma nessuno gli aveva creduto: né i nipoti di Mariella, né i vicini, né i parenti. Indagato per omicidio volontario, Salvatore aveva continuato a difendersi: “Non ci sono gli estremi per accusarmi, vogliono solo punirmi per i miei peccati”. Invece, per la Cassazione, che infine aveva confermato la condanna a 25 anni di carcere, le prove c’erano. Salvatore aveva ucciso la moglie con ‘modalità imprecisate’ e inscenato una scomparsa, forse per continuare la sua vita segreta. Il corpo di Mariella non è mai stato ritrovato.

Kella Tribi