Una signora per bene.

Written By: bruno - Nov• 16•18

Come si permette lei,lei,di prendersi tanta insultante disgraziata confidenza con me.La signora,la signora così riprendeva il poveretto che le aveva rivolto qualche apprezzamento,imprudente apprezzamento bisogna convenire,insulso apprezzamento sentito,ripetuto da tanto tanto tempo sul conto della signora .Io,io egregio signore, figlio di un farabutto,mascalzone impertinente non sono una-e su quell’una strabuzzava gli occhi,una di quelle che lei,lei dice- così esclamando estraeva un tesserino amaranto,forse carminio,una specie di patente,una patente,come una carta di identità,una carta di identità,ma più signorile cosa da ricchi o da chi desidera arricchirsi come si erano arricchiti qualcun altro prima,prima di lei.La signora gettando alle spalle la fronte in modo altero ed un poco teatrale,di quel teatro di una volta ,esprimenva così tutto il suo ridondante sdegno per l’infame e l’infamante accusa,ma più che accusa insulto,insulto che tutti sussurravano ma nessuno,se non qualche volta ,aveva osato dire,aveva detto in pubblico,in pubblico ripeto,e batteva i piedi,la signora,batteva le mani,faceva schioccare le dita, apriva e chiudeva gli occhi,sono forse una puttana?Le sembro forse una puttana?Come si permette somaro immatricolato,mascalzone analfabeta di insultarmi così,così su due piedi impunemente e,pubblicamente,io sono una signora ,perbacco,una signora fra le signore e,non ho mai,ripeto mai fatto marchette-pensi a sua madre piuttosto ,pensi a quella povera donna sempre in cinta,in cinta fra l’altro di tutti.Fu a questo punto che lessi finalmente che cosa era scritto sul davanti di quel tesserino tanto esibito,quella patente di castità vilipesa,oltraggiata insultata,disonorata,capii solo allora solo allora che quella signora,quella signora era,nient’altro che la signora,la signora stampa.

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