Stefano Pareti ,ex sindaco di Piacenza in una lettera al quotidiano locale si lancia in un appello culturale.Scrive che,sull’onda del Guercino Piacenza investa finalmente in cultura e aggiunge che,una mostra sugli impressionisti a Piacenza ad esempio non avrebbe alcun senso.Si deve,sempre per bocca Pareti, investire sull’esistente,sul riconosciuto riconoscibile piacentino,discorso che non fa una grinza preso in astratto ma che,alla luce della politica culturale della Fondazione,o del Comune :gonfiabili e stronzate in Piazza, Guercino escluso s’intende (fra l’altro quanto è costato e costa il ponteggio per salire nella cupole del Duomo?)se si esclude il Guercino si sono viste troppe manifestazioni organizzate all’insegna dell’ovvio o di moda e,fra poco ci toccherà un videomapping del figlio di Xerra,di cui ne è già stato prodotto dalla Fondazione-Iren un altro, in Piazza Cavalli costato trentamilaeuro per otto minuti scarsi,otto minuti che basta dividere trenta per otto per capire quanto è costato al minuto .Il signor Pareti ,dall’alto del suo proclama culturale dovrebbe spiegarci che cosa intende per cultura (Guercino escluso),se si riferisce a quella esistente o quella da farsi.Ricordiamo che le varie botteghe d’arte in città hanno fatto crollare sbriciolando tutto il prodotto del novecento artistico piacentino sostituendolo con prodotti estranei alla nostra città ma per loro,per quelle ditte logicamente, in quanto estraneo più conveniente.Non si è visto fino ad ora una rassegna da parte della Fondazione,limitata a Bot,e se si esclude Palazzo Galli con le sue storiche rassegne.Non si è visto dico,da parte delle nostre istituzione cittadine, una ricognizione del nostro novecento :Ricchetti,Arrigoni,Sichel,Soressi etc.etc.nomi che a molti (forse della Fondazione), fanno storcere il naso e che il mercato ignora, ma sono l’umus in cui è cresciuta questa città nel bene e nel male e con un conservatorio ,nonostante un conservatorio ,come il nostro Conservatorio Musicale si è completamente digiuni,per non scrivere somari di musica e di musica contemporanea, per dirla con tutti gli orecchianti di questo termine con cui si riempiono la bocca (si pensa che solo il jazz è considerato musica) , si pensi allora a Cataldo o Zanaboni tanto per fare due nomi fra i molti completamente sconosciuti o dimenticati.E si decida, una volta per tutte che cosa sia cultura o non cultura o se invece, questa cultura sia da tramandare e da sentire ,pendere e apprendere finalmente dalle labbra del signor Pareti.
Stefano Pareti.
Written By: bruno
-
Mag•
25•17
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