Erano circa le ore 17 di lunedì 4 settembre 2023 quando alcuni condomini di un palazzo al civico 61 di via Giuseppe Allievo nel quartiere Trionfale di Roma hanno chiamato l’amministratore di condominio Paolo Tedesco, per segnalargli che nell’androne del palazzo c’era una pozza di sangue. Quando l’amministratore di condominio è arrivato davanti allo stabile ha spiegato di aver già trovato la polizia: “Ho saputo che la vittima era la figlia di una condomina, una signora di ottant’anni che conosco, che vive in questo stabile, a quanto so, da quando è stato costruito, ma sua figlia non la conoscevo personalmente e non so altro”, disse una condomina.
A trovare il corpo senza vita di Rossella sarebbero stati due giovani studenti, inquilini della palazzina accanto a quella in cui si è consumato il delitto, ai quali i poliziotti sul posto hanno rivolto diverse domande. Una donna ha spiegato che un residente ha detto di aver udito nel pomeriggio delle urla prima del ritrovamento del cadavere “ha sentito chiedere aiuto, aiutatemi”. Le verifiche si sono estese anche nella zona circostante all’edificio e nei cassonetti dei rifiuti, forse alla ricerca dell’arma del delitto, di vestiti sporchi di sangue o di eventuali altri indizi di prova, che possono rivelarsi utili alle indagini.
Sull’accaduto la pista da battere è stata fin da subito chiara: omicidio. Sul corpo della donna sono stati infatti trovati segni di violenza, ben 57 ferite d’arma da taglio
Rossella Nappini aveva cinquantadue anni e faceva l’infermiera all’ospedale San Filippo Neri di Roma. Era separata e aveva due figli. Nell’ultimo periodo, come hanno spiegato anche i residenti, viveva con sua madre proprio nell’abitazione del palazzo in cui si è consumata la tragedia.
L’ex fidanzato Adil Harrati, marocchino di 45 anni, è stato fermato dalla polizia e rischia l’ergastolo. Il processo ancora in corso
Kella
Kella Tribi
Le perle nere di Kella.
Clima.
Con il cambiamento “climatico” le assicurazioni cambiano il clima:pardon i prezzi,non ti assicura più nessuno se strapiove e qualche agglomerato finisce sott’acqua le assicurazioni si lavano le mani e alzano i prezzi.Anzi non vogliono e non possono assicurare proprio più nessuno:costi quel che costi.
W il pene.
Papà, cosa vuol dire pene? ” Così io bambina di forse cinque anni avevo interpellato mio padre durante una passeggiata . Preso dal panico da tale domanda,si arrampicava sugli specchi ,aveva cominciato con un generico riferimento a diversità tra femmine e maschi.Lo guardavo senza capire perché si agitasser tanto per una parola. Poi si era fermato e mi aveva chiesto il perché della domanda; “perché – gli avevo risposto- ho sentito il detto : Ambasciator non porta pene” e io non conoscevo l’ ultima parola! . Visibilmente tranquillizzato dicendomi :” il detto è Ambasciator non porta Pena ! Cioè chi porta un messaggio altrui non è responsabile di tale messaggio! Soddisfatta io, toltosi dall’imbarazzo lui. I bambini non vanno violati mentalmente ma ascoltati e aiutati solo per quello che nel momento sono in grado di recepire . Sono magnifici vasi di ceramica non ancora seccata e cotta,se improvvisamente si interviene il vaso risulta indelebilmente rovinato da nostre impronte.
Paola Mars.
Esistenza.
Non sono tutti con Bibi in Israele e fuori,non lo sono ed è normale.La questione è,se lo,si desidera semplice:si liberino tutti i prigionieri,che con ufemismo vengono chiamati ostaggi in pericolo di vita ,se non già morti e si rispetti lo stato di Israele,punto.Il resto sono tragiche e sterili,sanguinose dispute,con relativi massacri,massacri che pare siano,la strategia dei nemici di Israele ,di cui non accettano nemmeno la sua territorialità ,per non,dire esistenza.
Saghe.
Il Medio Oriente sempre più in fiamme,Israele attacca e si difende,nessuno avversario di Israele parla della sorte degli “ostaggi” ma ,il “partito di dio”:se può mai esistere un partito simile,mostra i denti e sopratutto i soldi per finanziare e ,continuare il massacro di vere e proprie popolazioni in ostaggio,si suppone ,smpre,di “dio”.Allora fra vere e ispirate lotte continua e si avvita su se stessa una carneficina in nome e,per conto di un “dio” che ricorda da vicino le truculenti saghe della preistoria dell ‘uomo.
Saint-Pierre.
Ci sono molti aspetti della realtà che ci colpiscono :commenti(compreso i miei)perorazioni,invettive per raddrizzare ( da tempo immemore)la barca o,la baracca,ma le cose stanno come stanno e i canti solitari pieni di buoni proposito(istituzionali o no) sono buchi nell’acqua,abbellimenti,fronzoli,progetti,utopie di ministri e presidenti o papi che per dirla con l abate di Saint-Pierre “sono uomini buoni che vanneggiano”.
Sciopero su Rai 3
Oggi,sciopero di rai tre,si torna all ‘antico,quando una conquantina o forse più di anni fa rai tre trasmetteva solo musica classica o,sinfonica.Un bagno nei ricordi e silenzio su tutti quei narcisi che fanno a gara sul parolaio quotidiano,in un rimuginare insopportabile.
Questi credevano.
Questi credevano e credono di trovarsi ancora Vasavia:a varsavia,mentre attaccano il ghetto ebreo che orgogliosamente si batte non solo per la sua vita,ma per la sua Libertà.Così il Medio Oriente -oggi-tuona di bombe e di odio verso Israele,ma non è più quel tempo:il tempo del ghetto di Varsavia,sono altri giorni,altri e ,Israele contrattacca ,attacca e,molto probabilmente vincerà,nonostante tutto.
“Il bene”.
Michela Murgia anche “teologa” con tutte le contraddizione che la sua teologia comporta e,un mondo “creato”,creato al tempo di Adamo ed Eva :creato per il bene in cui è stato introdotto il male.Direi piuttosto che un mondo creato per il male a cui è sato introtto il bene o,se vi piace “il bene”.
Le perle nere di Kella.
Rosalia Pipitone, 24 anni, chiamata Lia dai conoscenti, perse la vita in seguito a un agguato compiuto il 23 settembre 1983 in una farmacia di Palermo. La giovane era figlia del boss del quartiere dell’Arenella, Antonino Pipitone.
L’episodio venne inizialmente catalogato come una rapina finita male. La vittima, ostaggio dei rapinatori, fu colpita da diversi colpi d’arma da fuoco. Tuttavia la vicenda destò molte perplessità per le modalità di esecuzione. Soltanto negli anni successivi, grazie alle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, si riuscì a fare luce sul caso.
Rosalia aveva deciso di separarsi dal marito, con il quale aveva avuto un figlio, ma questo non era consentito dalle regole di Cosa Nostra. L’intenzione della giovane sarebbe stata quella di continuare una relazione extraconiugale che, secondo le voci dell’epoca, portava avanti da tempo con un cugino di secondo grado. La situazione aveva gettato enorme discredito sul padre Nino, boss dell’Acquasanta.
A risentirne furono anche i vertici dell’organizzazione mafiosa, ormai determinati nel punire quel comportamento che diffuse non poche maldicenze sul conto della famiglia. Al padre della ventiquattrenne sarebbe stata comunicata la decisione di eliminare la figlia e lui non si sarebbe minimamente opposto, avallando di fatto l’esecuzione: “Meglio una figlia morta che separata”. Così venne premeditato l’omicidio e inscenata la rapina allo scopo di uccidere Rosalia.
Nel 2003 nuove indagini portarono all’arresto di Antonino Pipitone con l’accusa di essere stato il mandante dell’uccisione della figlia. L’uomo però, nonostante il rinvio a giudizio, fu successivamente assolto per insufficienza di prove.
Il caso tornò alla ribalta nel 2012, quando il figlio della vittima pubblicò un libro in cui raccontava la storia della madre Rosalia. L’opera editoriale diede vita a una nuova inchiesta giudiziaria. Questa condusse, nel luglio del 2019, alla condanna a 30 anni di reclusione per i boss Vincenzo Galatolo e Nino Madonia. Non si poté procedere invece nei confronti del padre Antonino, perché nel frattempo era deceduto. La sentenza fu confermata in Appello nel giugno del 2020, poi resa definitiva dalla Corte di Cassazione nel corso del 2022.
Kella Tribi.