Raro amore.

Written By: bruno - Giu• 10•20

Fra le persone, credo. Perchè il proprio mondo è complesso e inestricabile perfino a se stessi. Solo l’amore, come accettazione del differente, può superare questo enorme limite. Ma l’amore fra le persone è assai raro e spesso si riduce alla proiezione, dunque all’amore malinteso e perverso per se stessi.

Fracesca Pierucci.

Pestilenze & pestilenze.

Written By: bruno - Giu• 10•20

A proposito di pestilenze e dei loro ricorsi,durante la repubblica romana si calcola un periodo medio di 21 anni per i ritorni di queste malattie che,dopo la loro espansione generale sull’Italia e sull’Europa dilagarono con le loro fatali conseguenze.Da Augusto sino al 1680 dell’era cristiana si contano 97 ritorni di pestilenze,il loro periodo medio fu dunque di 17 anni.Il periodo più “fecondo” di calamità nella storia Europea è tra il 1060 e il 1480,tempo in cui si contano ben 30 pesti terribili e distruttrici,il loro intervallo non è più dunque di 12 anni.Ma dal 1300 in cui le malattie e le sventure d’ogni genere giunsero all’eccesso,l’Europa fu devastata ben quattordici volte da una peste orrenda e quasi universale; il che riduce l’intervallo medio a 7 anni.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Giu• 10•20

Avvelenate, Annegate o in Convento: la triste sorte delle 8 mogli di Ivan il Terribile Ivan IV Vasilyevich (denominato Ivan Il Terribile) fu il primo “Zar di tutte le Russie”, un uomo potente che visse nel XVI secolo. sposò 8 donne durante i suoi 54 anni di vita, ed ebbe otto figli. Durante la sua vita combatté i Boiardi, nobili russi spesso molto influenti, che sopprimevano la popolazione con razzie e soprusi. Ma andiamo con ordine: Anastasia fu la prima moglie di Ivan, ebbe sei figli. La donna morì in giovane età, a 28/30 anni, secondo Ivan per l’avvelenamento dei Boiardi, ma il dubbio circa l’artefice di tale morte resta ancora ai giorni nostri. Maria Temryukovna, 1561-1569 fu la seconda moglie dello Zar, gli diede un figlio, che morì in fasce. Ivan il Terribile, nonostante la donna conosciuta come diabolica e vendicativa, ne rimase ammaliato, ma si pentì presto di averla sposata. Anche qui la moglie morì avvelenata e diede la colpa ancora ai boiardi (anche se la leggenda narra che fu lo Zar stesso ad avvelenarla) Marfa Vasilevna Sobakina, 28 Ottobre-13 Novembre 1571 Ivan sposò la sua terza moglie, Marfa Vasilevna Sobakina. La donna venne selezionata fra 12 finaliste in lizza per sposare lo Zar dopo una ricerca durata due anni. Ella non rimase a lungo in vita, anzi, durò appena 16 giorni. Fu avvelenata pochi giorni dopo il matrimonio quando aveva appena 19 anni. Il mandante dell’omicidio rimane sconosciuto Anna Koltovskaya, 1572 finita in Convento Secondo le leggi della Chiesa Ortodossa Russa un quarto matrimonio è “vietato e improprio”. Tuttavia Ivan, desideroso di una moglie al proprio fianco, usò la scusa di non aver consumato il matrimonio con Marfa, e così sposò la quarta donna, Anna Aleksejevna Koltovskaya, senza la benedizione della chiesa. Dopo due anni di matrimonio, e a causa dell’infertilità della donna, Anna venne ripudiata e mandata in un convento. Diventerà “Santa Daria” per la chiesa Ortodossa, e vivrà sino al 1626. Anna Vasilchikova, 1575/76, spedita in monastero L’anno seguente il ripudio della Koltovskaya, Ivan sposò la Vasilchikova, che fece una fine simile alla moglie precedente, venne mandata in convento dove morì poco dopo nel 1576 o 1577. Vasilisa Melentyeva, ma fu nel 1575 che forse Ivan sposò la moglie più famosa, Vasilisa Melentyeva, vedova del principe Melentiy Ivanovich. La donna, che si dice fosse concubina dello Zar e non la moglie, passò alla storia per un fatto assai macabro. Poco dopo il matrimonio, o comunque poco dopo aver scoperto la relazione di Vasilisa con il principe Devletev, Ivan scoppiò di gelosia e fece condannare a morte il principe. Devletev fu impalato di fronte alla propria amante, che venne poi confinata in un chiostro, morendo pochi mesi dopo per cause ignote. Maria Dolgorukaya, ignota La Dolgorukaya fu con ogni probabilità una moglie leggendaria di Vasilyevich, che sposò, secondo i racconti, soltanto per ammazzarla la prima notte di nozze. Quando l’uomo scoprì che la donna non era vergine l’annegò immediatamente. Maria Nagaya, 1581 Nel 1581, all’età di 51 anni, Ivan sposò la sua ottava ed ultima moglie, Maria Nagaya. Ella diede alla luce Dimitry, nel 1582, e poco dopo Ivan il Terribile morì, nel 1584. Maria, il figlio e i fratelli vennero spediti in esilio a Uglich, dove il figlio morì in circostanze misteriose all’età di 8 anni, nel 1591. Maria venne accusata di negligenza criminale e spedita in monastero, mentre i fratelli furono incarcerati. Nel 1605 la donna fu costretta a riconoscere un altro Dimitry come il proprio figlio, un impostore che poté quindi salire al trono. Le fu concesso di tornare a Mosca, le vennero restituite le proprietà e i suoi fratelli vennero scarcerati. Una volta che i boiardi uccisero il falso Dimitry, Maria rinnegò il figlio acquisito. Morì, forse, nel 1611.

Kella Tribi.

Persecuzioni.

Written By: bruno - Giu• 09•20

Nella presa di Gerusalemme,15 Luglio 1099,nessuna età fu risparmiata,lo stesso colpo uccide la madre e il figlio che allatta,diecimila persone a cui era stata garantita la vita son massacrate a sangue freddo.Nello stato allora d’ignoranza (sic) l’entusiasmo per la conquista del Santo Sepolcro doveva risvegliare un odio feroce contro i Giudei.A Gomes i Giudei inseguiti dai cristiani si ritirarono presso il Vescovo,il quale promise di salvarli se si fossero fatti battezzare.Questi domandarono un po’ di tempo per pensarci,quindi entrarono nella stanza del Vescovo,mentre i crociati stavano sulla strada aspettando la risposta e si uccisero da loro stessi.(Fleury,Hist.Eccle. liv.64,41)

Lasciateci respirare.

Written By: bruno - Giu• 08•20

In una nazione come l’Italia,l’Italia dico, dove arrivano migranti dalla mattina a sera,dove per i migranti stagionali si organizza addirittura una via aerea per il loro ingresso nel paese , Piazza del Popolo a Roma si anima di inginocchiati con tanto di bandiere rosse ,falce e martello per George Floyd,l’africano soffocato da un imbecille in America.Con tutti i problemi che ha l’Italia in materia di solidarietà internazionali negate,si accodano ad un problema che si colora di razzismo ma di fatto vero e proprio prodotto da impreparazione di quelle forze dell’ordine .Una sinistra rifiutata dal paese,un popolo di sardine inginocchiati non fa mancare di mostrarsi e mostrare la loro efficiente presenza per un inefficiente forza governativa che non lascia respirare questo si,non lascia respirare la maggioranza del popolo che la rifiuta.

Crudeltà animale.

Written By: bruno - Giu• 07•20

Odiosa è la crudeltà verso gli animali,anche se certi proprietari hanno animali aggressivi e pericosi quanto i loro proprietari.Vi fu infatti un tempo in cui l’Istituto nazionale di Francia propose un premio per migliorare la sorte degli animali,anche se quell’atto non ottenne alcun effetto.Fin dai tempi antichi è nota quella storia di un giovane che venne condannato dall’ Aeropago per aver uccisa una passera che si era rifugiata nel di lui seno.Gli inglesi escludono dal giury i beccai (mestiere che sconsigliava anche Cicerone),attese le abitudini crudeli della loro professione,infatti un beccaio fu condannato in Inghilterra a sei mesi di carcere per aver tagliata una coscia ad una pecora prima di ucciderla.Simile sentenza venne emanata dalla facoltà di diritto di Lipsia contro tre individui che erano stati crudeli verso gli animali.(Hammel,rap-sosien,liv.2,p. 256)

Graptus il monaco.

Written By: bruno - Giu• 06•20

Quanto siano ridicole queste baggianate a proposito di pittura figurativa(sic) e astratta che poi è il primitivo, quello astratto,modo di rappresentare la materia essendo l’arte solo la sua materia,Di quanto siano insulse e ridicole ,ma addirittura infestate da incalliti parolai che stordiscono il sempre ignorante pubblico con cazzate personali che vanno ad incrostare anche le cose più semplici come la materia dell’arte,arte che è per sua incontestabile virtù solo viva muta materia ,tutto questo lo si può leggere anche nelle vicende del nono secolo.Infatti ,nel nono secolo,dopo la morte dell’Imperatore Teofilo,che aveva perseguitati gli adoratori delle immagini,l’Imperatrice Teodora le rimise in auge,e fece giurare ai monaci perseguitati di dimenticare le ingiurie.Avendoli quindi convitati a pranzo,notò tra essi il monaco Teodoro,nominato Graptus perchè il suo volto era marcato di caratteri impressi con il ferro caldo.A questa vista l’Imperatrice sparse lacrime,il monaco senza intenersi,disse”:Io produrrò questi caratteri avanti al Dio vivente,e,a questo tribunale terribile perorerò la mia causa”.Il monaco Graptus purtroppo non sapeva che in questi anni di iconoclastia assatanata doveva nascere un gesuita,il censore Padre Andrea Dell’asta che delle figure religiose ha fatto quel che fece Teofilo imperatore al suo tempo.

Ho visto

Written By: bruno - Giu• 06•20

Ho visto la morte ed era bianca, come la neve silenziosa prende il luogo dell’erba a primavera. e posava sul tremore delle cose per calmarlo, e nulla muoveva, solo il brillare del cielo sui fiocchi, a illuminare il mondo, come di brulicante vita sconosciuta, alta. E creature nell’azzurro di lama tagliente volavano col loro tributo al cielo silente. Volava l’animo oltre la cieca terra dal nero ventre.

Francesca Pierucci.

Sechi.

Written By: bruno - Giu• 05•20

Sechi,giornalista di turno a favore di questo insostiuibile governo che ,definisce l’Italia senza Conte “terra incognita” con l’aggiunta di nessuna uscita di sicurezza del nostro paese se non quella di accettare lo stato di fatto che il governo ce l’ha mandato “il cielo” ed al cielo non si guarda in bocca.L’Italia pen’ultimo se non ultimo peso morto nell’economia europea deve sorbirsi per forza questo amaro calice e ringraziare se non gli danno ancora da bere di peggio.Le cose stanno così,lo dice Sechi,fermi tutti, non si può e non si deve far nulla più che aspettare la pioggia che:” a da venì “dei soldi del Mes che,arriveranno,eccome se arriveranno a morte avvenuta di tutta l’economia nazionale in forma non di pioggia ma di grandine.

Orizzonte

Written By: bruno - Giu• 05•20

Urlava del tuo silenzio il verde bosco e il cielo sonnacchioso di nuvole sparse. I mucchi di foglie come i giorni morti e il giglio di mare piangente dimenticato all’agonia del sole chiedevano dei tuoi passi veloci e della vita che gli donasti. Mancavi anche alle foglie morte che giacevano lì, ad aspettarti. Le farò coprire di bianchi sassi che urlino al cielo di ridarmi i miei giorni. E il cielo mi indicherà l’orizzonte che sempre miravi sul far della sera.

Francesca Pierucci