PD:gioia “in ammollo”.

Written By: bruno - Ott• 19•21

Sorprendente la vittoria PD sui cinquestelle che non hanno più nemmeno un sindaco,ma,sopratutto sorprendente questo inno alla gioia senza trionfo del PD alla conquista di Roma che ricorda la vittoria di Pirro,vittoria condita da un certo masochismo,in attesa dei primissimi atti giudiziari,per cui, si ascrive e combacia:a futura memoria-come notizia- alla morte di Franco Cerri famoso chittarrista jazz del passato che è ,e viene ricordato e commentato come:bio presto ,l’uomo in ammollo.

Malinconiche votazioni.

Written By: bruno - Ott• 18•21

Tutta questa agitazione e prova di forza di una parte politica nelle piazze e nell’informazione ha prodotto un topolino;nessuno va votare,restano le piazze con la loro passata melanconica retorica finalmente vuote: la paura fa novanta e tutto quello strepito anacronisto,tutto quel starnazzare era il grido di chi, sentendosi sconfitto desidera ostinatamente esserci:o perlomeno,apparire,vincere al bar,o vincere con i voti del condominio.

Specchio.

Written By: bruno - Ott• 17•21

Singolare destino hai specchio, che riflettere devi ciò che ti si presenta davanti senza mostrare il benché minimo segnale della tua esistenza. Una pur piccola opacità od una sottile crepa farebbero venir meno lo scopo per cui ti hanno acquistato: “Riflettere bene” . Ci sei , per loro quando praticamente non esisti ,se dai segno di esistenza fisica ,per loro non esisti più. Vorrebbero, talora, addirittura che tu rimandassi a loro ciò che loro desidererebbero vedere di loro stessi! Sei uno specchio ti è naturale riflettere benissimo,, meno bene, con l’introduzione di qualche diversivo questo solo, in fondo, per caso o per te; non ti interessano concetti tipo ” realtà” tutta da definire

Paola Mars.

Sciropposo.

Written By: bruno - Ott• 17•21

Gombrich si pone una domada che per me ha una risposta,tuttavia la ripropongo come un indovinello:”se a certa pittura “figurativa” neghiamo la nostra partecipazione di spettatotori perchè quella pittura è troppo sciropposa,dobbiamo trarne come conseguenza che un quadro che ci piace proprio perchè è ostico,sia senz’altro un’opera d’arte buona?.

Fede & fede.

Written By: bruno - Ott• 16•21

Quando ,nel 1966 Ernest H.Gombrich scriveva,nel suo saggio: “Freud e la psicologia dell’arte” (per me in modo insoddisfacente non avendo colto;come non ha colto Freud il rapporto fra materia infantile contenente l’ io con relativo traslato-sostituto- in pseudo materia capace di dare nuova vita:cioè arte)In una società tradizionalista-afferma-ligia alle consuetudini di profondo rispetto,va da sè che i simboli della fede e del potere non possano venir profanati da una forma indegna (sic).Se il ragionamento di Gombrich fila giusto dovremmo concludere che questa,questa di oggi è una societa non tradizionalista-e questo lo si vede ad occhio nudo-o con vaste aree di antitradizionalismo perlomeno occidentale.In quanto poi l’essere ligi ad una qualche consuetudine o delle consuetudini, direi che è cambiato poco o nulla-dipende per cosa si intende per consuetudine- da tenere in profondo rispetto.In fatto di Fede o fede-dipende dalla maiuscola o dalla minuscola iniziale- Gombrich non aveva immaginato la venuta di Padre Andrea Dell’Asta,gesuita che ha fatto quel che fatto rispetto ai simboli del potere ed anche a quelli della Fede o fede con il suo allucinatorio preistorico decorativo-alias “arte povera”.

Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Ott• 16•21

Sto andando alla masseria”, erano le cinque del pomeriggio di un giorno di maggio del 1975. Ottavia de Luise, dodici anni, ottava figlia di Egidio de Luise e Luisa Guacci, passeggiava da sola sulla strada del Carmine, a Montemurro, alcune centinaia di anime in provincia di Potenza. Quella sera non tornò a casa e neanche la sera successiva.
Dopo alcuni giorni i poliziotti, con l’ausilio dei cani, iniziarono a ispezionare il territorio in cerca di tracce, di Ottavia non c’era neanche un capello in giro, pareva scomparsa nel nulla
Ottavia, vittima di abusi da parte degli anziani del posto, abusi in cambio di soldi.
Gente che molestava le bambine, che le trattava come donne in miniatura, ma con meno diritti, meno difese. E all’epoca molestare un bambino era ritenuto reato contro la morale, procedibile non d’ufficio, ma a querela della persona offesa. Querela che nessuno si sognava di sporgere. Nessuno di quegli uomini venne indagato.
I mesi passarono, gli anni pure, Ottavia non tornò più. A occuparsene fu il fratello Settimio, dopo che alcune lettere gettarono una luce sinistra sulla sorte della piccola. “Violentata, uccisa e sepolta nella stalla” dai suoi abusatori, questo dicevano. Ma le lettere, i sospetti e i relativi scavi delle autorità inquirenti non portarono mai a nulla. Ottavia non è stata mai ritrovata, le sue spoglie neanche. La sua storia resta una dolorosissima macchia per quel paese che oggi, dopo 46 anni, non riesce a dimenticarla. Il lamento di Ottavia, uccisa e dimenticata, è anche quello delle coscienze di chi di fronte a certi abusi, all’epoca, preferiva non guardare.

Kella Tribi

Norvegia come Sherwood.

Written By: bruno - Ott• 15•21

Un Robin Hood fuori di testa ammazza a colpi di freccia cinque persone che facevano la spesa al supermercato in Norvegia,come nella foresta di Sherwood un cittadino norvegese islamizzato ha colpito e ucciso a caso gente che si aggirava nel giorno di spesa.La Norvegia nonostante il clima ;clima che non dovrebbe essere troppo caldo,per cui il pericolo di colpi di calore non si corrono ha dato ancora prova di una ferocia senza freni.Già vittima in passato di una strage,sempre in nome di una visione del mondo manicomiale e distorta ha messo ancora sulla sua corona anche questa “gemma” criminale di intransigenza ideologica.

Isabella Sforza.

Written By: bruno - Ott• 14•21

L’ultima letterata che ho trovato nei documenti antichi è Isabella Sforza che non si sa a qual ramo appartenesse ,se a quello dei conti di Borgonovo qui in Piacenza impiantati nel 1451,o dell’altro degli Sforza di Santa Fiora di Castell’Arquato,nelle memorie storiche è comunque chiamata piacentina senza nessuna precisazione.Certo è che visse nubile ed abitò vicino San Savino,pare nella casa dell’Abbadia schiva e appartata dal mondo,comunque visitata e onorata dai più illustri della sua epoca.Scrisse e pubblicò in Venezia nel 1541,con i tipi di Aldo,un trattato,Della vera tranquillità dell’animo,opera che già allora era difficilissimo trovare.Scrisse anche dello stato femminile,che non fu però stampato , di lei esistevano varie lettere a dame o amiche congiunte,e si trovavano nella Raccolta di lettere di valorose donne del sedicesimo secolo.”Donna d’infinite virtù ripiena,religiosa et divina”,venne annoverata ,sempre dal Tiraboschi fra le letterate del secolo.Comunque nella sua vita c’è una nota oscura perchè tanto celebrato splendore scomparve nel secolo successivo che, come donna,nelle sue conversazioni parve un anacronismo,nè se ne trovò più traccia.Il documento si chiude con una amara riflessione morale:”forse repugnava al fine spirito femminile di lasciarsi travolgere nella piena decadenza a cui il cattivo gusto invadente traeva le arti e le lettere”.Tutte le epoche dunque si somigliano;aggiugiamo noi, basta conoscerle e studiarle per non trovare mai alcuna novità.

Favoletta morale.

Written By: bruno - Ott• 14•21

” LA MUCCA E’ BUONA PERCHE’ CI DA’ LA CARNE E IL LATTE” – Tale il ” pensierino scritto” di un bambino della seconda elementare nell’Italia degli anni settanta, La maestra aveva detto: PARLA DI UN ANIMALE .” -Ma la mucca è buona ? Di per sé non sarebbe proprio interessata a donare latte e tantomeno la propria carne ma costretta accetta tutto non sapendo nemmeno cosa. Oggi il bambino potrebbe, forse, scrivere così: ” AMO LA MUCCA, BISOGNA RISPETTARLA MA CERTI UOMINI NON SONO BUONI PERCHE’ NON CI DANNO IL LATTE E LA CARNE ANZI SI OPPONGONO “- Saremmo dunque noi diventati le mucche di turno da spremere prima e macellare poi ?

Paola Mars.

Letterate piacentine.

Written By: bruno - Ott• 13•21

Vi sono un gruppo di donne letterate nel passato di Piacenza e qui rammento Argentina dei marchesi Pallavicini,sposa di Lodovico Rangone che,non avendo dato alle stampe nulla è tuttavia ricordata dal Tiraboschi quale poetessa.In relazione con Annibal Caro fu poi Ermellina Portapuglia e,Ippolita dei Pallavicini di Scipione alla quale Giulio Landi dedicò il suo libro sulle Azioni morali e,ancora:Luigia Cassola,Lucrezia da Lando,Artemisia Scotta con elegantissime lettere italiane,infine Laura Beatrice Cippelli che scrisse alcune rime nella raccolta poetica,in morte di Camilla Beccaria Bellishoma nel 1595,stampate in Pavia da Fulgenzio Cicogna.