Non sarà che con questa storia del “cammino di San colombano”,il Pò è andata in secca.Mai visto un Pò così basso:ripetono in coro i vecchi di paese,mai visto: e guardano le sponde che fanno spallucce in secca.Mai visto un Pò così:il grande fiume,quello che una volta strappava gli argini e travolgeva uomini e cose con il suo sordo muggito e che metteva angosciose visioni nella gente è moribondo.Il grande fiume:quando tutti scappavano di casa e la città bassa vedeva i topi fuggire in alto:anche i topi,perfino loro.Oggi è li il Pò,li,e lo vedi,e lo guardi, esangue e insignificante con le spalle nude:non sarà che con questa storia del “cammino di San Colombano”,il fiume ha fatto sciopero e si è vendicato delle prepotenze degli uomini e della “loro storia” esclamando:bhe!Se questo è il cammino di San Colombano adesso fatevelo,fatevelo:a piedi!
Le perle nere di Kella.
Francesca è una delle migliaia di donne comparse dinanzi ai giudici del Tribunale del Torrone di Bologna per raccontare il proprio “inferno” coniugale.
Nei primi giorni di febbraio del 1590 era fuggita di casa in compagnia del giovane amante Biasio. Leso nel proprio onore, il marito Isidoro si era rivolto alla giustizia e di lì a poco i due amanti sarebbero stati scoperti in un’osteria fuori porta e tratti in arresto.
Nel suo interrogatorio Francesca giustificò la fuga con il racconto delle indicibili violenze del marito: insulti e percosse cui si aggiungeva l’assurda richiesta da parte di Isidoro di concedere favori sessuali ad altri uomini a scopo di lucro.
«Cominciò a gridare, a dire che me volea scannare et che me volea ammazzare, che volea magnar la mia carne in tavola et che se volea lavar le mani nel mio sangue».
In modo coerente con le prescrizioni giuridiche del tempo i giudici liquidarono la “faccenda” adducendo che «è lecito al marito usare violenza alla moglie che non si comporta bene».
L’amante Biasio, etichettato come «colui che leva il honor delle mogli», fu condannato per adulterio a tre strappi di fune. I polsi del reo venivano legati dietro la sua schiena con una lunga corda che scorreva in una specie di carrucola pronta a issarlo. Il peso del corpo gravava così sulle spalle del torturato provocandogli danni muscolari. Per aumentare l’efficacia del supplizio la corda veniva allentata e poi improvvisamente bloccata, creando lo “strappo”.
Non una parola di condanna fu spesa sul comportamento di Isidoro il quale, con la dottrina dalla propria parte, probabilmente non tardò a far valere nuovamente con brutalità l’autorità maritale.
Kella Tribi.
Fiodor Dostoievski.
Parlare oggi di Dostoievski a qualcuno farà drizzare il pelo ,per via della Russia;tuttavia ,in questo autore :che trovo pieno di sentimenti descrittivi,stati d’animo,interiorità espresse e inespresse e che ha ,sempre ,sempre il colpo di teatro:e dove un racconto non è solo e sempre un racconto , mi sono imbatuto,nelle sue “Notti bianche” in questa divertente affermazione;”S’intende che la maldicenza e i pettegolezzi avevano largo corso,giacchè senza di essi il mondo non sta in piedi e milioni di persone morirebbero di noia,come le mosche.”Un affermazione vecchia come il mondo ,ma che ha sempre una sua “contemporanea” freschezza.(da Notti Bianche-piccolo eroe)
Foti ,Reggi.
Ho letto,non so più dove della querelle lanciata da Tommaso Foti alla Fondazione ,oggi gestita Reggi dove si affermava che quella Fondazione era ,e rimane uno “strumento “ del PD.Reggi,con poco tatto sopratutto forse perchè urtato o,toccato sul vivo ha scritto una osservazione circa il bere di Foti.Per la verità non so,e non mi importa se Foti beva più o meno e ho trovato la battuta,quella batutta, una vicenda da bar che poco si addice al Presidente dell’ insigne Fondazione di PIacenza che, con la passata gestione cercava di spendere 640mila euro per cavalli di resina famosissimi per una sinistra di Stato e di governo,ma inconsistenti sul piano della materia e dire multipli,multipli, tali e quali piazzati in mezzo mondo ci sembra il minimo da sottolineare.Cosa poi sia servito alla FOndazione attuale quel filmatino “di grande arte”giuntoci dall’America qualche mese fa lo sa soltanto Reggi che,molto probabilmente deve essere di solo servizio:come era di servizio la passata gestione Toscano-a proposito che fine ha fatto quel fine rivoluzionario Presidente “artistico”-.COmunque ,e ,tanto per scorciarla un poco ,di interessata vergogna la passata gestione dovrebbe provarla-sempre se non ha una spanna di peli sul petto-un po,almeno un poco.Con un teatro e affini fondato-si può dire 40 anni-di regime- fa da Pierluigi Bersani,oggi Liberi e uguali-Una Fondazione oggi,che si annuncia a programma escludendo tutto di Piacenza e piacentini protagonisti o sconosciuti artisti e o saltimbanchi negati,a cui vorrei sommessamente rimarcare che è morto,così pare ,Enzo Vescovi -pittore pare ultimo fra gli ultimi ma sempre meglio di Schifano,morto,fra questi nessuno-morto,fra l ‘indifferenza di palloni gonfiati che salgono le poltrone e si mettono qualche volta anche in piedi a pontificare una pagata verginità presunta e di regime.Ma,e,per tornare a Foti :a Foti e ,a quella battuta da bar,occorre ricordare al prode Reggi che anche fosse vero che Foti ami bere-che poi uno se la tira come gli pare- :e non si sa se sia vero:in vino veritas.
Tutti al centro.
Arriva un nuovo centro con Luigi Di Maio,il centro del centro verrebbe da dire:il grande e grosso centro:forse il più grande e grosso centro d’Europa,dove tutto precipita nel buco nero del centro.Due anni di governo eran pochi per Di Maio;due anni,quelli canonici che si erano dati i cinquestelle,passati i due ecco un nuovo partito,con una nuovissima collocazione:immancabilmente,di centro,l’unico modo ,per un cinquestelle di fare appunto,centro.
Giovanni Huss.
Giovanni Huss anticipatore della riforma di Lutero era boemo-1369-1415,fu arrestato e condannato al rogo per un suo intervento al Concilio di Costanza nel 1415.A volte è solo questione di tempistica ma sopratutto è l’annoso confronto fra poteri civili e quelli religiosi che maturano la causa e la frattura.Oggi ,infatti ,c’è una regina d’Inghilterra primate di quella chiesa.
L’ acqua va dove deve andare.
Macron le prende in Francia,i cinquestelle sfioriscono il loro albero dei desideri,e sfogliano il forse m’ama ,forse non m’ama nei riguardi del loro premier al governo con Draghi:governo Draghi(sic) che fa acqua da tutte le parti;ed è un moribondo mezzo morto in attesa di eutanasia.Dan noi i liberali piacentini frenano sugli apparentamenti,preferendo un loro progetto ad ogni mucchio comunale e,pare sia una scelta azzeccata se non altro fuori dall’andazzo generale di minestroni precotti.Insomma l’acqua :come la politica va dove deve infine andare:anche in un periodo siccitoso come questo.
A tutto gas.
Andare a tutto gas non si potrà più dire,sono tempi di riduzione colpa chiusura rubinetti del combustibile gassosso,per cui aggiungere:vado a tutto gas sarà come dire vado al cinquanta per cento in meno con il mezzo gas che mi passa-a stramaledetto caro prezzo- la Russia.A tutto gas andranno e potranno andare allora solo i putiniani di ferro:quelli del rubinetto aperto e libero,i soliti gasati.
Julian Assange.
Dunque alla fine si è visto chi comanda:Julian Assange verrà consegnato agli americani per una pena senza fine,colpevole per aver rivelato quello che tutti pubblicamente negano.In fondo anche al vecchio Prometeo riserbarono la stessa sorte da qualcuno si chiamava Zeus.
Le perle nere di Kella.
Sonia Di Maggio era nata a Rimini 29 anni fa, dove era cresciuta. A Rimini viveva con la madre, che da tempo si era separata dal padre. La ragazza aveva frequentato le scuole superiori in un istituto tecnico della città, poi aveva lavorato come barista, donna delle pulizie e baby sitter. La madre aveva preso in gestione un albergo della costa a pochi passi dal mare, un’attività interrotta circa 10 anni fa.
I fatti sono avvenuti l’1 febbraio 2021, Sonia stava passeggiando con il fidanzato Francesco a Minervino, quando l’aggressore è sbucato dal nulla, l’ha afferrata per il collo e l’ha pugnalata 20 volte, per poi darsi alla fuga.
“Ho visto il corpo di Sonia a terra, in una pozza di sangue, ho tentato il massaggio cardiaco, ma inutilmente, il cuore di Sonia si era ormai fermato “. È la testimonianza di Giuseppina Cursano, infermiera, presente in quel momento in via Pascoli
L’aggressore Salvatore Carfora, senza fissa dimora, ex parcheggiatore abusivo con precedenti penali originario di Torre Annunziata, era stato dimesso da poco dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, Chi lo conosce lo descrive come un uomo problematico e violento. Stando alla testimonianza della madre di Francesco, il fidanzato di Sonia, presente all’omicidio, Carfora avrebbe perseguitato e minacciato sia Sonia sia Francesco.
Alcuni amici dichiararono che Sonia era una ragazza istintiva che tendeva a fidarsi troppo presto delle persone. Non riusciva a vedere mai il marcio dentro chi le stava accanto Negli ultimi tempi, prima di essere uccisa si era trasferita in Salento per stare vicino al fidanzato
Ad un anno dall’omicidio Salvatore Carfora é stato condannato all’ergastolo.
Kella Tribi.