Come fanno il giornalismo gli inglesi è uno spasso;roba da restare di stucco:Putin è malato-l’ha detto un suo scagnozzo-ne ha per due anni;due anni di vita.Sua figlia prenderà il suo posto-la zarina,che è sua figlia-per ora è a Montecarlo per farsi qualche ritocchino di bellezza e, il padre ,il padre-lo zar- sta tirando le cuoia.Lo si vede bene-e lo possono notare tutti- da come batte il piede e dalla sua rigidità involontaria che mostra una malattia incipiente che sta compiendo l’ultimo corso sul corpo dell’odiato despota.Come si può leggere-volendolo leggere od ascoltare- è un giornalismo di alto livello,la cui acuta “altezza” viene sottolineata e ripetuta da tutti i mezzi di stampa italiani,ripetuta e colata come oro colato,mentre si tralascia la guerra di Boris,Boris:il primo ministro inglese di origini russe che dimostra come i sensi di colpa-l’essere di origine russa-gli fanno fare la parte-in questo caso- del feroce Saladino bombarolo contro il suo paese d’origine:infatti la rabbia più determinata nasce sempre fra consaguinei che vogliono dissanguarsi del loro stesso sangue.
Religione e numeri.
Nel 1758 i religiosi a Piacenza erano la quattordicesima parte della popolazione,infatti contava,nel 1758- 30.500 abitanti.C’erano 315 ecclesiastici,674 clerici,488 sacerdoti regolari,200 regolari conversi,478 monache e 202 suore converse.Sarebbe interessante,a distanza di tanto tempo conoscere a quanto ammonta la popolazione religiosa oggi.
Milani & Toscani.
Ho tanta,tanta nostalgia del duo Milani -Toscani,ieri su rai 5 cultura (sic) c’era un servizio su Paladino;vero industriale della così detta straricca arte povera,per lui ramo preistorico.Con due colpetti si è mandato a fanculo tutti gli oppositori e si è dichiarato:papale papale ,grande principe-chiedendo scusa a Totò-dell’arte.Con il suo accento partenopeo-Paladino- diceva che l’arte è un mestiere e se la rideva dell’ispirazione (come sono vecchi questi suoi concettini).E’ apparso anche il suo santino Bonito Oliva con una serie di rimuginazioni da cammello che lasciavano il tempo come stava;in un crescendo di immagini e discorsetti sul prima e il dopo,sull’altro e sull’altro ancora; tutto filava,filava secondo i programmi.Con un fatturato alla Paladino credo non sia difficile ottenere quegli spazi-TV stampa senza ispirazione-per una manata di cavalli di plastica ha chiesto seicentoquarantamila euro- ci credo ;eccome se ci credo che non faccia nessuna fatica,fatica per trovare chi promuove e chi abbocca e chi si mette nella cartolina per essere con i famosi(manierati contestatori ricchi sfondati) anche lui.Milani e Toscani appunto :Milani e\o Toscani con il loro gesto sottolineano e sottolineavano,confermano e confermavano che,i piacentini affondano tutto:tutto quello che riguarda Piacenza s’intende nessuno dei “nostri” è salito;o se vi è salito è subito disceso da una qualsiasi ribalta internazionale:antica o “nuova”.I piacentini sanno distruggere benissimo;quando gli altri hanno saputo vendere e ci vendono tagli e scatolette di merda;bho!Che dire Milani & Toscani-Milani fra l’atro ,fra porte e porticine artistiche chiesette e monumentini con spazi giornalistici da lenzuolate matrimoniali su stampa locale ci ha dato che ci ha dato insomma senza perdere occasione-Milani & Toscani: un binomio che rappresenta la somma della piacentiità ,pescando l’arte anche preistorica famosa, solo esclusivamente fuori città;dai soliti capaci venditori- venuti da fuori- e che di povero hanno solo il titolo.
Il cranio.
“Cippelli chiamato all’autopsia del corpo di Pietro Giordani(Piacenza 1774 -Parma 1848),staccò dalla testa il busto del cadavere.Spogliatolo dalle parti molli pose sul tetto dell’Università per imbianchir le ossa-voleva “adornare” ed arricchire la sezione di craniologia del patrio museo-Gli austriaci avevano rioccupato Parma e messi in sospetto che sul tetto fossero state nascoste armi o documenti-mandarono a precipizio quant’era nello stenditoio,del cranio del Giordani più non fu possibile trovar che polvere.
Le perle nere di Kella.
Erika Ansermin, consulente di una prestigiosa azienda di moda, vive ad Aosta con i genitori e la sorella durante i weekend. in settimana si trasferisce nella casa del fidanzato Christian Valentini, avvocato valdostano, a Milano, dove lavora. Da casa sua ad Aosta, presumibilmente, la mattina del 20 aprile 2003, Erika si è mossa per andare a pranzo con Christian e la madre di lui.
Prima di andare all’appuntamento Erika ferma la sua Panda verde davanti a un negozio Blockbuster dove riconsegna un film affittato giorni prima. Un gesto di manifesta normalità. Sono le 12 e 20, da quel momento Erika è un fantasma. All’Ermitage di Courmayeur, Christian e la madre diventano impazienti, cominciano a mangiare. Solo alle 13 e 30 il sospetto che possa esserle accaduto qualcosa li spinge a dare l’allarme.
Erika viene cercata ovunque per 24 ore, e l’indomani viene ritrovata la Fiat Panda verde ad Avise. Nella vettura ci sono la giacca, il cellulare (spento) della ragazza e la carta di credito. Mancano le chiavi delle due case, di Milano e di Aosta. Si parla di allontanamento volontario, ma Erika, affermata manager in grado di parlare quattro lingue, donna determinata che aveva sempre scelto in autonomia studi e carriera, non aveva bisogno di inscenare fughe per fare quello che voleva. E soprattutto non avrebbe mai gettato in angoscia la famiglia che amava.
Qualche giorno prima dei fatti, i ragazzi avevano discusso per una questione di salute. Erika aveva fatto in segreto un test sull’HIV. Erika da un momento all’altro aveva sviluppato questa ossessione, forse, dopo aver scoperto qualcosa che le aveva fatto supporre di essersi potuta infettare. I test saranno negativi, ma Erika non lo saprà mai, perché sparisce prima.
L’investigatore privato che svolge delle indagini per conto della famiglia di Erika Ansermin, Daniele Marcis, ipotizza che la ragazza possa essere stata vittima di un delitto ideato ed eseguito da più menti e mani. Erika, insomma, sarebbe stata scomoda e di ostacolo per qualcuno che avrebbe voluto farla sparire. L’ipotesi, però non è stata mai dimostrata.
Resta ancora un mistero, per esempio, che fine abbia fatto l’accappatoio rosso che la ragazza indossava la mattina di Pasqua nella sua casa, quando ha aperto la porta a un amico di famiglia che era andato a fare gli auguri. È un mistero anche il ritrovamento delle chiavi di casa, le famose chiavi che mancavano dall’auto, nella cassetta delle lettere.
A distanza di 17 anni è impossibile immaginare che Erika sia sparita così e che non abbia mai avuto bisogno di documenti né toccato un centesimo del suo conto. Oggi il papà, Piero Ansermin, è morto. Sono rimaste solo mamma Carla e la sorella Elisa a chiedersi dove sia la loro Erika a ‘non sapere mai cosa è successo’. Nel 2007, quattro anni dopo la scomparsa di Erika, Christian Valentini, il fidanzato, è morto nella clinica milanese ‘Humanitas’, dopo una lunga malattia. “Si è portato la verità nella tomba”, ha detto la mamma Carla.
Kella Tribi
Parliamone.
In mezzo;nel bel mezzo di tanta guerra tutti parlano,parlano di pace;parlano,ne parlano,magari si telefonano anche parlandone.Intantanto ne parlano,parlano,poi,poi si vedrà:intanto parliamone e se vi piace;parlatene,parlatene anche voi.
Villetta hawaiana.
Qualcosa da tempo non funzione nella giunta Barbieri e,presentarsi ora,di nuovo :appoggiata da tutto in centro destra (sic)liberali esclusi, con una villetta hawaiana a due passi dal Duomo lascia di sasso.Due passi dal Duomo sorge infatti :piatta e geometrica;fatta da due,ripeto due righe e muri bianchi la casa stile Hoholulu: Hawaii.Bel modo di ripresentarsi e di presentare una giunta che ha fatto acqua da tutte le parti e,con una Lei indaffarata nell’impastare di sinistra e l’occhio:l’unico occhio abilitato e abile nel vedere un solo lato della sua carica amministrativa ,il solito;quello di sinistra,e che sogna, sogna una città tutta “nuova”,stile Hoholulu ,ha dell’incredibile.
Maria Bellonci.
Il mio Rinascimento privato di Maria Bellonci;quella dello Strega che lei si è data nel 1986 per essendo presidente della giuria: in modo postumo, essendo morta appena prima del conferimento è stato il pretesto e ha dato il via-o ha proseguito- nella saga di descrizioni pittoriche;rinascimentali-ma non solo-racconti che hanno lardellato quell’arte e le arti di tutti i secoli con storie e vicende che nulla avevano e hanno a che fare con i modi e il modo inconscio di rappresentare quella ;o la vita :vita di materia,nel suo tratto sottile e impercettibile:vibrazione continua ed estenuata che faceva e fa viva la materia,prima di ogni parola,prima della parola come gemma sempre verde mai morta.
Tempo.
Il tempo è un bene prezioso,e come tale deve essere usato con le persone che condividono o cercano di condividere con te il minuto l’ora….che hanno a disposizione. Il tempo, lo spazio, il dare è commisurata alla realtà che ognuno di noi ha è vuole mettere a disposizione dell’altro. Alcune volte le persone si perdono e fanno perdere il bene prezioso per superficialità ed egoismo dell’essere e nell’essere. Comunque, a prescindere l’individuo aiuta a crescere il tempo come se fosse la madre che ti ha dato la vita. Il tempo,secondo me, è come dicevano i greci …panta rei, tutto scorre! Come il fiume in piena che sfocia nel mare infinito di cui noi se solo volessimo ne potremmo far parte con la vita,ma anche con la serenità e pace nell’oblio e dell’oblio.
Teresa Campagna
Almirante-Barbieri.
La destra piacentina si è buttata sulla Braghieri ricandidandola a prossima sindaca,e qui occorre fare qualche riferimento con la destra ,mettiamo:Meloni-Barbieri,la cosa ci lascia perplessi ma,ancora più ardita è la commemorazione e il ricordo di Almirante in questi giorni che; se uno più uno fa, di norma due :Almirante -Barbieri, qui il conto:come tutti i conti ,finiscono inevitabilmente in contesse, e non si tratta allora di pura astrazione aritmetica:ma di politica,politica spinta al compromesso verso l’impossibile o il suo snaturamento.