Mozart,Requiem 1791.

Written By: bruno - Feb• 11•14

Diversi sono gli stati d’animo che si provano ascoltando il Requiem di Mozart (re min. 1791),diversi e con qualche insofferenza come un opera puo’ trasmettere per essere incompiuta e proseguita da altri.In realta’ la prima volta che si ascolta,la si prende tutta per buona e, ci si immagina un Mozart che profonde bellezza a piene mani, in tutte le sue parti.Ma, quando si legge la vicenda della composizione e, si scopre l’avvenuto compimento da parte di altri,allora  si comincia e la si guarda con sospetto,si cercano i frammenti che ci fanno palpitare il cuore,se ne rigettano intere parti,si conservano e ascoltano quelli che il solo Mozart ha saputo e potuto trasmetterci .L’ascolto assiduo dell’opera con la sua conoscenza ci permettono  meglio di individuare i punti a noi piu’ cari.Per essere sinceri non sempre il gioco riesce,qualcosa ci sfugge,si accavalla,ci inganna.L’opera nel suo impianto,per essere l’ultima dell’autore ci riempie di struggimento e la’, dove  riconosciamo il timbro mozartiano ci fa smarrire di dolcezza subblime.Mozart dimostra che l’arte tocca non solo le anime o le sensibilita’,ma il sangue e i nervi dell’ascoltatore preparato,portato. Non a tutti è permesso ascoltare la voce degli angeli o del cielo,molti sono  sordi e ciechi,ed anche il divino Mozart  fa a loro, un baffo.La natura espone tutte le sue grandezze il bella vista,le pone in evidenza,le mette,davanti a tutto e a tutti,nude,eppure le rende invisibili per molti,piu’ che mai li rende invisibili a noi che siamo in cammino e crediamo di avere trovato la via.Mozart deve contenere grandezze che ancora non si svelano completamente,quello che crediamo di aver capito e amato è solo il suo piccolo segreto da noi percepito,minuscolo premio per nostra incapacita’,per ridotta tenerezza e idea del bello.

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