Mary Cirillo ha 31 anni, è sposata con Giuseppe e già mamma di quattro figli, due femminucce e due maschietti. Il più piccolo ha due anni. Non è felice, suo marito Giuseppe, afflitto da problemi psichiatrici, è un uomo possessivo e ha una maniacale ossessione per lei. Le controlla il telefonino, la pedina, la tormenta.
A Monasterace, comune di poche migliaia di anime sulla costa ionica, dove vivono, tutti sanno che Giuseppe è geloso. In casa, in un armadietto chiuso a chiave, tiene il suo personale armamentario di difesa: balestra, fucile, un arco con le frecce e una pistola.
Un giorno Giuseppe vede Mary in auto con un uomo sconosciuto, più giovane di lei, un ragazzo forestiero. La sua mente comincia a rimuginare su questa immagine. Giuseppe sta male, sta sempre peggio.
Una sera di agosto, il 27 agosto 2014 litigano, alla fine lei ammette di volerlo lasciare e voler andare a vivere in Germania con i figli. Giuseppe prende la pistola dall’armadietto e scarica due colpi su Mary, uno in bocca e uno alla tempia. Poi prende il figlioletto piangente nella culla e lo porta dalla nonna a Riace, mentre la figlia di dieci anni scopre il cadavere della madre; abbandona l’auto per strada e si dà alla macchia nelle campagne reggine
Resta latitante per cinque giorni, a vivere come un selvaggio mangiando la frutta caduta dagli alberi e lavandosi in un fiumiciattolo. Infine decide di costituirsi. È calmo, va a piedi alla stazione ferroviaria di Badolato, compra giornale e sigarette, chiama il suo avvocato. Infine si costituisce, ma senza ammettere le sue responsabilità. Ci vorranno quattro anni e un processo perché trovi il coraggio di dire, per i suoi figli, che l’ha uccisa lui. Viene condannato prima all’ergastolo, poi a 26 anni e infine a una pena di 17 anni di carcere, per omicidio non premeditato.
“Non è giustizia questa, (dice la madre di Mary che ha cresciuto i suoi figli), ora voglio dire a tutte le ragazze: aprite gli occhi. A mia figlia dicevo: Mary, un giorno ti ucciderà. Lei mi rispondeva: non mi farà mai del male, sono la mamma dei suoi figli”.
Kella Tribi.
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