Le perle nere di Kella

Written By: bruno - Giu• 19•21

In una villetta di un paesone balneare della Campania, sotto il sole del Sud, si può nascondere una delle vicende più cupe e tristi a cui la cronaca abbia assistito. Una storia di solitudine, di paura. E di morte. Elisabetta Grande e sua figlia Maria, nel 2004, hanno intenzione di aprire un negozio di detersivi insieme. Non sono molto integrate a Castelvolturno, e questo progetto le spinge a cercare le persone, per fare pubblicità all’attività. Dal ’97 al 2002 circa, Maria è stata sposata con Salvatore Di Maiolo, infermiere del carcere di Poggioreale di cui Domenico Belmonte, marito di Elisabetta e padre di Maria, è stato direttore sanitario. Proprio il suocero, cui Salvatore è legato da profonda stima, lo aveva aiutato a trovare lavoro e sistemarsi. Con Maria era andata meno bene, si erano separati,”senza nulla a pretendere”, come amava ripetere lui. Per questo, forse, quando Maria e la mamma, invece di inaugurare il nuovo negozio, nel luglio del 2004, spariscono nel nulla, Salvatore fa scena muta, finché i parenti di Elisabetta non sporgono denuncia. Emergono le sofferenze psicologiche di madre e figlia, il loro isolarsi, per scelta, ma forse anche per imposizione, la loro mancata autonomia. E per entrambe, vengono a galla due tentativi di suicidio. Elisabetta e sua figlia soffrivano molto. Per questo dopo anni di silenzio, gli inquirenti decidono di cercare per bene in quella villetta. E proprio sotto il pavimento, in un’intercapedine alta meno di mezzo metro, trovano i corpi ormai disfatti di madre e figlia. Nude, sul corpo nessuna traccia di violenza e con intorno alcuni oggetti e personali e i vestiti, poste l’una accanto all’altra. Secondo l’autopsia sono morte per una pesante dose di farmaci. Inoltre le indagini scientifiche provano che i corpi sono stati cosparsi a lungo e regolarmente con acido muriatico, per accelerarne il deperimento. Chi è stato? Belmonte e Di Maiolo, suocero e genero, vengono indagati con l’accusa di omicidio in concorso. Si parla di ‘patto tra uomini’ di un terribile sodalizio per eliminare quelle due donne inquiete. Quando gli chiedono cosa sia successo a moglie e figlia, l’ex medico di Poggioreale, fa il drammatico, scomoda addirittura la Divina Commedia di Dante, citando alcune frasi del conte Ugolino. Bizzarra scelta per un termine di paragone, visto che il personaggio di dantesca memoria muore dopo aver cannibalizzato i corpi dei figli. Mentre è in attesa della prima udienza del processo, alla soglia dei 77 anni, il dottor Belmonte muore. Niente processo per lui, ma nemmeno per il genero Salvatore Di Maiolo che, invece, viene assolto per non aver commesso il fatto. Elisabetta e sua figlia Maria sono state sepolte in Calabria, lontano dalla casa che prima di diventare il sepolcro dei loro corpi, era sta la tomba delle loro vite.

Kella Tribi

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Lascia un commento