Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Gen• 09•21

Paula Burci nasce in Italia, ma quando è ancora piccolissima viene portata dalla famiglia in Romania, a Segarcea, paesello di ottomila anime a pochi chilometri da Craiova. Cresce sognando il nostro Paese.
Nel 2008 approda finalmente in Italia facendosi accompagnare da un conoscente, certo Benazzo, con la promessa di un posto come colf.
Arrivati a Ferrara lui le presenta la sorella Gianina: ‘lei si è occuperà di te’, le dice. Gianina si prende cura di Paula, la porta dal parrucchiere per la prima volta. Poi un giorno la accompagna in periferia e la lascia per strada: “Da oggi tu lavori qua, fai quello che ti dicono i clienti, intesi?’
E così ogni sera viene portata sulla strada per prostituirsi.
Paula è sola nel nostro Paese e non può perdere l’unico tetto che ha sulla testa.
Il Benazzo incassava “per il disturbo” 180 euro al mese di affitto e 20 euro per ogni tragitto.
Paula decide di scappare dai suoi aguzzini dopo essersi invaghita di un ragazzo italiano, che comparirà poi come uno dei testimoni dell’accusa. Quell’atto di ribellione le costerà la vita.
Dopo averla ritrovata, Gianina e suo marito, insieme a “cinque o sei persone” la massacrano a colpi di martello, forcone, e con calci e pugni. Paula perde conoscenza e da Villadose viene portata sull’argine ferrarese del Po. Qui, per far perdere ogni traccia di lei, viene bruciata ancora viva. I resti carbonizzati vengono coperti con un tronco. Li noteranno il 24 marzo del 2008 alcuni passanti.
Di lei resta solo il frammento di un’unghia, ritrovata nella golena del fiume insieme ai resti carbonizzarti ed é proprio da quella traccia la Procura di Ferrara parte per identificare il corpo e risalire ai suoi assassini.
Quando arrivano a loro, tre anni dopo, il 3 marzo 2011, a Gianina Pistroescu, 40 anni, viene notificata l’accusa, per sfruttamento della prostituzione, mentre al marito, Sergio Benazzo, 38 anni, idraulico, viene arrestato per omicidio e distruzione di cadavere.
Sotto l’unghia di Paula, le perizie hanno raccolto materiale biologico che non appartiene a nessuno dei due. Vengono processati per omicidio in concorso con ignoti mai identificati.
Solo recentemente sono stati entrambi condannati all’ergastolo.
uanto a Paula, la sua famiglia non aveva i soldi per far rimpatriare la salma, è stata sepolta in Italia in una fosse comune, nel cimitero di Mezzana, a Ferrara.
Per lei neanche una lapide con il nome, solo un numero di serie.

Kella Tribi.

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