Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Gen• 06•20

Al tempo di Nerone (37-68 d.C.) nell’Antica Roma, un tribuno della plebe, certo Ottavio Sagitta, si innamora pazzamente di Ponzia, una bella donna sposata, la circuisce coprendola di ricchi doni per farla innamorare e concedergli le sue grazie, insomma ne compera l’adulterio, le promette di sposarla e Ponzia cede alle tentazioni e lascia il marito. Ma una volta libera, spera in un matrimonio più ricco e si riprende la parola data. Ottavio tra suppliche e minacce giunge a dire che la sua vita, é nelle mani di lei e la prega di concedergli una ultima notte di amore, per placare i suoi sensi e potersi controllare per il futuro. Si fissa quindi la notte e l’ora. Ponzia va all’appuntamento, ma, previdente, porta con sé una serva, sua confidente, che mette a guardia della camera; mentre Sagitta si presenta accompagnato da un liberto, celando un pugnale tra le vesti….anche lui previdente. Così, come avviene spesso in amori carichi di contrasti, si succedono nella notte sfoghi e preghiere, proteste e spiegazioni, seppur parte della notte sia serbata al piacere; ma Sagitta acceso dall’ardente passione, nel tema e ormai certezza di perdere l’amata, prende il pugnale che aveva celato preventivamente nelle vesti e trapassa senza pietà alcuna l’amata, indi ferisce la schiava, e si precipita fuori dalla camera. L’indomani, scoperto il delitto, nessun dubbio sull’esecutore: c’è la prova che Ponzia e Ottavio s’erano trattenuti insieme. Ma il fedele liberto per difendere il suo patrono, si addossa la colpa del delitto, per vendicare, dice, l’offesa e il rifiuto della donna al suo patrono. Ma quando aveva ormai convinto commosso tutti per la generosità del suo atto, ecco che l’ancella fedele, riavutasi dalla ferita, svela la verità: ad uccidere era stato Ottavio, l’amante respinto. Denunciato ai consoli dal padre dell’uccisa, una volta uscito dalla carica di tribuno, Ottavio viene condannato, per sentenza del senato, in base alla legge sui sicari.

Kella Tribi

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