Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Mar• 09•24

“Non puoi aver deciso di togliersi la vita, aveva dei progetti”. “Non è possibile, era serena/o, aveva fatto i biscotti”. “Aveva chiacchierato allegramente con me” “Aveva dei figli che adorava”. “Aveva una cane da cui non si separava mai”. “Aveva comprato casa”. Sono alcune delle considerazioni che si fanno quando si parla di morti sospette per mettere in dubbio l’ipotesi del suicidio. Il caso Gaia Randazzo, la ventenne scomparsa a bordo della nave “La Superba” nel tragitto Genova-Palermo il 10 novembre 2022, è l’esempio perfetto di come, in assenza di elementi inconfutabili, si possa mettere in dubbio l’ipotesi suicidiaria a partire da una serie di dati comportamentali. Gaia stava andando a trovare la nonna in Sicilia insieme al fratello minore quindicenne, si trovava sul ponte poco prima di sparire nel nulla. Era serena, aveva rotto con il fidanzato per sua scelta, stava per prendere la patente, cercava lavoro. Le sue tracce si sono perse nella notte sul ponte sei, dove è stata ritrovata la sua felpa annodata a una poltrona. Secondo la procura, che annuncia l’archiviazione del caso, Gaia si sarebbe tolta la vita. A provarlo, per gli inquirenti, alcuni messaggi mai inviati ritrovati sul suo telefono e un misterioso video, in cui si riprende con i capelli mossi dal vento, senza dire nulla. Per la famiglia è troppo poco per decretare il suicidio. Per chi indaga, non ci sono elementi per ipotizzare che sia stata vittima di un crimine o di un incidente. Al netto di ciò che è successo quella notte, la vera domanda è: come possiamo, in assenza di elementi inconfutabili, accettare l’idea che una persona mediamente integrata, serena, propositiva, si sia suicidata? La risposta è che non possiamo. Abbiamo bisogno di dati incontrovertibili per ammettere che possiamo vivere accanto a chi amiamo senza percepirne le angosce, senza captarne il dolore e la fatica, senza riconoscere nei suoi occhi la calma serafica di chi ha preso una decisione inesorabile. Tutto questo mette in discussione la nostra capacità di avere cura dell’altro, scalfisce le certezze su ciò che sappiano di lui. Ed è inaccettabile. Non si sa se Gaia si sia lanciata dal ponte dopo averlo meditato o se sia stato il risultato di un impulso. Come è andata lo sa solo il cielo nero di quella notte. Alla famiglia, resta l’eterna angoscia del dubbio. Il dubbio esistenziale di esserci persi qualcosa.

Kella Tribi.

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