Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Nov• 23•19

Tra il 1575 e il 1581 per le strade tedesche girava un individuo incredibilmente feroce. Si trattava del serial killer Peter Nirsch che, secondo i registri dell’epoca, fu accusato di aver ucciso più di 520 persone. Una terribile storia fatta di cannibalismo e rituali di magia nera. Della sua vita non si sa quasi nulla, infatti non si conosce nemmeno la sua data di nascita. Le prime informazioni arrivano nel 1580, anno in cui si trasferì in Franconia. Qui l’uomo uccise in modo disumano la moglie, in avanzato stato di gravidanza. Le brutalità che ha compiuto sul corpo della povera donna sono quasi indicibili: Nirsch le aprì il ventre e ne estrasse il feto. Dopodiché, non soddisfatto, incise il corpo indifeso del bambino e ne strappò il cuore, per poi mangiarselo. Nirsch non mangiava i poveri esseri non ancora nati per puro divertimento o per qualche altro strano motivo la sua mente malata arrivò a credere che i rituali di magia nera avrebbero avuto un effetto benefico su di lui. Infatti, secondo le sue convinzioni, uccidere una donna incinta e poi mangiarne il figlio gli avrebbe donato benessere e protezione. Secondo i documenti ritrovati Nirsch uccise 200 donne, tra cui nove in dolce attesa, vicino al Reno. In seguito, si spostò nel Württemberg, nell’Ulm e nell’Augsburg, arrivando fino nell’area del Danubio, uccidendone altre 123. Tuttavia, la scia di sangue non finisce qui. Arrivato in Austria, infatti, sacrifica il feto di altre cinque madri e quando giunge a Praga e in Boemia profana 140 corpi, di cui otto portavano avanti una gravidanza. Non ancora soddisfatto, voleva altre vittime da sacrificare. Proprio per questo torna in Germania, a Ratisbona. Con l’idea di andare verso Norimberga si ferma a Neumarkt. In questa località Peter Nirsch sarà finalmente catturato Per farlo confessare, a partire dal 16 settembre del 1581, lo torturarono per due interi giorni. Gli vennero incise delle ferite e gli fu rovesciato addosso dell’olio bollente. Inoltre, gli fratturarono gambe e braccia tramite il supplizio della ruota. Alla fine non poté far altro che cedere e confessò tutti gli omicidi a partire dal 1575, venendo ritenuto colpevole di ben 520 uccisioni. Il 18 settembre 1581 fu condannato a morte e ucciso. Il suo cadavere venne fatto a pezzi e poi appeso su dei pali in giro per la città.

Kella Tribi.

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