Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Nov• 20•21

Sono passati 50 anni dal caso che tenne l’Italia col fiato sospeso, per il rapimento di Milena Sutter. Unico indagato, Lorenzo Bozano. Milena aveva 13 anni, era figlia del noto industriale Arturo Sutter, svizzero naturalizzato italiano. Milena frequentava una scuola privata svizzera di Genova, era un’adolescente, ma dimostrava almeno 17 anni col suo fisico forte e sportivo, era alta 1,65 mt e pesava 58 kg.
Il 6 maggio 1971 uscì da scuola alle 17,00, doveva prendere l’autobus per andare a casa, ma a casa non arrivò mai. Dopo che i genitori denunciarono la scomparsa arrivò una telefonata con la richiesta di riscatto di 50 milioni di lire. I genitori erano pronti a pagare ma non fu fornita alcuna prova che Milena fosse viva e la trattativa non ebbe seguito. Poi più nulla fino al 20 maggio, quando due pescatori videro un corpo in mare a Quarto dei Mille. Il corpo, irriconoscibile per l’azione della decomposizione e dei pesci, venne identificato come quello di Milena, dagli abiti ancora parzialmente indossati, camicia e maglione, collant arrotolati alle caviglie e catenina con il nome della ragazza. Il corpo era appesantito da una cintura con pesi da sub.
Impossibile stabilire se fosse stata violentata data la permanenza in acqua, e come causa di morte fu indicata lo “strozzamento o probabile soffocamento”. Fin dal giorno del rapimento i sospetti si erano appuntati su Lorenzo Bozano, che rimase sempre unico indagato. Bozano aveva 25 anni, alto 1,80, baffi e capelli scuri, dal fisico piuttosto massiccio, veniva considerato un perditempo, uno sciupafemmine. Il padre stesso lo aveva denunciato nel 1965 per piccoli furti in casa, definendolo un ladro, cinico e bugiardo, ossessionato dalle pulsioni sessuali ed era finito in riformatorio,
Venne da subito sospettato per la sua Alfa Romeo Giulietta rossa 1300 Spider, che molti testimoni avevano visto sostare fuori della scuola e passare davanti a casa Sutter. Lorenzo Bozano, colpevole o meno, era l’indiziato ideale, un playboy da strapazzo, depravato, che adescava le giovani con la sua auto rossa. Sostenne di non conoscere Milena e si dichiarò sempre innocente. Gli inquirenti immaginarono che Bozano avesse fatto salire Milena sull’auto con un pretesto e l’avrebbe uccisa dopo un diverbio. Avrebbe poi cercato di seppellirla sul Monte Fasce, dove lo vide un testimone alle 19,30 e poi gettata in mare nella notte. Le prove erano solo indiziarie, ma ciò nonostante, in appello nel 1975, venne condannato all’ergastolo, sentenza confermata nel 1976 dalla Cassazione.
Nel 1989 ottenne la semi-libertà, revocata nel 1996 per evasione fiscale e nel 1997 di nuovo revocata per essersi spacciato per poliziotto al fine di palpeggiare una ragazza di 17 anni, con la scusa di una perquisizione in cerca di droga. Dal 2019 è nuovamente in semi libertà. Si è sempre dichiarato innocente

Kella Tribi

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