Un treno per Buchenwald.

Written By: bruno - Mar• 02•15

Buchenwald,si’ Buchenwald,ma il treno andava verso nord,non ad est,verso nord,nord,non a Buchenwald,quella doppia w di Buchenwald gli ricordava la marca di qualche dolce biscotto , socchiuse gli occhi.Stava viaggiando verso Buchenwald con il freddo nel cuore,quali sofferenze avrebbe patito,quali?A quali umiliazioni sarebbe stato sottoposto  quali?Ebreo verso la soluzione finale, ascoltava il suo cuore pieno di angoscia.Si’, era un ebreo che ascoltava il girare delle ruote d’acciaio sulle rotaie,ebreo,ebreo che annusava l’odore del ferro e del sedile su cui erano passate,centinaia migliaia di persone,prima di lui,esattamente come lui,con la morte nel cuore.Pensava alla neve,con fiocchi di cenere,pensava al sangue ,ed alla morte.Ma il suo treno,il suo treno andava verso nord non a Buchenwal ,Buchenwald o ad Auschwitz, con quella doppia w dei biscotti.Ai deportati venivano sequestrati anche i biscotti,un  mal di testa veniva “guarito” con con un colpo di pistola ,alla tempia,bambini giocavano nel poco verde davanti alle camere a gas,prima di entrare e morire,giocavano,prima di essere gassati,mentre la guardia, alla porta della morte ,passava due dita nella vagina di tutte le donne che entravano,andavano ,anche loro, a morire.Ma lui,lui andava a nord,non ad est  ,Buchenwal lo spettava,anche se  ,dopo settanta anni era rinato gentile,tuttavia credeva lo aspettasse Buchewald,lo aveva aspettato,lui, aveva visto Buchenwald,lo aveva visto,ne era certo,era sceso da quel treno,lo avevano picchiato,bastonato ,a morte.Ma era ancora vivo,non morto,forse rinato,convintamente vivo e, andava verso nord, nord,ma, non era il nord,dove andava,no,andava verso ovest,ad ovest,dove tramonta il sole,lontano da Buchenwald,lontano dalla sua vita passata,lontano da un altra vita e questa, vita,ancora piena di quei  ricordi del passato di qualche altro o,di un suo altro passato,quando non era “gentile” ma  era ebreo,ebreo,con quel suo passato che non passa mai,mai.Svaniti, trascorsi settanta e ,uno, anni dico anni,e lui ,oggi,  vivo,  morto,un giorno di primavera, a Buchenwald o ad  Auschwitz ,Auschwitz  Buchenwald,con la doppia w,quella dei biscotti,dolci,ma per lui una pena,un dolore,un dolore, che non passa,mai.

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