In te cercai l’eterno canto che la mia vita condusse su intricati sentieri, strabordanti di rose ammazzettate, e costellati delle pietre che superai come montagne. In te cercai le note antiche sulle quali da sempre fluì la mia esistenza, l’anima, la sua ombra nel mondo rincorrendo. Nei fiori, nei bracci volti al cielo degli alberi imploranti, nei canti vivi degli uccelli a intrecciare nel cielo primavera, il canto antico si dipanò come matassa da paziente mano. Sei stato la somma dei molti amori che Penelopi incessanti mi insegnarono a vedere.
Francesca Pierucci
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