Fondazione zoppa.

Written By: bruno - Lug• 03•15

Ovviamente la Fondazione di Piacenza e Vigevano non è preparata per un’avventura culturale che identifichi il nostro territorio con quelle radici che le sono congeniali.Tutta sbilanciata su delle pseudo “novita’”, si pone al di fuori di una qualsiasi realtà’ non solo cittadina,ma umana.Nel fare cultura non si dovrebbe mai baipassare le esigenze di una tradizione (mito) che si trova ad essere sempre più avanti di ogni proposta così detta culturale (ragion pura),essendo come la lingua,la tradizione, materiale vivo in continua evoluzione ,l’uomo è sempre lo stesso.E ,la sua originalità'(nella sua pseudo tradizione), la si vede e la si tocca nell’oggi come metamorfosi,nella sua capacita’(espressione delle fondamenta umane) di cogliere l’attimo come apparizione,dialogante.Ogni “tradizione” si arricchisce di un substrato d’oggi,dell’oggi come gesto ancestrale, pseudo-intelligente,ed è costretta e vivere e liberarsi immediatamente del suo oggi (linguaggio adattato antropologicamente utile),liberarsi del suo momento,di quel momento ,senza mai definirsi, annullando qualsiasi “ragione pura”,in quanto come tradizione è solo motore emozionale , sopratutto personale che si modifica secondo i luoghi o anche solamente dal luogo in cui emerge,mantenendo quella istanza iniziale che la fa essere poesia,vita, consapevolezza inconsapevole(amore,sesso,odio,passione,dubbio Dio).Un opera,più è intellettuale meno è arte,la comunicazione passa attraverso le emozioni,vorrei dire la libido (e questo lo sanno anche i sassi),tutto il resto sono cazzate per ignoranti che si danno un codice per definirsi “intelligenti”.Dovrebbe quindi, la Fondazione, non sbilanciarsi verso un vuoto formale ma riscoprire l’umanità ,un umanità piena ,non solo cittadina e universale,un umanità che sia comprensione riconoscimento, sforzo verso le ritrovate,”nuove” ragioni della vita di ognuno, pulsioni profonde e nascoste che solo l’arte, checche’ se ne dica,l’arte,anche nelle radici di una citta’,quando le ritrova (riconoscimento agnizione) nella sua veste autenticamente propedeutica fa riemergere e scoprire all’osservatore,fa riscoprire quella sua “anima”(esecutore-osservatore), che vede e sente e vive di essere viva.Quindi,la politica culturale della Fondazione,è quella che è ,e la si può vedere, in questi giorni noiosi,sbilanciata e zoppa.

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