Emilio.

Written By: bruno - Giu• 15•19

Il parroco di montagna aveva posto al suo pubblico una semplice domanda,semplice,perfino ingenua se,se dovesse esserci un posto in casa dove si potesse dire una preghiera o pregare.Tutte le case un tempo avevano un luogo di devozione di preghiera e di speranza,luogo senza tante pretese ,luogo semplice, un crocifisso o una Madonna bastavano.Ancora si narrava nelle campagne ,di quel contadino che ,stanco della siccità,prese un giorno il crocifisso appeso nella stanza e lo immerse nel letame con la frase:”e adesso dovrai fare ben piovere se vuoi lavarti”.Religiosità popolare che, tuttavia lanciava il suo ultimo grido ad una qualche dività o al Divino, discutibile ma antica come il mondo.Il parroco di campagna in fondo aveva solo chiesto la certificazione di un usanza e ,se questa fosse ancora in uso.Il signor Emilio non si fece attendere nella risposta,con la sua “illuminata” risposta,mettendosi ad inveire contro tutti i simboli “religiosi”che considerava idoli e che,ci voleva un luogo,un luogo dove e per pregare,senza aggiungere che, quel luogo, per conseguanza del suo “ragionamento” doveva essere anche lui privo di idoli,quindi di simboli.Insomma dove voleva pregare lui ,il signor Emilio era un luogo asettico, un non luogo, una convenzione insomma in cui si pregava previa approvazione della convezione di pregare.Sarebbe stato logico rispondere al signor Emilio che i protestanti c’erano già stati e che c’erano stati anche i quacqueri che, con il loro cappello in testa,con il loro cappello in testa nei luoghi di culto si mettevano a profetare tutto quello che gli ispirava il momento,scegliesse quindi lui,scegliesse il signor Emilio,una volta per tutte, a che corrente religiosa a questo punto volesse appartenere che lui,lui di un prete non sapeva che farsene.

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