Donne fiamminghe.

Written By: bruno - Set• 12•17

Non sempre quando una cosa muore procura dispiacere per cui esige poca doglianza così ,dopo la consueta “triste” frase di rito ,piegandosi un poco in avanti e alzando gli occhi al cielo si sospira:finalmente è morta,finalmete è morto alleluia,è morto il festival del Diritto,è morto, con tutto il suo Olimpo,è morto ,con tutto il suo seguito di famosi che,essendo famosi olimpici non si son mai visti qui con noi sulla terra.Ma non è di questo che volevo parlare,non di Olimpo o di Diritto,volevo invece elencare le donne pittrici fiamminghe che il Vasari scrive con qualche storpiatura nella nostra lingua tanto che,la sorella di certo Luca Herenbout viene citata per prima come fine pittrice,segue Clara Skeysers di Guanto,che d’ottanta anni morì,come dicono vergine,segue ancora una Levinia figlia del Brughel (Bruggia), ed una certa Anna ,figliola del maestro medico Segher,e poi Caterina,figlia del maestro Giovanni da Hamsen.Occorre aggiungere che,il Vasari aveva già dedicato un ampio resoconto alle donne pittrici e scultrici in Italia,in quel secolo come si può leggere le donne non erano discriminate in toto.Cosa che non fece invece la rivoluzione francese molto più tardi,dove alle donne fu addirittura impedito lo studio dell’arte,e questo dimostra che non sempre le rivoluzioni migliorano le cose,anzi spesso le peggiorano,perché la dove erano Principi e signori si siedon burocrati e i leccapiedi che la fanno da signori e, qualche volta,burocrati e leccapiedi seduti dal loro scanno si dan arie da veri principi e monarchi.

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