De profundis ex Enel.

Written By: bruno - Nov• 17•19

Occorre ancora una piccola ,piccola minuscola riflessione sull’operazione Palazzo ex Enel e l’aggiunta che desidera fare la Fondazione in quella struttura,anche se in realtà non lo desidera solo la Fondazione,ma l’impone,s’impone con imperio,urbi et orbi, in nome di una verità che si è messa in tasca tutta speciale e che si è autoconferita senza tanti complimenti.Basterebbe ora guardare l’elenco di coloro che fanno parte di quella decisione,i loro nomi e cognomi per capire che forse lo spessore culturale sopra ogni parte non è proprio quello che servirebbe per l’occasione.Ma questa è un opinione,un opinione come le altre,dipende da che parte la si guarda e la si prende.Ebbene Ricci Oddi ,il donatore di quella raccolta l’ha fatta a proprie spese,con soldi propri dico e poi,in seguito,in seguito l’ha donata alla città,quelli erano i suoi pagati gusti e quella era l’epoca,gli amici se li è scelti,posto che ne avesse nell’ambito della cultura che quel mecenate approvava sempre a proprie spese.Ora la politica,il pubblico con il denaro pubblico entra a gamba tesa nel privato e ,quando la politica e il pubblico entrano nel privato si può essere certi della fine,morte,fine anche della Galleria Ricci Oddi.Il pubblico con i soldi (degli altri) pubblici politicamente corretto esige ,vuole gente del ramo,gente di quel ramo e, in questo caso gente che mette la spiegazione dell’arte al posto dell’arte e fa cose che possono fare tutti,ma si autocincensa come se potessero essere esclusivamente “opera” propria.Mentre al tempo (e sia detto senza rimpianti) della Ricci Oddi,non tutti sapevano fare quello che faceva l’uno o l’altro messo in quella collezione,se non altro ci voleva perizia e mestiere,anche per fare una boiata di cui il pubblico in genere non se ne accorgeva nemmeno tanto era evidente lo sforzo del fare senza spiegazioni di sorta.Tutti lo capivano o lo fraintendevano,ma , guardavano,guardavano sopratutto non sapevano e non potevano fare quello che vedevano,c’era del lavoro della perizia anche mestiere c’era in poche parole l’arte , non quella delle parole ma quella senza parole del mestiere in sè.Oggi questi fondaioli spiegano, parlano parlano scrivono spiegazioni su spiegazioni tanto che non hanno bisogno d’ altro che delle proprie spiegazioni al posto di una qualsiasi “arte”per restaurare un edificio e rimbombarlo di parole e sofismi con denaro pubblico, e qui vorrei proprio vedere cosa farebbero con i loro soldi, come da tempo si fa con il denaro pubblico dalle Alpi al Manzannarre.Una differenza a questo punto, tra Ricci Oddi e Fondazione (privato & politica)c’è ,c’è se uno proprio vuole vederla c’è ,e si vede volendo vederla come al solito ,anche ad occhio nudo che,se proprio,se proprio dobbiamo o si deve fare il funerale all’arte,lo si faccia e lo si faccia anche alla Ricci Oddi ,e così sia senza tante storie.

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