La Fondazione Piacenza-Vigevano, mette in mostra alcune opere, della sua vasta collezione d’Arte.Molto probabilmente su suggerimento di: Gazzola,Milani,Pareti,come facenti parte di quel consiglio,vengono esposti,Cassinari,Mosconi,Morlotti,Chighine,Bellandi.Guardare questi dipinti è come immergersi in una sorta di bella epoque,o tempo, dove si credeva a tutto,quando si accettavano balbettando, stilemi manierati.Ognuno di questi artisti realizza un modo suo proprio,in un dialetto unitario ,dettato dal gusto di allora,gusto formato da critici mercanti,banche.Fuori dal loro stilema di superficie non c’è nulla,nulla,si avverte solo il vuoto,siamo di fronte ad un “modo”,solo un modo,trapassato,svuotato,sterilizzato dalla deflazione quotidiana che, alla luce del crudo oggi,non ha piu’ valore.Tutto risulta incomprensibile,insignificante e si guarda e apprezza, per esagerazione,come pezzo di costume o cronaca.Specie di eta’ dell’oro dove,e quando, tutto appariva vero,nuovo,creativo, “grande”.Vuoti archetipi, modelli ripetuti che partono da una specie di corrosa figurazione, birignao di gusto, che sa di convenzione ,tic,come vi sono, appunto, in ogni bella epoque o fiera dell’ingenuita’. L’oggi non ammette piu’ alcun valore,nessun valore,nemmeno quello appeso alle pareti della Fondazione Piacenza-Vigevano.L’oggi non se ne frega nulla di isterie “artistiche”,testi critici compresi,l’oggi è stato preso anche troppo per il culo e, per troppo tempo,da gruppetti mercenari-mercantili.L’arte è morta,è proprio morta,anche quella dei cessi della ditta Duchamp,detti “fontane”,piccole e famose ceramicate bare per pisciarci dentro.Insopportabilmente anacronistico , leggere o ascoltare testi da critici tv-visibilmente screditati,critici stipendiati ,quanto “famosi” compiacenti avvocati,che finiscono con i loro argomenti ,per cessati finanziamenti,nel nulla.Un pubblico enorme si mette, generalmente ancora in fila, per il gusto di mettersi in fila ( non so se in questo caso) ad “ammirare” il sè,contemplando sè stesso, in fila, in ogni occasione di mettersi, appunto, in fila,e, ammirare,non si capisce bene cosa.Se, vi è rimasto ancora l’entusiasmo per queste belle file, significa che siete ingenui ,questo, è un punto a vostro favore,non buttatelo ,continate a credere ,vivete insomma,vivete, fin quando potete,in fila.
Cassinari & c.alla Fondazione.
Written By: bruno
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Giu•
09•14
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