Verdi a Parma.

Written By: bruno - Ott• 01•18

A Parma si celebra Verdi con Macbeth prima versione, regia di Daniele Abbado , non so questo regosta sia figlio o nipote di qualche famoso Abbado.Tutto in questa opera si svolge attraverso una scena uggiosa con uomini in impermeabile e con tanto di obrello di plastica (trasparente) mentre dall’alto scende una nebbia o una brina forse una pioggerella sulla scena nera.Ad un certo punto si è visto un intervista al regista di cui ci aspettavamo di capire le sue scelte ma si è appreso solo che con quell’opera Verdi voleva,secondo Abbado segnare una rottura,in seguito si è perso in una narrazione della vicenda spiegandola impacciato,narrando il perché o il percome della storia senza dire una parola (nemmeno mezza)sul suo lavoro.E’ da tempo da troppo tempo che si vede un Eisir d’amore in bikini (per “opera” d’altri)ed un Verdi (questo Verdi)plumbeo per opera di Abbado.Un Verdi dove i cantanti si muovono con gesti retoricamente ingessati,drammatizzati in una scena tutto sommato plumbea e noiosa.Insomma una messa in scena che tradisce per forza l’opera, in un contesto volutamente allineato con i tempi.Si ricorda anche un regista figlio di Mario Del Monaco,di cui non si è sentito più nulla (almeno personalmente).La regia oramai si è infilata in un tunnel che tradisce l’opera che rappresenta,la tradisce secondo alcuni per “innovazione” o ,per compiacere un pubblico più vasto forse più giovane,tutte balle.Comunque Parma celebra Verdi, a Piacenza dopo qualche passato sussulto agonico verso il compositore è dato definitivamente per morto amen.

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