Un vero cristiano.

Written By: bruno - Gen• 12•14

Il professore venne fermato per strada,si’ ,venne fermato,ed era proprio lui,lui a fermarlo,colui che il professore disprezzava, di cuore,di tutto cuore ,  ora gli parlava e gli era davanti.Si’ ,quegli occhi spenti,con una specie di doppia iride incolore , pupilla,senza alcuna intensita’, acquosa , lo fissava,muovendo sottili pallide labbra, e un volto squamato come da una sparsa diffusa  forfora.Era la pelle,la sua pelle che si staccava,facendo isole chiare sulla  arrossata fronte,e non solo sulla fronte,le guance,e gli occhi,quegli occhi, odiosi,che parlando guardavano  altrove, arrossati, attorno alla doppia pupilla.Il professore non capiva perchè gli uomini dovessero essere cosi’ malfatti,flosci,viscidi insulsi.In fondo anche lui doveva essere cosi’, della stessa razza dico,anche se non si vedeva,doveva essere cosi’ ,come l’importuno, il conoscente.Ma questo, lui, l’aveva davanti,davanti e  proprio davanti poteva osservare tutte le stranezze di una natura in disfacimento,priva di intelligenza,insulsa.Via!Il professore in fondo era cristiano,e, si sforzava di amare quello che non sopportava,ma, pur sforzandosi , non lo amava, a dispetto delle sue convinzioni,non lo amava,a dispetto del suo senso religioso,o senso di religione,non lo amava.Gli occhi del professore percorrevano meticolosamente , punto su punto  quel volto , sempre preso dal disgusto,disgusto che, pero’ doveva,doveva,per forza nascondere.Non era forse suo fratello in Cristo quello che gli stava davanti?Non era disfatto anche il volto del Salvatore sulla croce?Non lo era forse nella sua mortale agonia?Non repelleva, Egli,il Cristo, per le sue piaghe agli occhi dei soldati?Non lo deridevano forse?Anche Lui,il Cristo?Ma quello che gli era davanti non era  Cristo,e, per quanto si sforzasse non riusciva ad amarlo.Eppure quello era il volto di un uomo,era il volto di uno che lui,lui,doveva, amare,amare,per amore di Dio.Il professore,fece un mezzo giro per avviarsi verso la sua solita passeggiata,voleva andare,camminare,tuttavia stentava, indugiava a staccarsi da quella figura, stava proseguendo,doveva proseguire.Voltandosi ancora pero’,guardando ancora di sfuggita ,quello che aveva scrutato con tanto disgusto,per troppo tempo.Con la testa girata verso una spalla ancora fissava,sforzandosi di non partire,sparire ,troppo in fretta.Doveva ricordarsi di amare quel volto,quel volto,amare, per amore di Cristo,doveva,saluto’ con la mano,come fanno i viaggiatori,agitandola, nel vuoto freddo del mattino, e penso’ ,come ad alta voce,penso’:ma va a fare un culo!

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