1949,chi volesse vedere due profeti stretti in un film in:Totò cerca casa di Monicelli, Steno;capirebbe come è riuscito,credo,senza nessuna intenzione,prevedere la società futura in un solo film:Totò cerca casa appunto.Una scena centrale, contiene e raggruppa tutto l’evento futuro del mondo, di quando Totò ,solo e spaventatissimo esamina il nuovo “appartamento” al cimitero e,tirando un contrappeso di lampada appare un teschio (Abramovic),per poi sentire un improbabile cucù suonare la mezzanotte; ed ecco apparire un orribile pupazzo di gufo al posto del solito esile cucù(Catelan).Ma non è finita qui,l’attore indietreggia,sbiancando davanti ad un orribile foto-dipinto,posto sul camino del precedente ,manco a dirlo ,defunto custode;orribile ritratto che farebbe la gioia di ogni direttore delle biennali, anche d’oggi.Il richiamo alla morte con finti fantasmi,bianche finte lapidi e tanto di temporale, evocano;per non dire mimano, danno vita ,al solito padiglione dell’arte “contemporanea”.E poteva mancare una profezia sulla musica,anche lei contemporanea?Poteva: un film del genere lasciarsi sfuggire questa ennesima (ridicola) profezia?Da un pianoforte della stanza ,dove si trova Totò,ecco uscire note,senza nessun pianista alla tastiera,note insolite,improvvisate e discordanti,discordanti:ma in tono con il ritratto sul camino,azzeccate con il teschio,il gufo e il cimitero.Ecco,improvvisamnete dal coperchio del pianoforte uscire un gatto,improbabile ,ma qui,probabile autore di una musica anche qui ,dell’avvenire,anche lei, del giorno (sic)d’oggi.
Totò cerca casa.
Written By: bruno
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Gen•
28•21
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