Compagni,
che danzaste sulle ore
come sui fiori le api,
instancabili esploratori
di questo cerchio mutevole
e fisso
che ci avvolge, e ci confonde,
e incuriosisce ed eccita,
cantavamo come insistente ronzio di insetti impazziti
dall’effluvio di bianco nettare. Eravamo vivi,
senza ombra di tedio
il nostro danzare
nel sole e nell’ombra
di boschi vetusti e profumati.
Come rimpiango quel sole abbagliante,
e il tepore, e la frescura dell’acqua
e dell’ombra gentile
sui nostri capi stanchi di gioia.
Francesca Pierucci.
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